Erano passati due mesi dalla guerra.
Tutto era cambiato. Certo, la continua tensione che mi attanagliava, era svanita; ma tutto era stato travolto, cambiato.
A cominciare con l'assenza di Fred. La sua morte aveva segnato una fine per la storia dei Weasley, ma anche un nuovo inizio.
George era stravolto, più di tutti noi. Fred era il suo unico compare, ed ora non aveva più nessuno.
La mamma non dormiva più, la sentivo piangere la notte.
Io, invece, non so bene cosa provavo, avevo una tal confusione.
Fred mi mancava, ma questo era chiaro, ma mai quanto Harry, che ormai, per me, era divenuto uno sconosciuto.
Venne a farci visita tre volte e in tutto questo evitava il mio sguardo.
Stava sempre con Ronald ed Hermione, tanto che sospettai di una relazione fra i due, ma poi quando Ron ed Hermione hanno ufficializzato il loro fidanzamento, mi è stato tutto chiaro.
In quelle poche visite però lui mi fissava e sorrideva e io mi domandavo:- Cosa penserà mai? -. Forse pensava ai ricordi al lago, ai vecchi tempi.
- Già, troppo remoti. - sbuffai una sera.
Insomma, avere Harry era troppo?
Non riuscivo ad odiarlo, perché lo amavo troppo.
Sempre la stessa sera il flusso dei miei pensieri e ricordi venne interrotto bruscamente dal bussare della porta. Erano le undici e tutto taceva.
- Avanti. - sussurrai, un po' sorpresa.
La maniglia cigolò e si sporse alla porta la testa di Hermione che chiedeva: - Posso? -.
- Certo, accomodati .- l'invitai a sedersi a un lato del letto.
La porta pigolò chiudendosi e Hermione si rifugiò in punta di piedi accanto a me.
- Vuoi sfogarti con me? - domandai subito.
- Effettivamente, sì.- ammise cupa.
- Hai litigato con Ron? - tirai subito ad indovinare.
- No, no Ronald è straordinario; ma non sono venuta a parlarti di noi due, anche perché t'incupisci a sentirmi parlare di me e Ronald. - sottolineò l'ultima frase, come per dire: "Me ne sono accorta sai?!".
Abbassai la testa, imbarazzata.
- Non ti devi vergognare. - mi lesse nel pensiero: - solo parlarne... -
Intuii la svolta e obbiettai sgarbata e bruscamente, squadrandola con fare burbero: - Dove vuoi andare a parare, Hermione? -
Esitò un istante. Poi continuò: - Anche lui non parla. Kreacher è preoccupato. -
- E perché mai? -esclamai allarmata.
Hermione fu felice di vedere la mia reazione, mentre, tutta rossa in volto, mi ricomponevo.
- Perché sono giorni che non mangia, che non parla. Recentemente ha litigato anche con Ron: si è stufato di rincorrerlo! - spiegò Hermione.
- Non ha bisogno di una madre. - rimbrottai acidamente.
- Ma di una ragazza, sì! - si lasciò sfuggire Hermione.
- E quella ragazza devo proprio essere io? - sbottai arrabbiata: - Tanto con tutte le ragazze che ha sedotto mentre eravate via! -
- Questo non è vero! - s'infuriò d'un tratto Hermione mentre mi rivolgeva uno sguardo offeso: -Anche se lui non lo sapeva che lo osservavo, ogni sera guardava il tuo puntino sulla mappa di Hogwarts, solo perché gli mancavi! -
- Sarà, ma le cose sono cambiate! - sbottai infervorandomi.
Hermione apparve frastornata e mi rivolse uno sguardo interrogativo.
Alzai gli occhi al cielo, esasperata; poi ripresi: - Ora che è il Salvatore del Mondo Magico, colui che ha sconfitto Voldemort, sai quante fan ha ora? Perché dovrebbe pensare proprio alla sorella del proprio migliore amico? -
Hermione era scossa e sconvolta; ma non immaginava nemmeno quanto pesavano quei pensieri in quel periodo.
Avevo sempre rifiutato questi pensieri, ma nonostante tutto mi avvelenavano i giorni.
- Io non so cosa stia accadendo. - obbiettò Hermione in tono confidenziale: - Ma io so che Harry ha bisogno di te e tu di lui. Però sta a te deciderlo, se vuoi farti una nuova vita, dimenticandolo. Con questo ti auguro buona notte, Ginny. -
- Notte. - replicai dubbiosa.
Appena uscii spensi la bajour. E mentre tanti pensieri affollavano la mia mente, l'irritazione e la rabbia prevalevano.
Così lanciai la gabbietta della mia Puffola Pigmea, che dormiva vicino a me, contro il muro e cominciai a piangere.

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