Note alla storia

Avevo scelto un altro titolo, ma poi ho riletto questo testo dei Queen e non pensare a Cornelia era difficile... Back Chat si può tradurre come Impertinente, tanto per spiegarci.
Questa storia nasce come omaggio a Lady Hawke per la sua grande impresa, una storia parzialmente romantica su Sirius con finale tutt'altro che sdolcinato. Impresa perché cinquanta capitoli non sono un gioco da tutti... E' un dopo, un... Ehi, io metto tutto su, ma chi sta leggendo Lo strano caso e non l'ha ancora finito (ossia, chi non minaccia l'autrice per avere i nuovi capitoli in anteprima) non si rovini le cose!
E' una storia un po' sciocca e inconcludente, però io volevo dare a quei due ancora un po' di spazio... E spero di esserci riuscita. Protagonisti Nel e Sirius, con il supporto di Remus, Tonks e Molly. E di una certa piccolina che ha causato certi trip mentali non da poco!
Rowi

Note al capitolo

Back Chat, Back Chat
You burn all my energy
Back Chat, Back Chat
Criticising all you see
Back Chat, Back Chat
Analysing what I say
Back Chat, Back Chat
And you always get your way
Yes you do ...
La vita di un ricercato non era la pacchia che Sirius si era aspettato; almeno, per l’anno che aveva vissuto da solo all’estero si era divertito un mondo, visitando posti nuovi come, in parte, aveva programmato molti anni prima con James. Un po’ di libertà dopo tanto tempo chiuso in gabbia.

Il mago aveva ripensato molto alla sua giovinezza in quel periodo. Erano sedicenni, quando avevano immaginato per la prima volta un’incredibile vacanza intorno al mondo per tutti e quattro, prima che il mondo andasse a rotoli, prima che James, in un momento di romanticume senza controllo, chiedesse platealmente a Lily di sposarlo, si accasasse e mettesse su famiglia, prima che Voldemort salisse alla ribalta e Peter distruggesse un’amicizia tanto solida.

Prima di finire in cella senza colpe, rifletté Sirius. Purtroppo, però, dal momento in cui aveva rimesso piede nella sua vecchia casa Silente aveva preteso che non uscisse, mai, nemmeno in forma canina, che non cercasse di contattare Harry, che…

Sbuffò, annoiato; troppi divieti per ricordarli tutti, gli sembrava davvero di essere tornato bambino a ricevere gli ordini da sua madre. Vecchia megera, insopportabile anche come ritratto.

Per fortuna, almeno due persone riuscivano a comprendere il suo disagio nel rimanere sempre al numero 12 di Grimmauld Place senza nemmeno la possibilità di prendere una boccata d’aria per schiarirsi le idee; proprio in quell’istante, nella stanza dove il mago si era ritirato a riflettere si catapultarono le due persone a cui stava pensando, litigando come matti.

«Si può succedere che vi prende adesso?» domandò spazientito Sirius prima di separarli.

Una testata di capelli rosa cicca gli si avvicinò con foga, gridando con così tanta energia da non lasciargli comprendere una sola parola. Quando la cugina più strana del mondo – almeno per quel che ne sapeva, Draco Malfoy non l’aveva mai conosciuto – uscì dalla stanza sbattendo la porta, il mago si rivolse a Remus, provocatore e vittima della furia della strega.

«Questa volta che succede?» chiese nuovamente con aria stanca. Quelle scenate stavano diventando una normalità e qualcuno doveva metterci mano. E quel qualcuno era lui, Sirius Black.

Se Lunastorta poteva aver bisogno di un analista, il suo amico ricercato e considerato un pluriomicida non poteva essere che l’ultima scelta su una lunga lista. Non perché fosse ricercato per omicidio multiplo, per quanto ingiustamente, ma perché la sua vita amorosa era una collezione di brevi storielle di poco peso, anche se per una si poteva registrare un vero e proprio coinvolgimento emotivo.

Soltanto una relazione forse poteva essere considerata seria, nella carriera di giovane rubacuori di Sirius, ma… Forse era meglio non pensarci affatto.

Meglio concentrarsi su Ninfadora e la causa della sua sfuriata. Cercando di minimizzare, ovviamente, perché altrimenti Sirius non avrebbe più smesso di dargli il tormento. «Nulla di che: mi ha chiesto di uscire, le ho detto di no e ora pretende a tutti i costi di sapere perché».

«Capisco» commentò con calma l’amico cercando di assumere un’aria seria. «E perché hai rifiutato?»

«Cosa?» balbettò Remus interdetto. Accidenti, obbiettivo mancato. Prepararsi alla seconda parte del tormento Ninfadora, dopo la ragazza multicolore ora il cugino premuroso. Ci voleva una bella tazza di camomilla per i suoi poveri nervi…

«Perché non vuoi uscire con lei». Spiegò Sirius con sufficienza. Possibile che quei due non potessero stare insieme e essere felici? Non li sopportava più.

Li vedeva insieme, stavano bene, si divertivano, perciò potevano anche fare il passo successivo e smettere di urlare e sbattere le porte della casa. Anche perché il padrone era lui, ed era lui a doversela vedere non solo con il ritratto di sua madre, ma anche con Molly che era sempre lì a chiedere cosa non andasse eccetera.

Ora che era stato deciso che i ragazzi si sarebbero trasferiti in blocco al quartier generale, poi, la strega era diventata ancora più insopportabile; meno male che aveva deciso di spostare le pulizie a quando sarebbero stati tutti lì, scegliendo di ignorare la sporcizia e le tante bestioline che avevano fatto il nido nel palazzo abbandonato.

Tornando al presente, Remus smise di fissare il pavimento per un attimo, senza però badare alla domanda che gli era stata posta. «Sirius, io… Io devo farti una confessione».

Erano le ultime parole che Sirius si era aspettato di sentire. Mm, forse poteva essere il caso di approfittarne: mettere in imbarazzo il suo amico era così divertente!

«Oh no, ti prego, non dirmi che non puoi ricambiare mia cugina perché ti sei innamorato di me!» esclamò con fare drammatico. «Ninfadora mi ucciderà, questo è sicuro».

Lunastorta stava ancora cercando le parole per portare avanti il discorso e non recepì all’istante l’ultima divagazione delirante dell’amico. «Io… Ma che diavolo stai dicendo, per Merlino?»

Comprensione lenta, successo assicurato. Sirius dentro di sé ridacchiò, sentendosi felice; certi momenti valevano una vita, oh sì.

«Beh, in fondo me l’aspettavo: ho sempre il mio fascino, no? E dopo tutti questi anni di separazione, i tuoi veri sentimenti sono venuti a galla» continuò accompagnando le parole con gesti ampi a sottolineare il pathos del momento.

«Stai dicendo un mare di boiate» commentò Remus sentendosi sempre più confuso e arrabbiato. Perché doveva fare l’idiota in un momento simile?

Sirius si sedette accanto a lui sul divano, tentando di accarezzargli una guancia con aria tenera e affettuosa. «Povero Lunastorta, chissà quanto devi aver sofferto… E poi, vedermi con tutte quelle ragazze; se lo avessi saputo, avrei cercato di avere più riguardo per i tuoi sentimenti».

Lo scherzo stava diventando pesante, tanto che il povero mago si alzò di scatto rabbrividendo. Che la prigionia avesse tirato l’ultimo colpo per distruggere quel briciolo di cervello che aveva Sirius?

«Quello che avevo intenzione di dire», sbottò infine Remus dimenticando i suoi buoni propositi di mantenere un contegno tranquillo e dimostrare un minimo di tatto e sensibilità, «è che mi sono tenuto in contatto con Cornelia per tutti questi anni!»

Non aveva mai visto Sirius spiazzato in quel modo. Oh beh, si disse prendendo un lungo respiro per calmarsi un attimo, c’era una prima volta per tutto nella vita.

Visto che l’altro non si decideva a chiudere la bocca, Remus cercò di farlo riprendere. «Hai intenzione di rispondermi o vuoi rimanere a fare il gufo impagliato ancora a lungo?»

«Cornelia? Quella Cornelia? Quella lì, la pazza?»

Bisogno di rassicurazioni, Sirius? Lunastorta annuì. «Quante Cornelia hai conosciuto nel corso della tua vita? Certo che parlo di lei!»

A quel punto, Sirius fece la cosa che mai Remus si sarebbe aspettato. Si alzò e, senza aggiungere una parola, lasciò la stanza.

Posta una recensione

Devi fare il login (registrati) per recensire.