Note alla storia

Autore/data: Ida59 – 7 gennaio 2018
Beta-reader:nessuno
Tipologia: one-shot
Rating:per tutti
Genere:introspettivo, sentimentale, commedia
Personaggi: Severus, Ida59
Pairing: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti:AU
Riassunto:Capitolo della storia "Invito a sorpresa" scritta per l'omonima iniziativa del Calderone di Severus.
Parole/pagine: 790 parole / 3 pagine.

Sono qui, seduta.
Immobile.
Senza neppure respirare.
In un altro sogno.
Severus è inginocchiato davanti a me e trema leggermente, il capo appoggiato piano nell'incavo della mia spalla.
Lo abbraccio.
Incredula.
Si abbandona inerme al mio abbraccio.
Chiude gli occhi.
Chiudo gli occhi.
In un altro sogno.                 

*

 Ė la seconda volta che mi trovo a Hogwarts.
Nel suo sotterraneo.
Gli ho portato il mio regalo di compleanno.
Mi ha sorriso e ha suonato il violino.[1]
Poi mi ha portato a visitare il castello dei miei sogni.
Le Sale Comuni delle quattro Case. La Sala Grande. L'aula di Pozioni, quella di Difesa, di Incantesimi, di Trasfigurazione. I corridoi infiniti, le scale a cui piace cambiare, i fantasmi, la presidenza. La biblioteca e il  Reparto Proibito…
Sono senza fiato.
Vivo in un sogno a lungo vagheggiato.
- E ora, prima che tramonti il sole, - dice Severus, - devi ammirare il paesaggio dalla Torre di Astronomia.
Mi blocco incespicando sui miei passi, la gola stretta in una morsa crudele.
No, la Torre di Astronomia no.
Non voglio che soffra.
Si ferma e mi osserva, gli occhi neri che brillano nel volto pallido incorniciato dai lunghi capelli corvini.
Bello come un sogno.
Naturalmente ha compreso tutti i miei pensieri.
Anche quelli che era meglio non comprendesse.
Ma, intanto, non ho più alcuna dignità da difendere, con lui, ormai…
E non mi sono mai sentita così bene…
Scuote appena il capo e mi sorride, i capelli che gli accarezzano lievi le guance:
- Non puoi assolutamente perderti la vista più bella del castello. - insiste facendomi strada.
Una scala infinita.
Ho perso il conto dei gradini.
Mi manca il fiato e mi fanno male tutte le gambe.
E lui, questi scalini, li ha saliti di corsa, quella notte, il cuore incrinato, l'anima che si lacerava, la speranza che moriva.
Povero Severus, amore mio…
Siamo arrivati in cima e Severus spalanca la porta: le cime delle montagne scintillano oltre la merlatura, illuminate dagli ultimi raggi di sole.
L'astro brilla basso nel cielo, pronto a sprofondare dietro i monti, incontro alla notte. Gli ultimi bagliori del giorno sfolgorano illuminando con una cascata d'argento le acque del lago. I lunghi raggi radenti tremolano nell'aria, come miraggio di sogno, e l'argento si fa oro liquido sulle increspature delle piccole onde.
Uno spettacolo stupendo, oltre ogni sogno.
Severus mi sorride dolcemente.
I suoi occhi scintillanti sono le prime stelle di questa notte di sogno.
In un altro sogno.
Parliamo, nel giorno che si fa crepuscolo.
Continuiamo a parlare, nel crepuscolo che diventa notte.
Parliamo ancora, piano, nella notte che ci avvolge protettiva.
Mi avvicino alla balaustra, tra i merli, per ammirare lo scintillio delle stelle riflesse nel lago.
Appoggio la mano sul ferro freddo e sfioro appena le sue dita.
Sono calde.
Lunghe e affusolate.
Mi ritraggo di scatto.
Spaventata.
Ma di che cosa, poi?
Severus mi fissa, incerto:
- Perché? - chiede piano.
Mi mordo le labbra, poi le parole sfuggono dalla bocca, la mente ancora smarrita nel sogno:
- So che non ti piace essere toccato…
Be'… a dire il vero, io non so proprio niente, non lo conosco. Ma al Severus delle mie storie non piace il contatto fisico.
Mi fissa ancor più intensamente con quei suoi occhi neri che contengono tutti i miei sogni. Sembra stupito… della mia comprensione.
Annuisce piano e poi dischiude le labbra in un piccolo sorriso timido.
Sono folle, lo so. Dovrei solo stare zitta e godermi fino in fondo questo momento indimenticabile.
Invece parlo, impulsivamente.
Sono fatta così, non ci posso fare nulla.
- Invece, avresti tanto bisogno di essere abbracciato, Severus, accarezzato…
- … baciato. - mormora appena, in un sussurro soffocato.
Spalanco gli occhi e la bocca, incapace anche di pensare.
- Ė quello che fanno sempre le eroine delle tue storie. - continua in un sussurro soave. - Mi danno conforto e amore. Leniscono il mio dolore.
Lo guardo, commossa, le lacrime che montano come un'inarrestabile marea, il nodo alla gola che si stringe e si scioglie senza fine.
- Ė una sensazione dolce. - aggiunge piano, la voce che si fa profonda e mi vibra nel cuore.
Le lacrime rompono l'argine, proprio come quando scrivo quelle scene nelle mie storie e loro cadono in grosse gocce sulla tastiera, appannando la realtà e tingendola del sogno.
La sua mano si avvicina al mio viso e con le dita sottili mi terge delicato le lacrime. Una gli è rimasta sul polpastrello e la guarda come se fosse un inestimabile tesoro:
- Perle preziose, perle d'amore.
E mi sorride.

*

 Sono qui, seduta.
Immobile.
Senza neppure respirare.
In un altro sogno.
Severus è inginocchiato davanti a me e trema leggermente, il capo appoggiato piano nell'incavo della mia spalla.
Lo abbraccio.
Incredula.
Si abbandona inerme al mio abbraccio.
Chiude gli occhi.
Chiudo gli occhi.
In un altro sogno.
Le fiamme sfrigolano un'ultima volta e le scintille dorate salgono in alto perdendosi nelle pieghe profonde della notte.
In un altro sogno…

Note di fine capitolo

[1] Vedi la precedente storia della raccolta “Sotterraneo, oltre un anno dopo”.

Posta una recensione

Devi fare il login (registrati) per recensire.