Note alla storia

Carissimi fratelli di Accio,Mary mi ha schiavizzata. Dopo che le avevo dato la vita si è trasformata in un simpatico parassita che mi sfrutta per la sua gloria. Scherzi a parte, sono secoli che non scrivo una fanfiction, ma in un periodo di stress emotivo da esami, ho deciso di sfogarmi un po'. Mentre cercavo l'ispirazione per un nuovo personaggio ho avuto l'illuminazione: perchè non scrivere un racconto che mi aiuti ad esorcizzare la "Sueite" che mi ha già colpito e che appesta decine e decine di ff che popolano il web?
Dovete sapere che mi sono trovata a cancellare dal sito una ff a capitoli da me redatta a gennaio, per ovvi motivi. In preda a raptus universitari avevo costruito un mondo a mia immagine e somiglianza in cui una serie di, alquanto improbabili, personaggi faceva il suo ingresso nel mondo di Hp con le vesti della Next Generation. Essi, dotati di qualità sovraumane che li rendevano più simili agli "X-men" che a Maghi, erano "Vampiri", palesemente copiati dalla Meyer, "Mannari", una commistione di generi e credenze popolari, "Veela ibride", queste di mia invenzione, purtroppo, e chi più fandom ha più ne metta!
Vergognandomi come Ron al Ballo del Ceppo, appena tornata in me, di aver scritto un simile "pastrocchio" ho cercato di porvi rimedio partorendo questo lavoro, che mi ha divertito tanto e che mi diverte ancora. Finite le premesse non mi resta che dirvi: Buona Lettura e Occhio alla Sue che c'è in Voi!
Anemone Alice Amber Allison Andy Adamantine si torturò una ciocca di capelli nocciola. Era così agitata!
Dopo aver trascorso i primi anni nella Scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons, in Francia, per lei era stato un trauma dover cambiare.
Era stato Silente in persona a cercare di proteggerla. Dopotutto avere il dono di essere un’Occlumante nata era una cosa pericolosa. Riuscire ad intercettare i pensieri delle persone che le stavano attorno era un’utile facoltà e, se non fosse stata ben controllata, avrebbe sicuramente avuto la possibilità di cedere al Lato Oscuro.
Così se ne stava ad aspettare davanti all’ingresso della Sala Grande e, dopo che Silente chiamò il suo nome, entrò.
L’intera Sala ammutolì, mentre un coro di folletti della Cornovaglia, armati di cetre, cornucopie e abbigliati con perizomi presi in prestito da lottatori di sumo, suonò la “Primavera” di Vivaldi. La ragazza entrò a passo di danza, e, con estrema grazia, si sedette sullo sgabello al centro della Sala. Si calò sulla testa il Cappello Parlante e le luci attorno a lei si spensero, illuminandola, al centro del palcoscenico.
Silente guardava la sua creatura ammirato. Era così perfetta, così buona e gentile, ben diversa dagli oscuri genitori a cui l’aveva strappata. Quasi si commosse, pensando al fatto che la piccola Anemone non conosceva le sue origini. Si disperò pensando ai problemi in cui avrebbe potuto incappare, a causa delle sue doti, così straordinarie. Lacrime argentee caddero dal suo naso adunco, annacquando la sua minestra di porri e zucchine. Prese un lembo della veste della Cooman, seduta alla sua sinistra, e si soffiò abbondantemente il naso, tanto quella stordita l’avrebbe preso per un ricamo della sua veste.
“Allora…” Mormorò il Magico Berretto.
“Ti prego non Tassorosso o Corvonero!” Pensò la ragazza, stringendosi le delicate manine in una morsa.
“Ma perché no? Dopotutto vedo che sei una gran lavoratrice, più dei Sette Nani messi insieme! Perfino Tosca Tassorosso ti avrebbe invidiata! E poi vedo intelligenza da vendere! E tanto intuito e voglia di scoprire il mondo! Meglio di Cristoforo Colombo! Priscilla Corvonero ti adotterebbe al posto di quella sconsiderata di sua figlia!”
“Sono Case così… così anonime! Io mi sento coraggiosa! E ambiziosa! Voglio seguire le orme dei più grandi maghi di tutti i tempi!” Disse Anemone, mentre i suoi occhi d’oro, più dorati di quello creato dai Folletti della Gringott, si velavano, sognanti.
“Uhmmm… Hai ragione. Vedo tanta ambizione e desiderio di mettersi alla prova! Oh, per Serpeverde! Sei tanto ambiziosa quanto Silente e Colui-che-non-deve-essere-nominato. E sei coraggiosa! Come Grifondoro! Non temi il pericolo….”
Il Cappello ebbe la prima crisi isterica della sua vita. Dove avrebbe collocato quel mosaico così perfetto? Così pieno di buone qualità e doti?
Per l’ansia si lacerò un paio di cuciture. Poi, preso dallo sconforto, emesse un suo verdetto:
“Grifondoro!”
La tavolata di Grifondoro, specialmente la parte maschile, esplose in un applauso. Quella meraviglia di fanciulla era capitata proprio da loro. Che fortuna.
Anemone si sedette, con una grazia da far invidia all’Etoile dell’Operà, ignorando i pensieri impuri che i suoi compagni stavano pensando.
Harry che era rimasto a bocca aperta, come tutti gli altri ragazzi, non smetteva di fissarla.
Era la ragazza più bella che avesse mai visto. I lunghi capelli castani, leggermente ondulati sulle punte, emanavano riflessi dorati e rossi, mentre sembravano scossi da una leggera brezza. In realtà si trattava della precipitosa fuga dei folletti che, alla vista di Gazza, si erano dileguati tutti con una corsa che avrebbe fatto invidia a Flash, lasciando dietro di loro uno spostamento d’aria degno di un’esplosione.
Comunque non erano solo i capelli a colpirlo. La nuova arrivata era alta, magra, degna delle modelle che sfilavano per la taglia 36, ma con tutte le forme al posto giusto.
Insomma era una vera bellezza, meglio della dea Venere stessa. Cioè se Paride l’avesse vista le avrebbe assegnato senza indugio la Mela D’Oro, risparmiandoci anche la guerra di Troia.
La sua pelle poi era leggermente abbronzata, dorandola come uno Zuccotto di Zucca al forno.
Harry arrossì, quando la dea lo fissò con i suoi occhi d’oro liquido.
Anemone sorrise, in imbarazzo. Proprio non si spiegava i pensieri che tutti gli uomini nella Sala, Professori compresi, le stavano dedicando. Non aveva niente di speciale e poi era così umile!
“Cosa c’è?” Chiese, parlando con una voce così dolce e angelica da poter essere scambiata per quella delle Sirene del Lago Nero.
“Niente…” Sussurrò il Bambino Sopravvissuto, visibilmente in imbarazzo.
Hermione, che non capiva il motivo di tanto interesse, le rivolse una domanda.
“Benvenuta ad Hogwarts, Anemone. Come mai hai lasciato la Francia? E’un paese così bello! E i formaggi sono così buoni! Specialmente il Roquefort!”
“Ma! Io preferisco il Chester!” Rispose Ron, patriottico.
“Hai ragione, non è male. Anche se la storia della nascita del Roquefort è così emozionante!” Esclamò Hermione, o meglio, la riccia.
“Aspetta! Lo hai letto in ?” Chiese Anemone, sorprendendosi che qualcun altro avesse letto il libro che più amava al mondo. A pensarci bene lei aveva letto quasi l’intero patrimonio letterario dell’umanità, grazie alla sua intelligenza così duttile e fuori dal comune.
“Sì! E’un libro che mi dà tutte le risposte!”
“Anch’io lo amo! Se tu apri una pagina a caso ogni giorno ti dà anche l’oroscopo!”
“Davvero? Non lo sapevo!” Esordì Hermione, stupita dal fatto di non sapere qualcosa.
Hermione alzò gli occhi e pensò fra sé e sé: “Questa ff comincia a darmi i nervi!”
Quando terminarono la cena, dove Anemone fece sfoggio del perfetto Galateo che le avevano insegnato a Beauxbatons, tutti si alzarono come una mandria in preda alle coliche, correndo come disperati verso i dormitori. Tutti, ovviamente, tranne Alice, che camminò leggera come un colibrì zoppo.
Salì le scale, ondeggiando la chioma ad ogni passo. I quadri, vedendo una simile apparizione, rimasero così impressionati che non si mossero per diverse ore. Perfino la Signora Grassa, che provò le stesse emozioni che avrebbe potuto provare una delle sorellastre di Cenerentola alle selezioni di Miss Universo, la lasciò passare, senza chiederle la parola d’ordine.
Salì in camera sua e le compagne, invidiose e furenti quanto un Elfo Domestico senza lavoro, non la salutarono nemmeno.
Lei non se ne curò, pensando che gli sguardi delle ragazze fossero dovuti alla mancata digestione della cena.
Indossò una camicia da notte di seta bianca disegnata apposta per lei da una nota stilista francese. L’artista infatti, dopo averla vista passare sotto le finestre del suo atelier a Parigi, era accorsa in strada, pregandola di vestire la sua radiosa bellezza.
Anemone si addormentò, serena, lasciandosi avvolgere da meravigliosi sogni di gloria.

Note di fine capitolo

Ta-dam! Et-voilà la nostra Sue!Sempre più Egoista, Presuntuosa e Perfetta! Spero che vi sia piaciuta ma, se così non fosse, lasciatemi sempre e comunque un vostro parere.
Ah, sì! Quasi dimenticavo, questo racconto vuole essere nient'altro che un divertente habitat in cui far crescere al meglio la mia "Sueghotchi" dimostrando tramite artifici letterari quali iperboli e climax quanto possono essere divertenti e demenziali le Sue, che rappresentano le loro autrici.
Certo non nego che costruirmi una Sue sia stato piacevole, terapeutico e che mi abbia fatto sentire in preda a deliri di onnipotenza letteraria, ma l'unico lettore che secondo me troverebbe interessante leggere una Sue è lo psicologo. Almeno ci farebbe un bel saggio da propinare a qualche giornale che titolerebbe: "Come il Fandom sta traviando i nostri giovani!", oppure "Quando l'Onnipotenza corre sul Web!" o, infine, senza esagerare, "Mary Sue e Autori: sfogo dell'anima o personaggio schiavista?".
Insomma avete capito, le Mary ci hanno rotto i Boccini!
Continuate a seguirmi e grazie per l'attenzione! Lizzie, the "Sue-buster"

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