Note alla storia

Titolo: Moonlight and the Star
Autore: [info]queenseptienna
Fandom: Harry Potter
Pairing: Sirius/Luna
Personaggi: Sirius Black, Luna Lovegood, Harry Potter
Rating: PG13
Genere: romantico
Avvertimenti: AU
Info: ho scelto questo assurdo pairing per partecipare al contest “Crazy pairing fiction” indetto dal Marauders Archive e dall'Italian Drarry Archive.
La cosa assolutamente scandalosa, a mio avviso, è che questa è la prima het che scrivo da circa... mhhh... un anno? XD Mi disgusto da sola, davvero. Il fatto di aver trovato ispirazione su questo genere e su una simile coppia, indica chiaramente che i miei neuroni sono dichiaratamente alla frutta. In più è una PG13, traete da soli le vostre conclusioni q.q

Note al capitolo

Note: Il racconto è dedicato a [info]nasreen44 , in assoluto ritardo per il suo ventunesimo compleanno :D (confesso ho cestinato senza possibilità di appello la Drarry che avevo iniziato q.q)

Disclaimer: Harry Potter non è mio e mai lo sarà, almeno che non vinca all'Enalotto e guadagni abbastanza per comprarmi i diritti. Fino a quel giorno, temo che non ci guadagnerò una lira a scrivere di tutto questo XD

 

I'm just a loser in the game of love
I'm just a stray boy in the shade
And how I wish to know what love is like
To find someone to contemplate (*)



Lui era l'uomo sopravvissuto al Velo.
Lei era la ragazza stramba, diventata donna troppo presto a causa della Guerra.

Sirius Black stava trascorrendo l'ennesimo giorno da prigioniero in Grimmaulde Place, numero dodici. Nonostante Harry avesse sconfitto Voldermort, il Ministero della Magia non aveva ancora tolto la taglia sulla testa di Padfoot, anche se vi erano tutti i presupposti per farlo e il Golden Boy stesse lavorando ai fianchi del Ministro.
Quanto era passato, una settimana? Sette dannatissimi giorni in cui non aveva messo il naso fuori dalla porta, relegato in quella casa polverosa da tutti i suoi amici. Con un ringhio sordo, l'uomo si chiese quanto si potessero considerare tali, visto che persino le visite di Harry si erano diradate.
L'unica era lei.
Sirius, a ben dire, non la poteva soffrire. Luna Lovegood, quella pazza, era l'unica che lo andava a trovare regolarmente -ogni due giorni circa- e gli portava la spesa, con una quantità di cibarie decisamente superiore al suo fabbisogno. Quando lei arrivava, tutto il tran tran di Black andava a rotoli e lui saltavano i nervi.
Prendeva e iniziava a cucinare per loro due e Kreacher, senza chiedergli il permesso. Poi indossava un orrendo grembiule a fantasia di rape fucsia, si armava di scopa e paletta e andava all'avventura di una nuova stanza da pulire, con quei ridicoli orecchini fatti di tappi che dondolavano a tempo con la musica inesistente che canticchiava. Sirius rimaneva sempre addossato allo stipite della porta, ad inveirle contro di smetterla di pulire ogni camera, perché poi lui vi avrebbe fatto sempre lo stesso casino dentro.
Luna sorrideva, quasi indulgente, mentre scuoteva la chioma pallida e continuava imperterrita a togliere ragnatele, senza degnarlo di qualche forma di attenzione.
E Sirius andava in bestia per questo.
Doveva ammettere però, che nonostante l'aperta ostilità che le dimostrava (era troppo piccola, troppo pallida troppo magra, troppo stramba!), Luna continuava ad orbitargli attorno, regalandogli piccoli momenti di vita quotidiana che, se lei non vi fosse stata, non sarebbero mai esistiti.
Ma sì, in fondo gli faceva passare più velocemente le ore del giorno.
In quelle della notte, invece, curiosamente sognava l'oggetto delle sue invettive. Al mattino di rado si ricordava qualcosa, sapeva solo di trovarsi in una situazione imbarazzante.
Quella mattina, Sirius si alzò dal letto con la consapevolezza che entro breve lei sarebbe arrivata a tirarlo fuori dalle coperte. Lo avrebbe afferrato per un braccio, sorridendo in quella maniera timida e svagata che la contraddistingueva e lo avrebbe buttato in bagno, mentre lei trotterellava verso la cucina e iniziava a preparare qualche misteriosa ricetta suggerita dai Nargilli che aveva nella testa.
Così Sirius si ritrovò contro la sua volontà a sorridere, tirandosi il lenzuolo sulla testa e attendendo. Poco più tardi senti il familiare rumore della porta del frigorifero sbattuta, ma di lei ancora nessuna traccia.
Luna non venne a svegliarlo.
Innervosito da quell'interruzione della propria routine, Black scostò le coperte con un calcio e scese si sotto, con solo i boxer indosso e i capelli lunghi che puntavano curiosamente verso sinistra, reduci da un incontro con il cuscino. Arrivato in cucina, non vide le esili spalle di Luna, bensì quelle molto più ampie di Harry Potter.
- Che cosa diamine ci fai tu qui, per Godric? - esclamò l'Animagus, accigliandosi più del dovuto.
Potter si voltò di scatto e gli andò incontro sorridendo. - Ti sei svegliato di cattivo umore, Syr?
L'uomo scrollò le spalle abbracciando il ragazzo, però poi chiese - Perché non c'è quella spostata, oggi?
- Non te lo ha detto? - rispose Harry - E' andata per qualche giorno alla vecchia casa di suo padre con il suo fidanzato.
Black aggrottò le sopracciglia. - Ha un fidanzato? Quella? - Ma in realtà sentiva un'irragionevole furore salirgli al petto.
Il Golden Boy gli batté una mano sulla spalla, per poi voltarsi e mettere su la teiera. - Certo che sì. Hai presente Oliver Baston, il capitano dei Cannoni Chudley? Si sono messi insieme dopo che lei ha preso il diploma ad Hogwarts.
Padfoot preferì non domandarsi cosa andasse a fare Luna Lovegood a Grimmauld Place ogni due giorni, se aveva un fidanzato come quel pallone gonfiato di Baston che la aspettava al di fuori da lì.
- Capisco. - si limitò a borbottare, sedendosi al tavolo e accettando la tazza di the che Harry gli porgeva. Sorseggiò con calma la bevanda, ascoltando i discorsi dell'altro, che gli stava comunicando che qualcosa al Ministero si era mosso e che a breve avrebbe ottenuto la propria libertà. Poi, come se niente fosse, iniziarono a discorrere della stramba ragazza che era Luna Lovegood.
- Da quando il padre è morto, è molto cambiata. - gli stava dicendo Harry - Ok, non che sia diventata completamente normale, guarda gli orecchini, però si è ridimensionata. Oliver è stato molto d'aiuto in questo.
Oh, certo! Il grande Baston! Pensò acidamente il Malandrino, facendo una smorfia. - Non credo di voler sapere come era prima allora. - brontolò.
Poco più tardi si salutarono e Sirius comprese che per qualche giorno non ci sarebbe stata nessuna Luna con scopa da ragnatele da inseguire per casa, nessuna pazzoide da prendere in giro e parlare di Nargilli che si stavano possedendo Kreacher come il demonio. Una tristezza infinita lo pervase, al punto di chiedersi da quando gli importava qualcosa di lei e per quale ragione si sentiva innaturalmente geloso di Baston.



Passarono i giorni e finalmente Luna tornò, con la spesa, il grembiule con le rape e tutto il resto. Sirius però, la stava aspettando in cucina.
- Ciao! - lo salutò in un patetico tentativo di sembrare allegra - Come mai già sveglio?
- Ti aspettavo. Non mi hai detto che andavi via. - rispose Padfoot, studiandola con lo sguardo. Le guance di lei si imporporarono e si girò verso il frigorifero, ma l'uomo riuscì comunque a notare gli occhi orlati di rosso e il labbro morsicato fino alla carne viva. Aveva pianto.
La ragazza prese a mettere le proprie assurde pietanze dentro l'elettrodomestico che Harry aveva incantato per funzionare senza energia elettrica. - Scusami. Sono andata alla casa di mio padre, ma non credevo ti potesse importare.
Sirius rimase perplesso da quel discorso. Era probabilmente la prima volta che Luna non gli parlava di misteriosi esseri inesistenti o altre stranezze. La faccenda doveva essere grave, pensò.
- Cosa te lo fa credere? Harry mi ha detto che sei andata con il tuo... ragazzo. - Sirius quasi sputò l'ultima parola.
- Ah, si, Oliver... - mormorò lei, posando una torta di mele e carote del Baltico sul tavolo di quercia, proprio davanti a Padfoot, che annusò con piacere il profumo del dolce, nonostante l'aspetto fosse terribile. - Non è più il mio ragazzo. E comunque tu non sembri mai molto interessato a me. - si difese debolmente.
Black bloccò a mezz'aria il movimento che stava facendo con la forchetta e la fissò in volto, serissimo. -Ah. Posso chiederti come mai? Sappi che mi interessa.
- Diciamo che non ha apprezzato molto l'idea di rimettere a nuovo la casa di papà. Credo anche che non gli siano piaciute un sacco di altre cose. - aggiunse vaga, tagliando un pezzo di torta per sé.
Mangiarono in silenzio, ma l'Animagus non riusciva a smettere di guardarla. A quanto pareva quel bastardo di Baston l'aveva fatta soffrire.
Più tardi, Luna si armò di grembiule e scopa, annunciandogli che quel giorno avrebbe rimesso a posto la stanza di Sirius che, stranamente, non fece alcuna resistenza.
Si appoggiò al solito stipite e rimase a guardarla come sempre, ma persino lui poté notare che c'era qualcosa di diverso. Luna era silenziosa, non cantava, non parlava agli Snasi Rampicanti che pretendeva essere nei cassetti della sua biancheria intima. Era, però, più bella del solito. Non indossava stramberie e questo, agli occhi di Sirius, la rendeva di gran classe, non più una mocciosa che si vestiva con i tappi delle Burrobirre come collane o orecchini.
Sussultò dalla sua postazione quando si rese conto di essersi distratto e le spalle di Luna tremavano leggermente. Incuriosito le andò vicino, toccandole la schiena. La ragazza si voltò di scatto, mostrandogli il volto rigato da lacrime solitarie.
- Perché piangi? - Black glielo chiese con un'innaturale gentilezza, così lontana dalle sferzanti parole con cui era solito apostrofarla.
- Non è nulla. - lo rassicurò lei, sorridendo prontamente e Sirius lasciò stare, senza però riuscire a fermarsi.
Troppo tardi si rese conto di essersi avvicinato a lei e di averle sfiorato le labbra in un bacio.



Due giorni dopo tornò Harry, portandogli la lieta notizia che il Ministero aveva finalmente preso a carico la sua pratica e che, entro fine settimana, sarebbe tutto finito. Sirius avrebbe voluto dire di essere contento, ma l'unica cosa che sapeva era che, per colpa sua, Luna non era andata da lui.
- Dove abita la ragazza? - chiese improvvisamente, troncando a metà il discorso del Golden Boy. Questi sorrise comprensivo. - Ha un piccolo appartamento a Diagon Alley, proprio sopra il negozio di Olivander. Ti ricordo però che non puoi ancora uscire e che...
Troppo tardi. Pochi istanti dopo un grosso cane nero sfrecciava a velocità folle lungo la strada che conduceva in centro, in direzione del negozio di bacchette magiche.
Quando arrivò a destinazione, scansò alcuni giovani maghi ed entrò in una porta laterale, salendo al pianerottolo che gli era stato indicato. Quando bussò era già tornato in forma umana, ma gli occhi di Luna sgranarono lo stesso come se si fosse trovata davanti a Cerbero, una volta aperto.
- Ti aspettavo. - ringhiò Padfoot, entrando - Perché non sei venuta?
Luna fece per rispondere, ma una voce maschile interruppe le sue parole. Oliver Baston, visibilmente arrabbiato, irruppe nel vano. Quando vide Sirius, guardò sprezzante l'ex fidanzata. - Ah, eccolo il tuo pulcioso principe azzurro. Ecco Black, l'aitante protagonista dei tuoi sogni di spostata. Allora è vero che te la fai con lui.
Sirius spalancò gli occhi, guardando verso Luna che arrossì e distolse lo sguardo. Poi registrò le parole di Baston e si slanciò in avanti, afferrandolo per il colletto. - Come ti permetti, razza di scimmione senza cervello?
- Tsk, ora sei anche il difensore della casta e pura Luna Lovegood? Oppure almeno tu sei riuscito a portartela a letto, eh?
Black non ci pensò molto. Gli sferrò un sonoro cazzotto e lo buttò fuori dall'appartamento, urlandogli di non farsi vedere mai più. Infine si voltò a fronteggiare Luna, che sembrò essere simile in maniera inquietante alla tappezzeria, tanto tentava di nascondersi.
- Cos'è questa storia? - le domandò, facendosi vicino e afferrandola per il mento. La ragazza tremò e si aggrappò alla sua t-shirt logora, scoppiando in un pianto dirotto. Gli confessò tutto, come il fatto di andare a Grimmauld Place ogni due giorni all'inizio fosse un semplice dovere deciso insieme a tutti gli altri per aiutarlo. In seguito si era trasformato in una scusa per poterlo vedere, per poterlo ammirare la mattina nel suo letto e passare un po' di tempo insieme a lui. E quando era andata alla casa del vecchio Xenophilus, Oliver non aveva preso bene la rivelazione che fosse ormai innamorata cotta del vecchio Malandrino.
Balbettò quelle ultime parole con evidente sforzo, a contrasto con l'abituale gaiezza e pazzia. Sirius se ne infischiò ampiamente e la baciò, facendola arrossire ancora di più.
- Spiegami un po' quella cosa del “casta e pura”? - le domandò l'Animagus, accarezzandole i fianchi poco femminili.
- Non sono mai... non ho mai fatto niente con Oliver. - Luna ansimò, quando le labbra di Sirius si posarono sul suo ventre. Quest'ultimo ghignò, alzandosi e prendendola in braccio, dirigendosi verso la stanza da letto.
- Benissimo, così posso mostrarti quanto ti amo anche io.


FINE

Note di fine capitolo

(*) Il brano all'inizio è tratto dalla canzone “The Scarecrown” degli Avantasia.

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