Note al capitolo

Nel pairing ho indicato altro, in quanto in questa storia si parla dell'"idillio" fra Lavanda e Ron, il che non significa che io sostenga questa coppia...;).
Questo è il settimo episodio delle Christmas Tales. Lo so che a Natale manca poco, ma sto cercando di strecciarmi fra gli impegni di casa, scuola e scuola guida per terminare tutte le storie che ho in mente nel più breve tempo possibile. Mi sto impegnando, insomma!
Come ogni volta, consiglio di leggere con la canzone omonima in sottofondo (è delle TATU).
E ora la dedica.
Alle mie compagne di classe Taisia (Tai) e Maria Claudia (Mari) e ai miei compagni Edoardo e Andrea. In fondo mi dispiace che questo sia il nostro ultimo anno tutti insieme. Buon Natale ragazzi!
“Perché non gli ho mandato una lettera?” si chiese la ragazza per la centesima volta in poche ore, il volto corrucciato e indeciso che si rifletteva nello specchio di fronte a lei.
“Dunque,” le rispose la sua migliore amica, a mò di coscienza, ripassando il mascara glitterato sulle lunghe ciglia. “Mi sembra che fosse perché ti avevo consigliato di non farlo.”
“Oh accidenti perché lo hai fatto?” disse di rimando l’altra.
Calì sospirò senza farsi sentire. Con Lavanda c’era da avere pazienza, specie per le questioni di cuore. Lei, infatti, era una di quelle giovani donne che amano analizzare ogni dettaglio del comportamento del proprio partner, in cerca di segnali. E poi che cosa ci trovasse in quel Ron Weasley le restava proprio un mistero. Due anni prima, al Ballo del Ceppo, l’aveva sì e no salutata. Ora, però, la vecchia Lavy sembrava bruciare di ardente passione, e niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea.
“Perché sarebbe ridicolo, visto che hai già pensato agli auguri e al regalo prima che partisse.”
“E’ vero…” disse, continuando a fissare la propria immagine. “Però, sai…”
“Oh Lavy, per Merlino, piantala adesso!” sbottò l’amica.
Altre dieci ore circa di fila a parlare di RonRon non poteva proprio più reggerle.
Lavanda sembrò restare scossa da quella reazione. Possibile che anche lei dovesse reagire a quel modo? E con chi avrebbe dovuto confidarsi allora? Si limitò a riprendere a pettinare i lunghi capelli biondi, tentando di concentrarsi sul fermaglio a forma di fiocco rosso appoggiato sul mobiletto lì vicino, a come avrebbe potuto utilizzarlo per la sua acconciatura… e a Ron sarebbe piaciuta? Niente, da fare, era impossibile smettere di pensare a lui! E credere che lo aveva ignorato così a lungo… eppure non poteva più farne a meno.
“Secondo te lui mi ama davvero?”
Calì buttò fuori l’aria, manifestando il proprio disappunto per la piega che stava prendendo la serata.
“Non lo so… Perché non dovrebbe?” le rispose, passando l’ombretto viola sulle palpebre socchiuse.
“Beh…”
La spazzola frusciò ancora per qualche secondo sulla chioma della ragazza, l’unico suono nel silenzio.
“Dai, sputa il rospo!” la incoraggiò Calì, che ormai la conosceva troppo bene per non capirla.
“E’ che c’è sempre quella Hermione con lui…”
“Non sarai mica preoccupata per quella lì!?” esclamò, portandosi anche lei davanti allo specchio, alle spalle di Lavanda. “E’ solo una saputella permalosa.”
“Ma è anche amica di Ron”
“E tu sei la sua ragazza. Un motivo ci sarà, no, se ha scelto te. Vieni qui,” continuò poi, voltando lo sgabello verso di sé. “Tu sei diecimila volte più carina di Hermione, tanto per cominciare.”
Lavanda chiuse gli occhi per permettere alla compagna di applicarle un po’ di quel mascara luccicoso che l’aveva tenuta impegnata per gli ultimi dieci minuti.
“Sì, ma loro due si conoscono da molto più tempo…”
“Sì, e l’hanno passato per il novanta per cento a litigare. Secondo te quella è un’amicizia che può durare? Io gli do massimo fino alla fine della scuola.”
Il suo ligio lavoro, ora dedicato a colorare di rosso quelle labbra sottili, venne inaspettatamente interrotto da due grossi lacrimoni lenti lungo le guance ambrate.
“Lavy…,” iniziò lei, presa alla sprovvista, allontanando il tubetto. “Ehi, non piangere. Non ne hai motivo.”
“Ho paura,” rispose la ragazza, mentre l’altra le asciugava il viso. “E se durante le vacanze scoprisse che lei gli piace più di me?”
“Non c’è possibilità che succeda una cosa simile. Ti ha mai dato motivo di pensarlo?”
“No, ma…”
“Allora vedi che ho ragione io?”
“Ma è più… è una sensazione, capisci?”
“Una sensazione sbagliata,” le rispose, spalmandole da capo il fondotinta. “Ti vengono certi pensieri solo perché hai fifa,” disse poi, sorridendo per sdrammatizzare.
“Dici?”
“Ne sono sicura.”
A quel punto Lavanda restò persa nei suoi pensieri, e decise che non avrebbe osato oltre. Calì era stata brava a rassicurarla, meglio non darle ulteriori elementi col rischio di vederla rettificare le sue parole.
“A Natale ci vorrebbe sempre qualcuno di speciale con cui passare la serata.”
“Ah, grazie!” saltò su Calì, scherzando solo in parte. “E’ questo il ringraziamento per la tua migliore amica, che tra l’altro si è anche premurata di creare per te il trucco più bello di tutta Hogwarts?”
“Mi dispiace,” le disse Lavanda con un sorriso di scuse che si vide ricambiare.
Rivolse un altro sguardo allo specchio per vedere il risultato dell’impegno dell’amica.
“Anzi, ti ho trascurata un po’ in questi giorni,” ammise poi, riportando lo sguardo su di lei, e alzandosi in piedi.
“Solo un po’?” fece l’altra sollevando un sopracciglio.
“Ok, un po’ troppo,” si arrese Lavanda, e stavolta rise. “Però sono contenta che ci sei anche tu, soprattutto in questi giorni che Ron e io siamo lontani.”
Vedendo l’espressione dell’amica, si affrettò a recuperare.
“Non ho mai avuto bisogno di un’amica come adesso.”
Si mosse verso di lei e la strinse in un abbraccio affettuoso.
“Ti voglio bene, Calì! Buon Natale!”
“Anche io ti voglio bene, stupidona che sei!”
“Ecco la Lavanda che conosco!” esclamò con un gran sorriso quando l’abbraccio fu sciolto. “Allora, vogliamo scendere in Sala Grande e mettere in mostra il look che ci è costato fior di galeoni e di tempo, oppure restiamo qui io e te a guardarci fino a domani mattina?”
“Direi che è meglio andare,” assentì Lavanda, ora di nuovo allegra.
“Oh, bene,” confermò Calì, prendendola a braccetto. “Andiamo a cercare qualcuno da portare sotto il vischio.”
“Io sono fidanzata!”
“Ma io no, carissima…”
Le due studentesse, agghindate per l’importante ricorrenza, presero a percorrere la scalinata a chiocciola.
In cuor suo Lavanda aveva ancora milioni di pensieri. Con chi avrebbe trascorso il Natale Ron? E se dopo il cenone avesse baciato Hermione? Perché continuava a pensarci, perché aveva la sensazione che quei due insieme fossero più giusti come coppia? Ron era il suo sogno, non faceva che rivolgere la mente a lui, chiedendosi ogni volta come si sarebbe comportato nelle più varie situazioni, e cosa avrebbe pensato… Forse avrebbe dovuto dedicarsi di più a lui, magari parlarci un po’ più a lungo ogni tanto. Per il momento, comunque, niente dava ragione di credere che Ron non volesse altro che stare insieme a lei. Se avesse scoperto che lui provava davvero qualcosa in più per Hermione, e che quindi il loro rapporto era stata solo una presa in giro, ne sarebbe uscita con l’orgoglio intatto, addirittura sarebbe stata disposta a lasciarlo lei per prima. Ora però c’era il Natale da vivere, e Ron in fondo sarebbe tornato presto a baciarla e coccolarla, bastava aspettare.
Eppure, proprio quando sembrava essersi rassicurata, Lavanda percepì una nuova scossa elettrica dolorosa dentro di sé. La consapevolezza inspiegabile e pungente che Ron, in quel preciso momento, stesse dicendo o pensando per Hermione delle scuse molto più affettuose di quelle che lei stessa aveva rivolto poco prima a Calì…


What I thought wasn’t mine
In the light
Was one of a kind,
A precious pearl


When I wanted to cry
I couldn’t cause I
Wasn’t allowed


Gomenasai for everything
Gomenasai, I know I let you down
Gomenasai till the end
I never needed a friend
Like I do now


What I thought wasn't all
So innocent
Was a delicate doll
Of porcelain


When I wanted to call you
And ask you for help
I stopped myself


Gomenasai for everything
Gomenasai, I know I let you down
Gomenasai till the end
I never needed a friend
Like I do now


What I thought was a dream
An mirage
Was as real as it seemed
A privilege


When I wanted to tell you
I made a mistake
I walked away


Gomenasai, for everything
Gomenasai, Gomenasai,
I never needed a friend,
Like I do now


Gomenasai, I let you down
Gomenasai, Gomen nasai,
Gomenasai till the end
I never needed a friend
Like I do now

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