Note alla storia
Alcuni personaggi sono presi dai libri, ma la protagonista è tutta farina del mio sacco!
So che il suo cognome è sbagliato, lo so!, ma per i fini della mia storia va bene così.
Note al capitolo
Invitare una persona ad un Ballo di Natale è sempre così difficile...
Era l'inizio di un dicembre particolarmente freddo, quello del 1944. Tom si trovava, come suo solito, nel Reparto Proibito, in Biblioteca, a leggere. I capelli color ebano sfioravano quasi il libro, tanto era vicino per leggere le parole semi-cancellate dal tempo.
Era talmente concentrato che non si accorse dei passi che si muovevano nella sua direzione, né delle risatine sommesse di due ragazze.
«Jill, cosa credi di fare?» chiese la ragazza bionda all'amica.
«Tranquilla, Alyson, voglio solo fargli una sorpresa!»
Jill si avvicinò al ragazzo e mise le sue mani davanti ai suoi occhi, il quale non ci mise più di tre secondi ad indovinare chi fosse la sua "assalitrice".
«Perché mi hai disturbato, Peverell?» chiese alla ragazza.
«Oh, niente di che, Riddle. Volevo solo avvisarti che Lumacorno darà una delle sue feste domani sera.»
Alyson, al fianco di Jill, tremava nel vedere Tom. Tom Riddle, il ragazzo più affascinante della scuola, nonché cocco di quasi tutti gli insegnanti, Prefetto e…
«Grazie di avermi avvisato. Non devi dirmi nient'altro?» chiese, in modo scortese, il giovane.
«No. Credo di no.» Rispose Jill.
… e solitario. Riddle era conosciuto da tutti a scuola, era ammirato come pochi, eppure non aveva molti amici. Forse non ne aveva oltre a Jill.
Le due ragazze si avviarono verso l'uscita della Biblioteca, quando la mora, Jill, si voltò e ritornò da Riddle.
«Dimenticato qualcosa, Peverell?»
«Sì. La Vigilia di Natale hanno organizzato uno spettacolo teatrale, quello sulla fonte magica, hai presente la favola di Beda il Bardo?»
«Ne ho sentito parlare, dello spettacolo, mentre sono totalmente negligente sulla favola.»
«Beh, ecco… Non importa se non conosci la storia… Ma io, sai, io… Io mi… Mi chiedevo se ti andrebbe di venire con me a vedere lo spettacolo e fermarci poi al Ballo di Natale.». Jill aveva pronunciato l'invito talmente velocemente che il ragazzo non aveva capito nulla di ciò che diceva.
«Come, prego?»
«Vuoi… vuoi venire al Ballo con me? Dippet è stato così gentile da consentire la festa! Sarebbe un peccato non andarci…»
«Ma gli inviti non spetterebbero ai ragazzi?» chiese Tom pietrificando la ragazza semplicemente guardandola negli occhi color cioccolato, occhi che avrebbero fatto svenire chiunque, ma alla cui magia l'Erede di Serpeverde era immune.
«Beh, sì… Ma io ti invito come amica.»
«Amica? Da quando siamo amici?»
«Credo dal primo anno, quando ci siamo conosciuti alla cerimonia dello Smistamento. Tu eri quello perfettino in prima fila.» rispose la ragazza sorridendo.
Forse Tom non aveva vere amicizie, ma tra i due giovani c'era un affetto molto profondo. Jill era l'unica studentessa della scuola con cui Tom fosse cortese.
«D'accordo, Peverell. Ci penserò. Ti faccio sapere appena posso.»
«Perfetto! Allora io vado… Bene. Ci si vede!» concluse la ragazza esultante.
«L'hai fatto sul serio, Jill!» esclamò Alyson appena uscite dalla Biblioteca.
La ragazza mora si fermò davanti ad una delle enormi finestre e fissò la Luna quasi piena, pallida come la pelle diafana di Tom.
Le piaceva tutto di lui, pregi e difetti. Adorava il modo odioso con cui fissava le ragazze che flirtavano con lui, mentre con lei era sempre gentile. Impazziva per il sorriso malvagio che vedeva sul suo volto latteo ogni volta che progettava una vendetta. Passava notti insonni a rivedere nei suoi ricordi il suo fisico perfetto, slanciato e vigoroso, sebbene non avesse dei muscoli pari a quelli di Matthew Newell; continuava a passarle per la mente il giorno dell'ultima uscita a Hogsmeade, quando Tom si era tolto il maglione per darlo a lei che moriva dal freddo. Quell'atto era assolutamente inimmaginabile per uno come Riddle, freddo e austero, eppure vedendola tremare si era privato di un maglione di lana per darlo a lei, rimanendo così solo con la camicia sotto il mantello. Era innamorata di lui dal primo giorno di scuola, ma non lo aveva mai fatto trapelare.
«Pensi a lui, Jill?» chiese Alyson alle sue spalle.
«Ovviamente.» rispose sorridendo l'amica.
Si voltò e la prese sottobraccio per dirigersi alla sala comune di Grifondoro, casa alla quale entrambe appartenevano.
Si fermarono di fronte al ritratto della Signora Grassa.
«Zampognaro!» disse Alyson convinta.
«Chi è che mi sveglia a quest'ora?» chiese la donna del quadro.
«Zampognaro!» ripeté Jill.
«Ho capito che volete entrare! Passate, su, in fretta! Ma la prossima volta rientrate prima!»
Le due giovani risero della Signora Grassa per tutto il resto della serata, o almeno fino a che Sebastian Smith non venne a reclamare la compagnia della sua ragazza, Alyson.
Rimasta sola, Jill si mise a leggere "Pozioni d'amore: infatuazione o lieto fine?" e continuò fino a quasi mezzanotte, quando dal buco del ritratto arrivò il suono delle risate dei ragazzi della squadra di Quidditch. Quanto avrebbe voluto giocarci! Eppure alle ragazze non era permesso, nonostante le continue insistenze del professor Woolner, che richiedeva dall'inizio del trimestre che fossero ammesse anche loro, dato che alcune erano più brave di parecchi ragazzi. E tra queste certamente rientrava Jill Peverell. Veloce, piccola e agile, sarebbe stata una Cercatrice perfetta. Anche se quell'anno a Grifondoro era andata veramente bene con le selezioni. Newell, il Capitano, nonché Battitore, aveva deciso di rinnovare totalmente la squadra e come Cercatore era stato scelto William Potter, un ragazzo del settimo anno veramente carino, secondo parecchie ragazze.
Jill personalmente lo trovava un po' sciocco e infantile, anche se era veramente gentile.
Fu proprio William ad avvicinarsi a Jill per chiederle cosa stesse leggendo. Nel ripetere il titolo la ragazza diventò bordeaux e il giovane rise.
«Sai, Peverell, mi chiedevo se…» il giovane si interruppe. Jill lo fissò spalancando i suoi occhi castani; William aveva pronunciato il suo cognome con una dolcezza incredibile, come fosse una melodia bellissima, in un modo totalmente diverso da come lo pronunciava Tom.
«Ti chiedevi se?»
«Se ti andrebbe di venire con me allo spettacolo e al Ballo.»
Jill abbassò lo sguardo sulle proprie mani, combattuta dal desiderio di rispondere di sì a quella richiesta così cortese, fatta da un ragazzo ambito da molte, e l'insana speranza che anche Tom le facesse quella stessa proposta.
«Ecco… Beh, ti faccio sapere, okay? Perché volevo andarci con un altro, ma non mi ha ancora invitata, nonostante ne abbiamo parlato. Ecco, io vorrei aspettare lui, però se non si sbriga rischio di rimanere da sola…». Jill aveva iniziato a parlare a raffica, come le accadeva ogni volta che era agitata.
«Facciamo che me lo dici domenica alla partita, okay?»
«D'accordo. Domenica.»
Aveva meno di tre giorni per decidere.
«Stirpe reale!» disse Tom al serpente della porta della Sala Comune dei Serpeverde, che si trovava nei sotterranei del castello.
Entrò nella sala e si sedette nella poltrona più lontana dal fuoco del caminetto e, soprattutto, più lontana dalle coppiette felici che pomiciavano indisturbate.
Prese un libro a caso dalla sua borsa e si accorse con sorpresa che si trattava di uno di quelli appartenenti a Jill Peverell. Il suo nome era scritto all'interno della copertina con una grafia elegante anche se lievemente infantile; le lettere erano tutte ben distanziate e sulla i compariva un enorme puntino.
«"Sarà vero amore? Chiedilo ai Tarocchi"». Tom lesse il titolo del primo capitolo con disprezzo, ma decise di leggerlo comunque.
Si accorse che a margine delle pagine erano segnati vari nomi di ragazzi: Matthew Newell, Oliver Tinner, persino quel bamboccione di William Potter. Fu sorpreso di leggere il nome del ragazzo della sua migliore amica, quell'oca bionda di Alyson Jeffers, e fu ancora più sbalordito di trovare anche Aster Lestrange tra i vari nomi.
Sorrise delle sciocchezze che potevano nascere dalle menti contorte delle ragazze e continuò la sua lettura.
Quando giunse, piuttosto rapidamente, al quinto capitolo "Seducilo con i colori" fu sorpreso di trovare il proprio nome circondato di cuoricini. Era possibile che Jill fosse innamorata di lui? Era certamente improbabile, dato che era una tra le ragazze più affascinanti dell'intera Hogwarts; era capace di stregare chiunque con quei suoi enormi, bellissimi, dolcissimi occhi color cioccolato che la facevano somigliare a un cerbiatto; i suoi lunghi capelli scuri si intonavano così bene alla pelle color porcellana che era difficile credere che non fosse seriamente una bambola.
Da quanto la ragazza gli aveva rivelato, aveva avuto una disastrosa relazione con Peter Owen all'inizio del trimestre e poi più nulla. Certo, riceveva ogni finesettimana parecchi inviti, ma inspiegabilmente li declinava tutti. Tom in quel momento aveva di fronte a sé la risposta allo strano comportamento di Jill nei suoi confronti: era innamorata di lui.
Non è possibile, pensò il giovane. Era assolutamente impossibile che Jill fosse anche solo lontanamente infatuata da lui. Erano amici da sempre, dal primo giorno di scuola, se si poteva definire amicizia la loro. Era un rapporto formato da momenti di piena e momenti di secca. Nei momenti di piena i due si capivano alla perfezione, e tutto andava alla grande. Nei momenti "di secca" era impossibile che si rivolgessero la parola senza arrivare in brevissimo tempo allo scontro verbale e, qualche volta, a cercare di stregarsi l'un l'altra.
Chiuse il libro, lo rimise nella borsa e si diresse nel dormitorio dei ragazzi del sesto anno; lanciò la borsa sul baule e si buttò sul letto.
Quella notte non aveva intenzione di dormire. Doveva accertarsi dei sentimenti di Jill.
Note di fine capitolo
Spero che vi piaccia questa storia un po' "alternativa".