Note al capitolo

Questa storia è nata chiacchierando con Rowena su skype... abbiamo pensato che difficilmente le proprietà dei Black potessero ridursi a una semplice casa al centro di Londra, e così di chiacchiera in chiacchiera è stata sviluppata questa storia. La protagonista femminile compare in altre mie storie, ma questa fanfiction è stata pensata in modo che chiunque potesse leggerla, perchè non voglio sfrangere le balle a nessuno. Nel caso troverete uno specchietto illustrativo alla fine di questo prologo ^^
Prologo

Cornelia Lethifold si poteva definire un tipo curioso. La scelta di una carriera nel campo del giornalismo non era casuale, del resto. Non era mai stata morbosa, però; qualcuno avrebbe certamente potuto citare episodi in cui la sua voglia di sapere si era spinta troppo in là, causandole dei guai, ma non aveva mai pensato di farlo con cattiveria. Sapeva essere onesta. In quasi un anno di relazione con Sirius Black, ad esempio, nonostante fulminanti e violenti attacchi di gelosia, non aveva mai pensato di mettersi a scoprire se il mago la stesse tradendo per davvero. Trovava più terapeutico, nonché corretto, urlare contro a Sirius stesso tutto quello che le veniva in mente, farsi insultare a sua volta, e magari calmarsi a vicenda. La sua ultima scoperta, dunque, era stata fortuita. Si supponeva che un Auror fosse in grado di saper mantenere dei segreti, ma a quanto pare non in casa sua.
Eppure, questo stesso eroe di guerra, salvatore del mondo magico, Schiantatore di Mangiamorte e quant’altro, aveva lasciato una prova inequivocabile lì, sul tavolo della cucina.
- Bisogna essere ben stupidi. – aveva commentato la giovane strega, dopo aver letto con attenzione quella pergamena così invitante.
Da parte sua, andava detto che avrebbe potuto lasciar perdere. E anche Materializzarsi nell’appartamento deserto del proprio… ragazzo, amante o quel diavolo che era, senza che lui fosse presente, non era forse il massimo della cortesia. Ma siccome sua signoria aveva sempre fatto altrettanto con l’appartamento di Nel, tanto valeva che lo ripagasse della stessa moneta.
La giovane poteva pure capire che Black non si esaltasse al pensiero di parlare della sua famiglia, l’aveva chiaramente notato alla morte di sua madre, pochi mesi prima. Gli era sembrato quasi un insulto ereditare Grimmauld Place e quell’elfo ammuffito, così lui si riferiva a Kreacher. Anche lì l’aver azzardato una parola di più aveva causato una furiosa reazione del mago; un concentrato di rabbia, dolore, ricordi infelici e fastidio.
Eppure Sirius le aveva nascosto qualcosa, e ciò a Nel non andava giù. Si conoscevano da abbastanza tempo da evitare questi giochetti. Così, fatta la sua scoperta, si preparò in pieno assetto bellico per affrontarlo e dirgli due paroline. Due o duemila, a seconda dell’ispirazione. Tirò fuori il libro che teneva in borsa e si accomodò sul divano, lanciando disordinatamente le scarpe con cui era andata al lavoro: voleva essere comoda, prima di attaccare.
E fu così che Sirius Black la trovò al suo rientro dal dipartimento Auror. La giornata era stata di per sé pesante, e quando ne aveva abbastanza di maghi pluriomicidi, con manie di grandezza o semplicemente psicotici, era piacevole avere a che fare con una compagnia femminile. Vero era che anche Nel era psicotica, ma Nel sapeva gestirla, o almeno lo credeva.
- Ti sei messa comoda. – furono le prime parole che gli uscirono dalla bocca, mentre richiudeva la porta.
Cornelia alzò lo sguardo dal suo libro e piantò i suoi occhi castani sul mago, come se volesse trafiggerlo. Black sospirò: quando faceva così non era mai buon segno.
- Sono qui da un po’, cercavo di distrarmi. – fece lei, con sguardo annoiato. – Ti ho lasciato una sorpresa in cucina. – aggiunse, ghignando.
Conoscendo la golosità della strega, Sirius pensò immediatamente che Cornelia avesse fatto scorte per due eserciti, comprando circa due tonnellate di dolci, così come lei preferiva.
- Ah davvero? – chiese, incuriosito. Attraversò la stanza e per affacciarsi nella piccola cucina. La giovane lo seguì con lo sguardo, senza dire niente.
- Dimenticato qualcosa in giro, Sirius? – gracchiò poi, pronta a dare inizio all’assalto.
- Dove l’hai presa? – domandò l’uomo, girandosi.
- Dalla tua idiozia, Sirius. Direttamente da lì. L’hai dimenticata bella e aperta sul tavolo, pronta per essere letta. Sembra che tu goda nel farti scoprire, sai? – infierì Cornelia, alzandosi in piedi e rimettendosi le scarpe. Non le sembrava corretto litigare da scalza, chissà poi perché.
- Merda. – bofonchiò il mago. – Ad ogni modo, non avresti dovuto leggerla. – tentò.
- Provane un’altra. Nessuno avrebbe resistito con quella cosa a meno di un metro dal proprio naso. L’avresti fatto anche tu, e lo sai.
- Bene. Hai scoperto il mio segreto, e con ciò? – la disfatta era evidente, inutile combattere. Sirius poteva solo sperare in una onorevole ritirata.
- E con ciò? E con ciò mi chiedi? – Merlino, nemmeno fosse una delle insulse ragazze da una notte e via di cui conservava la biancheria come trofeo. – Ti ho dovuto trascinare a casa dei tuoi genitori a forza per sistemare le questioni legali e TU MI NASCONDI UNA PROPRIETA’ COME QUELLA IN IRLANDA? – urlò, fuori di sé.
- Mica è roba tua. – fece Sirius, stizzito.
Quello era meschino, ecco. Quando l’Auror si sentiva minacciato non aveva altra arma se non ribadire quanto lei fosse estranea e superflua, e lei, Cornelia, non riusciva a sopportarlo. Non quando non aveva fatto nulla per meritarselo.
- Non è questo il punto. – disse. – E cerca di non somigliare alla Skeeter.
Uscire con un Auror di fama nazionale aveva i suoi notevoli vantaggi, ma anche le sue grane. Quando la cosa era diventata di dominio pubblico qualcuno, leggasi Rita Skeeter, la sua arcinemica, aveva lasciato intendere che la giovane strega avesse degli interessi non proprio limpidi, nei riguardi del signor Black. All’ultima festa al Ministero, in cui entrambe erano state presenti, le due giornaliste si erano quasi cavate gli occhi. Per quella ragione sentire Sirius fare simili insinuazioni feriva.
- Ma si può sapere che Merlino ti interessa di una vecchia dimora signorile sbattuta in un angolo di Irlanda? – compreso di aver rigirato il dito in una piaga, Black cercò di assestare il tiro.
La strega sgranò gli occhi. – Ma ti è così difficile capirlo, sul serio?
Black la fissò per un attimo, con la stessa intensità che avrebbe avuto un biscotto vecchio di tre giorni nella vetrina di un pasticcere, e non disse niente. Cornelia sbuffò e sbattè un piede a terra come una bambina.
- Cercherò di parlare lentamente, in modo che tu possa comprendermi. – disse la ragazza, inspirando profondamente. – Punto primo: ogni volta che mi nascondi qualcosa è come se tu mi mentissi. E una villa con sessantacinque stanze è una grossa, grossa bugia.
- Non sono tenuto a dirti qualunque…
- Non mi interrompere, Sirius Black. Tu sai praticamente tutto, tutto di me. Quindi, e questo è il secondo punto, cerca di venirmi incontro. Predenti che io sia disponibile, affabile, facile. Nella tua ottica non dovrei crearti dei problemi mai, non è forse così?
Sirius inspirò profondamente, cercando di soffocare l’istinto che lo stava divorando e che gli diceva di sbranare quella furia portatile. Quella signorina si era insinuata abbastanza nella sua vita perché lui riuscisse a tollerarne la presenza incredibilmente a lungo: ogni volta che cedeva un palmo di terreno o un metro di confidenza in più si sentiva soffocare. Era stato semplicemente imbecille lasciare alla sua portata qualcosa che poteva dire così tanto di sé e della sua famiglia. L’Auror avrebbe preferito dimenticare il suo passato, ma stando alla strega infame che aveva di fronte era necessario affrontarlo e accettarlo: stronzate.
- Chi ti ha mai chiesto di rivelarmi qualcosa di te? – domandò a sua volta il mago.
La giovane sospirò: Sirius era in grado di aprire una voragine dentro di lei con uno sguardo, e considerando quanto spesso sfruttava questo suo potere considerò la domanda un’offesa.
- Sai benissimo come funziona. – tagliò corto lei. – Non fingere.
Sirius sorrise, e fu un vero regalo della sorte se Nel non notò quell’espressione. Astiosa com’era avrebbe potuto cercare di aggredirlo per davvero.
- Ti chiedo solo di non mentire, non fare sotterfugi e di non, non prendermi in giro. Non chiedo altro.
- Tutto qui? – azzardò Black, consapevole di poter guadagnare terreno approfittando delle debolezze di lei.
- Sirius!
- Oh, non ti scaldare. – insistette il mago, appoggiandosi allo stipite della porta.
- Perché diavolo devi sempre farmi impazzire così? – Cornelia crollò sul divano, stremata. Era una ragazza litigiosa, certamente, ma le guerre contro Sirius avevano sempre il potere di sfiancarla. Si trattava, del resto, di uno degli avversari peggiori contro cui le era mai capitato di battersi.
- E a te che importa delle mie proprietà ereditate da quel branco di pazzi? – Nel aveva ceduto le armi, perciò poteva permettersi anche lui di cedere le proprie. Si accomodò sul divano accanto alla strega. Merlino, aveva sperato in un dopo lavoro molto più rilassante di quello.
- Non è che me ne importi più di tanto… - tentò Cornelia. - … oddio, da quello che ho visto sembra un posto meraviglioso, ma a prescindere da questo non mi piace essere costretta a dover scoprire le cose da sola.
- Il che è un peccato, visto il fiuto che hai. – la prese in giro Sirius. Come dimenticare quando, nel breve periodo in cui loro due si erano frequentati a Hogwarts, Cornelia aveva scoperto il piccolo segreto di Remus. All’epoca era stato Sirius a reagire molto, molto violentemente. Forse Nel aveva attaccato prima di essere attaccata a sua volta.
- Appunto, non mettermi nelle condizioni di essere un’impicciona colpevole.
- Tu sei un’impicciona. E’ una cosa che hai in comune con tua sorella. – fece Sirius. Ora che la ragazza era di nuovo nelle sue grinfie doveva farle scontare la pena per averlo maltrattato per dieci minuti buoni.
Cornelia non gradì il paragone e gli tirò una gomitata nello stomaco.
- Non ti permettere. – sibilò, cattiva come un serpente a sonagli. Forse Cornelia sbagliava a dare tanta importanza al mago; del resto, che poteva pretendere da lui? A mente fredda ora poteva ammettere che la scenata magari era stata sopra le righe, almeno un pochino. Eppure, una volta tanto, non le sarebbe dispiaciuto vedere Sirius dimostrarle un po’ di considerazione di sua spontanea volontà.
Black rimase in silenzio giusto il tempo di riprendersi dal colpo. Non si era preparato, e la gomitata non era stata così innocua. Quel maschiaccio linguacciuto nascosto sotto le sembianze di una ragazza per bene sapeva far male.
- Ad ogni modo, impicciona che non sei altro, i Black hanno più di una proprietà, sparse per i vari rami di famiglia. Al ramo che si estinguerà con me toccano Grimmauld Place e quella diavolo di casa di campagna, Muckross House. Fine della storia. Ho finalmente il potere di vederli andare in malora come ho sempre sognato. Se vuoi festeggiare questa vittoria con me, sei la benvenuta. – le disse, guardandola in faccia.
- Dirlo mesi fa, quando se ne era parlato, avrebbe reso tutto più semplice. – ammise Cornelia.
- All’epoca ero abbastanza irritato per la tua intromissione riguardante Regulus; non avevo molta voglia di scambiare confidenze con te.
Alla strega mancò il fiato, ricordandosi bene l’episodio. Toccare l’argomento della morte del fratello era stato un clamoroso passo falso, con Sirius. Era stato anche quello un errore non premeditato: non sapeva niente del senso di colpa che Black provava per aver lasciato Regulus in balia della famiglia e per averlo avuto come nemico in guerra. Il mago era assai bravo a nascondere gran parte dei suoi sentimenti più cupi, il che rendeva pericoloso poi andare a toccare nervi scoperti.
Black però ora era calmo, e non dava segni di rabbia.
- Detta così sembra che ti renda la vita un inferno.
- Infatti tu mi rendi la vita un inferno, Nel. E so per certo che lo fai apposta. – c’erano molte cose per cui Sirius perdeva la ragione, ma sapeva anche riderci su, di tanto in tanto. Si era appoggiato sullo schienale del divano e aveva sospirato, guardando il soffitto. La Lethifold era una incomparabile grana, ma era ormai una masochistica abitudine a cui, per il momento, non aveva così voglia di rinunciare.
- Ti difendi bene anche tu, se è per questo.
- In tal caso siamo pari. – convenne Sirius. La guardò di nuovo in faccia, e notò che moriva dalla voglia di fargli una domanda e, probabilmente, sapeva anche di che tipo di domanda si trattasse. Si era messa a gambe incrociate sul divano, e muoveva una delle due gambe mostrando evidenti segni di irrequietezza – Ti vedo sulle spine, devi chiedermi qualcosa?
- Be’… per la verità… morirei di curiosità pur di vedere Muckross House. Ti ho beccato in fallo e hai pensato che non mi meritassi la tua fiducia, in fin dei conti me lo devi. – disse, ostentando un sorriso malizioso.
- Ah, è così?
- Mettiamola in questo modo. – propose lei, conciliante. – Io vedo di mettere insieme una cena commestibile con gli avanzi della dispensa, e tu mi accompagni a fare un giretto per le terre d’Irlanda alla prima giornata di sole.
Sirius ci pensò su un attimo, poi, visto che i neuroni non erano giunti ad una decisione risolutiva, diede ascolto anche al suo stomaco.
- Affare fatto, mia bella colombella. – concluse.

Note di fine capitolo

Eccoci allo specchietto. Copiando pesantemente lo specchietto sulla mia pagina autore:

Da un paio di anni sono impelagata, assieme a delle amiche, con una serie di storie su Sirius Black e la ragazza che ho deciso di affibbiargli, Cornelia Lethifold. Da qui sono nate decisamente troppe storie! La prima è Lo strano caso del cane che abbaiava a mezzanotte, Segue il canon, ed è ambientata al settimo anno dei Malandrini. Poi c'è Back chat, scritta da Rowena , e propone un secondo strambo incontro tra i due all'epoca del quinto libro, sempre canon. Solo che poi Sirius muore, e a tutte dispiaceva un po'. Dunque abbiamo creato un universo alternativo in cui la guerra finisce nel 1981, i Potter si salvano e Minus schiatta. E' perciò nata Lo strano caso del cane accalappiato a mezzanotte, attualmente in corso.
Ma non ci siamo fermate! Le Stormtroopers in stilettos hanno creato altre storie. Io e Rowena abbiamo sfruttato il Natale con Thank God it's Christmas e Christmas Carol.
Decisa a continuare, io ho scritto una storia solo su Cornelia, che è Amore fraterno. L'ultima nata è ora: Muckross House, per l'appunto. A volte penso seriamente che dovremmo fermarci XD

Come vedete se ne sforna sempre una nuova, mi auguro che questo surplus non vi spaventi. Ribadisco, non è indispensabile XD

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