Ogni volta, ogni dannatissima volta che sente quel cognome, l'unica parola che gli viene in mente è disprezzo. Disprezzo profondo, viscerale. Che ti penetra nelle ossa, e ti invade il corpo. Quel senso di rifiuto e di sgradevolezza che ti assale quando guardi un animale morto. Inorridito, ma al tempo stesso curioso. Ecco, quello è esattamente la stessa sensazione che prova quando sente pronunciare Potter.
"Il bambino sopravvissuto", "l'eroe del mondo magico" e altre baggianate del genere, gli sono state inculcate sin da bambino, velate da un tono aspro e odioso. Quel tono rude che ha sempre suo padre quando parla dei suoi nemici. Quel tono strascicato leggermente viscido, che ha imparato ad usare sin da bambino. Di certo il suo odio profondo verso San Potter sin dall'età fanciullesca è causato dagli insegnamenti del padre, ma quel senso di disgusto è causato da tutte le dicerie e le "avventure" di Potter. Sempre così coraggioso. Così eroico. Così pieno di bontà d'animo che si getta sulle cose senza pensare. Praticamente il suo opposto. Dall'animo gentile e valoroso, il dolce e caro Potter riesce sempre a mettelo in imbarazzo. E sembra riuscirci sempre così dannatamente bene, quasi come se ne fosse inconsapevole. Eppure... eppure si chiede perché, ora che si trova in questa situazione di pericolo, è vicino a San Potter e sta guardando i suoi occhi con tristezza malcelata, e speranza mal voluta. Forse spera nel suo animo da eroe. O forse, conta di riuscir a scatenare una reazione in lui, in modo da provare sentimenti e sensazioni diverse. Diverse dalla paura e dalla tristezza. Diverse dal timore di finir stecchito dal Signore Oscuro.

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