Note alla storia

Dedico questa storia a tutte le fan di Serpeverde e di Malfoy, in particolare la specialissima Selena Malfoy.

Draco corse fino a trovare un lungo corridoio, mai visto prima durante i sette anni ad Hogwarts.

Si trascinò lungo il muro e si accasciò alla parete ansante, con le lacrime agli occhi. Non voleva tornare nella foresta, ma neanche nella Sala Grande.

 Aveva visto morire tante persone, ma sapere che un suo coetaneo era morto per mano del Signore Oscuro lo aveva agitato. Troppo. Ripensò che quel coetaneo era Harry Potter. L’odiato Harry Potter. Ma il solo pensiero che fosse morto per mano del suo Signore non lo esaltava, anzi, gli faceva venire la nausea. Si passò una mano tra i capelli, sudati. Si sentì la fronte imperlata di sudore. Stava troppo male per tornare  a combattere. Con chi o contro di chi non lo sapeva. Voleva, anzi doveva ringraziare Harry Potter per avergli salvato la vita. Ben due volte. E purtroppo non poteva. Potter non c’era più. Doveva schierarsi dalla parte del bene, ma non poteva per l’onore. Si sentì infinitamente inutile e vigliacco, oltre che bastardo e odiato da tutto e da tutti. Guardò le stelle fuori dalla finestra distrutta. Erano bellissime, e annunciavano già l’avvento dell’alba luminosa. Un nuovo giorno, che per lui non sarebbe mai stato luminoso.  Mentre si asciugava le lacrime, sentì dei passi lungo il corridoio. Estrasse la bacchetta per paura di essere ucciso. Draco tremava e la bacchetta era malferma tra le mani.

Mano a mano che la figura si faceva avanti, al chiarore dell’alba, Draco capì che non era un Mangiamorte, e nemmeno sua madre. Era una ragazzina di media statura, magra. Avanzava lentamente , il suo volto in ombra. Ma si definì pian piano alla luce dell’alba. La pelle diafana brillava come una stella di notte, e i capelli color caramello le ricadevano morbidi sulle spalle. Gli occhi erano di uno stupefacente color mare.

Draco respirava affannosamente, puntandole la bacchetta contro.

“ Non c’è bisogno di puntarmi addosso la bacchetta” gli disse lei con voce dolce, abbassandogli con la mano sottile il braccio tremante, e mettendosi in ginocchio.

Draco fu scosso da uno strano brivido, quando ci fu il contatto del suo braccio con la mano della ragazza. Lei gli sorrise. “ Come ti chiami? ”Il ragazzo si asciugò velocemente le lacrime, e si voltò da un lato, affinché la ragazza non potesse vederlo in volto. “ Non sono degno di portare un nome ” disse seccamente, passandosi una mano sui capelli. Doveva essere sprezzante, non doveva far vedere che stava soffrendo, o aveva paura. Si voltò timidamente verso di lei. Stava lì a guardarlo, con occhi puri, da bambina.

“ Tutti siamo degni di un nome… Anche io. Per esempio il mio nome è Asotria. Ora, vuoi dirmi il tuo? ” Draco la guardò. Era incredibile come in tutto quel caos che c’era lì, lei fosse l’unica che rimanesse calma. “ Sono… Draco. Ti basta? ”

Astoria lo guardò incuriosita. “ Certo .”

Draco cominciò a chiederle cosa ci facesse lì. “ Sto cercando i dispersi. Bel lavoro, no? ” Draco la guardò sempre più incuriosito. “ Ma non hai diciassette anni! ” Effettivamente Astoria ne dimostrava quindici.

Lei abbassò mesta lo sguardo. “ Mi ha costretta a rimanere mia sorella. Lei  voleva combattere ” disse con acidità la ragazza. “ Mi chiedo come possa essere ancora viva. Penso di essere l’unica del mio anno a essere rimasta ” protestò. Poi si mise seduta accanto a Draco. “ Quanti anni hai? ”

“ Diciassette ” rispose seccamente Draco. Incominciò a sudare. Si ricordò che là fuori c’era una guerra in corso, e che forse era meglio andare a combattere che rimanere lì a chiacchierare con una perfetta sconosciuta. “ Non dovresti essere qui. Sai… c’è un Oscuro Signore che massacra e uccide.. e io… sono uno di loro! ” Automaticamente Draco si tirò su la manica della camicia, mostrando il Marchio Nero sull’avanbraccio sinistro, cominciando a piangere come un disperato. Astoria, nel vedere il Marchio, sussultò, ma gli fu subito accanto. “ Non ci sarà più un Signore Oscuro da servire ” cominciò a spiegare Astoria “ E’ morto, l’ha ucciso Harry Potter. ” Draco fu confuso da quelle parole. “ Harry Potter è morto! ” sbraitò Draco, coprendosi gli occhi con la mano.

Astoria, gli accarezzò il volto. “ E’ finita. ” e detto ciò cominciò a tirare giù la manica della camicia con dolcezza. Draco la guardava. Si conoscevano da appena pochi minuti e già voleva scoprire qualcosa di più su quella ragazza venuta dal nulla, apparsa come la sua unica ancora di salvezza in un mare di terrore. Quando Astoria si rimise accanto a lui, Draco le guardò gli occhi. E pensò a quanto fossero sinceri, rispetto a quelli di Pansy Parkinson. Ma come poteva aiutarlo? Lei se ne era andata, come tutti gli altri. “ E’ davvero finita? ” chiese Draco, guardandola dritto in quegli occhi, da scrutare, scoprire, amare; e Astoria annuì.

Draco ebbe un improvviso moto dentro, e si sentì più forte e più libero di quanto non lo fosse mai stato prima. Istintivamente le prese una mano, avvicinò Astoria e sfiorò le labbra di lei con le sue. Lei non si ribellò, e anzi, si stupì della dolcezza di quello sconosciuto. Il sogno durò quel tanto per rendersi conto di ciò che stava succedendo. Schiamazzi arrivavano dalla Sala Grande, elogiavano Potter. Si sentirono dei passi. Astoria si allontanò da lui. “ Arriva qualcuno. Devo andare. ” E così come era arrivata se ne andò. Draco rimase paralizzato, e fissò il punto in cui la ragazza era sparita. Ma i passi si facevano sempre più vicini. “ Draco! Draco! ” Era suo padre, Lucius. Lo stavano cercando. “ Sono qui! ”  urlò febbrilmente il ragazzo. C’era tempo per le spiegazioni. La guerra era finita.  “ Draco, finalmente sei qui! ” gridò Lucius, abbracciando il figlio. Lo aiutò ad alzarsi. “ Dov’eri finito? ”

“ Padre, c’è tempo per le spiegazioni. ”

Note di fine capitolo

Spero che vi sia piaciuto il primo capitolo. Accetto qulasiasi critica da parte delle fan di Draco, ma è la prima volta che mi cimento con questa coppia, e ci sto mettendo tutto il cuore possibile! Grazie, Sleeping B.

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