Note al capitolo

Sempre più irriverente! Ecco qua la nostra Any eccetera eccetera all'opera in una banale giornata ad Hogwarts! Buon appetito!
I giorni successivi trascorsero senza particolari incidenti, e le lezioni cominciarono a susseguirsi come le Dieci piaghe nell’Antico Egitto.
Inutile dirvi che grazie alle strepitose conoscenze di Anemone Alice eccetera eccetera, Grifondoro era subito balzato in testa alla Classifica delle Case.
Comunque quella tiepida mattina di settembre non erano le straordinarie doti, né la stupefacente bellezza della nuova arrivata a tenera banco, stranamente, ma l’imminente arrivo delle altre due scuole di magia, Durmstrang e Beauxbatons, che avrebbero gareggiato nella competizione del Torneo Tre Maghi insieme alla scuola ospitante. Il corpo studentesco era così in solluchero che, nonostante Silente avesse spiegato più volte le regole e le modalità di svolgimento della gara, furono distribuiti diversi opuscoli, per spiegarne il funzionamento e per chiarire le politiche di Hogwarts in merito all’educazione, ai comportamenti da tenere nei confronti dell’altro sesso, al consumo di alcolici, di varie pozioni stupefacenti e simili.
Il Quarto Anno si diresse in massa verso l’Aula di Difesa Contro le Arti Oscure, in cui il Professor Moody, un vecchio Auror rimbambito più di un troll dopo una sbronza, avrebbe tenuto l’odierna incredibile lezione.
Anemone, la nostra dolce e affascinante eroina, si accomodò con grazia al primo banco accanto ad Harry Potter, poiché, guarda caso, era l’unico posto disponibile.
Moody, detto “Occhio - birbo” o “Malocchio Gamba di Legno”, entrò in Aula, sbattendo rumorosamente l’arto artificiale sul pavimento. Fece l’appello, partendo ovviamente dalla lettera A.
“Allora- attaccò il Professore, scuotendo la chioma brizzolata- ho ricevuto una lettera dal Professor Lupin, e so che siete molto preparati su Kappa, Marciotti, Berretti Rossi, Mollicci e Lupi Mannari, è esatto?”
La classe annuì. Moody si stava dimostrando noioso quanto i lamenti di Potty per il suo destino.
“Ma vedo che siete molto, molto, molto, davvero molto indietro sulle Maledizioni. Possibile che quel babbuino di Silente… cioè quel grand’uomo non vi abbia mai insegnato nulla in proposito? No? Bè rimettiamoci a pari. Come vi ripeteranno talmente tante volte da causarvi vomiti e convulsioni i G.U.F.O. sono vicini!”
Hermione si acquattò sulla sedia. Lei lo aveva sempre detto. Sin dal suo primo giorno ad Hogwarts.
Il Professore prese un barattolino, ricolmo di velenosissimi aracnidi equatoriali. Ne estrasse uno, mentre Ron cominciò a rigettare nella cartella di Neville e, dicendo “Engorgio”, lo fece diventare delle dimensioni del Chihuaua di Paris Hilton.
“Allora chi sa dirmi cosa sono e quali sono le Maledizioni Senza Perdono?”
La classe cadde nel silenzio più completo. Qualcuno fece finta di non esistere, mentre altri tentarono una mimetizzazione con la parete. Solo due mani si alzarono in aria.
Ovviamente la prima era quella di Hermione Granger, la secchia per antonomasia, mentre la seconda (indovinate un po’) era quella di Anemone.
Il Professore diede la parola ad Hermione, che aveva alzato la mano per prima. Questa, dopo essersi schiarita la voce, attaccò a parlare con il solito tono da pomposa “sottutto” : “Le Maledizioni senza Perdono sono strumenti di tortura illegali. Le più pericolose sono tre: Imperio, Cruciatus e, la più temibile, Avada Kedavra. E…”
“Perfetto signorina Granger! Dieci punti a Grifondoro!” Esclamò burbero Moody.
Sul volto di Hermione comparve la più autentica felicità e si mise a guardare in giro con aria saputa e sprezzante.
Anemone, imperterrita, sventolava la mano per aria, sorridendo incoraggiante al Professore, che rimase talmente abbagliato da tanta radiosa bellezza e personificazione di bontà da rischiare di rivelare la sua identità segreta.
Confuso, fece cenno alla ragazza di parlare, mentre questa scuoteva la chioma, catturando l’attenzione di tutti i presenti sui suoi meravigliosi riflessi oro e rosso, naturali e senza l’uso di mechès.
“Ciò che ha detto la compagna è assolutamente esatto e preciso,- attaccò con una voce dolce e celestiale, ma allo stesso tempo sicura- ma mi sembra doveroso spiegare il funzionamento di tali Maledizioni, così tragiche e drammatiche da essere l’arma preferita di Voldemort!”.
Per poco Ron e Neville non caddero dalla sedia. La classe cominciò a mormorare, presa dall’isterismo, Hermione ruppe un paio di matite, arrabbiata per il comportamento da “sottutto” della compagna, mentre Harry, ammirato dal coraggio della ragazza, cominciò a sentire le farfalle nello stomaco. Era così meravigliosa e impavida! Cosa l’aveva portata a pronunciare in tono così sprezzante e vendicativo il nome dell’Oscuro Mietitore?
Dal fondo dell’Aula, Malfoy la fissava. Quella ragazza era troppo eccezionale per essere finita fra quei Troll dei Grifondoro. Sicuramente era Purosangue. E poi aveva un’aria così famigliare! Gli occhi, che, con suo stupore, cambiavano colore, virando dall’ “oro colato dei folletti Gringott” al “nero carbone dell’Inferno, girone dei traditori”, avevano una forma che gli ricordava, molto vagamente, quelli di sua madre, cerulei.
Inspiegabilmente cominciò a provare una sensazione a livello dello stomaco e arrossì, quando la meravigliosa rossina, lo fissò.
Che dono fastidioso poteva essere quello di essere un’esperta di Legimanzia! Anemone arrossì, assumendo l’aspetto di un povero angioletto caduto dal cielo, percependo i pensieri di Potty e Malfy.
Vi chiederete come mai non si accorse della natura del Professore. La risposta è evidente, chiara quanto il sole offuscato da una tempesta. Lei era così giovane e inesperta e il Professore un così abile Occlumante! Senza contare che insomma, se se ne fosse accorta subito il mio lavoro si sarebbe intitolato “Mary Sue e la sconfitta fulminea di Crouch” e addio divertimento.
Comunque Anemone, per nulla intimorita, tenne una Lectio Magistralis sulle Maledizioni senza Perdono, illustrando varie ricerche che aveva fatto per suo conto. Distribuì l’elaborato alla classe e Moody, sempre più ammirato, o forse, anche lui innamorato, rimase senza parole. Completò l’esauriente ed esaustiva spiegazione, fornita dall’incredibile genietto, torturando un paio di ragni, che si scoprì essere radioattivi e infettati dalla Cryptonite.
“Meravigliosa! Bravissima! Eccezionale!- Esclamò battendo le mani e incitando la classe a fare altrettanto- Cento punti, anzi Duecento punti a Grifondoro!”
Tutti applaudirono estasiati e ammirati, pendendo dalle labbra della giovane. Questi si schermiva, arrossendo. Non amava stare al centro dell’attenzione.
Solo una persona non applaudì: Hermione Granger.
Si alzò di scatto e senza dire una parola, scappò via dall’Aula, piangendo come un’attrice tragica nei momenti più patetici dell’opera.
Anemone sentì i pensieri carichi di odio della ragazza e ci rimase così male che lacrime argentee come la luna e le perle di mare caddero copiose dai suoi occhi meravigliosi. Perfino nel pianto era bella. Il suo viso non si deformava, ma rimaneva sempre fresco e, anzi, aumentava l’aspetto da cucciolo indifeso.
Potter e Malfoy si alzarono di scatto, porgendole non miseri fazzoletti di carta, ma fazzoletti di seta, ricevuti il giorno della nascita.
“Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno! Lasciatemi sola!” Esclamò, lasciando interdetti i poveri cavalieri, a cui si spezzò l’orgoglio.
Lei era come dire… bisognosa d’affetto, ma lo stesso modo indipendente, come tutte le Mary in cui incappiamo, incautamente.
Si alzò, correndo leggera come un unicorno anoressico in assenza di gravità, e oltrepassò la porta. Dietrò di sé lasciò un profumo indescrivibile, dalle note fiorite, fresche, mentolate, agrumate e speziate.

Note di fine capitolo

Sue, Sue... Why are you, o little and darling Sue?
La storia sta per prendere la piega che tutti oramai stavamo aspettando, ma a voi lascio il fatidico quesito: Malfy o Potty? Chi conquisterà il cuore dolceamaro di Any??
Recensite e fatemi sapere, magari dandomi qualche suggerimento per strappazzare My Mary! Lizzie

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