Note alla storia
Percy alle prese con una nuova ragazza...Note al capitolo
Percy non poteva che cadere nell'equivoco!“Ah, finalmente a casa!” Percy sospirò soddisfatto buttando via le scarpe.
Si stravaccò sul divano, con un gesto della bacchetta fece divampare le fiamme nel caminetto, con un altro appellò una bottiglia di burrobirra.
Fece saltare il tappo e bevve un lungo sorso direttamente dalla bottiglia.
Decise di godersi un bagno lungo e caldo, mangiare una grossa fetta di torta di mele con doppia porzione di gelato ed andare a letto facendo almeno dodici ore di sonno.
Gli ultimi mesi erano stati praticamente massacranti: solo per riuscire a seguire il ritmo di tutti i Decreti Didattici emanati dal Ministro aveva lavorato giorno e notte.
Finalmente gli avevano concesso un paio di giorni di riposo e voleva assaporarsene ogni singolo secondo.
Avrebbe cercato di girare un poco per il quartiere, imprimendosi in mente i volti dei suoi vicini, imparando i luoghi ed assorbendo l’atmosfera.
Sentiva uno strano bisogno di tirare un poco i remi in barca, di cedere alla malinconia che lo assediava da quando aveva rivisto Penelope ed aveva avuto quell’incontro con Deborah.
No, non doveva cedere, bisognava reagire.
Doveva trovare una ragazza, ridere, scherzare e… baciare.
Tutto lì il problema.
Chissà quante ragazze, Babbane e non, avevano sospirato pensando a lui.
Era stato talmente assorbito dalla sua promettente e sfolgorante carriera da non pensare alla delusione che poteva causare alle giovani apprendiste del Ministero.
Ogni volta che accompagnava il Ministro in qualche ispezione si sentiva seguito da decine e decine di sguardi.
Lo concupivano in tante, troppe.
Non poteva continuare ad essere così egoista: da domani sarebbe stato più disponibile.
Il mattino dopo, rinfrancato dal lungo sonno, gustò una lauta colazione, si preparò con calma in perfetto abbigliamento casual Babbano, nascose la bacchetta nella tasca posteriore destra del jeans ed aprì la porta di casa pronto alla scoperta delle strade del quartiere.
Per darsi uno scopo pensò di cercare una drogheria ben fornita per fare scorta di biscotti e tè aromatizzato.
Camminò guardandosi intorno apprezzando le case: erano tutte pulite e ben tenute.
Qua e là, in qualche giardino, si notavano altalene, tricicli di plastica colorati, palloni con colori sgargianti: dovevano esserci dei bambini.
Si respirava ovunque un’aria calma, tranquilla.
Era certo un quartiere signorile, con gente beneducata.
Godette la passeggiata ed arrivò ad una piazza su cui si affacciavano un centro sociale, un piccolo parco con campo di bocce, giochi per bambini, un quadrato di sabbia circondato da panchine ed una sala da tè.
Spinto dalla curiosità entrò nella sala da tè e la trovò affollata da signore di tutte le età con le borse della spesa accanto che chiacchieravano allegramente godendosi una pausa nelle fatiche domestiche.
Il suo ingresso provocò un profondo silenzio.
Sistemandosi meglio gli occhiali sul naso, Percy si guardò intorno in cerca di un tavolo libero, ma inutilmente.
Si avvicinò al bancone e si rivolse al donnone che lo fissava meravigliata da dietro il bancone.
“Mi scusi, sono nuovo del quartiere e sto cercando di conoscerlo. Disturbo se prendo un tè?” Il rosso sfoderò il suo tono più educato ed il sorriso che riteneva maggiormente accattivante.
“Ma si figuri: sono qui per questo. Di mattina e fino al primo pomeriggio serviamo tè, la sera siamo un pub molto ben fornito.” La donna indicò alle sue spalle.
Il mago notò un’altra sala alle spalle del bancone con un bersaglio per freccette, barili di sidro, tavoli di legno lucidati dall’uso.
Mentre Percy si guardava intorno, la donna gli pose davanti un vassoio con un tè completo dall’aria molto invitante.
“Io sono la proprietaria. Vendiamo anche tè aromatizzati in foglie ed in filtri, biscotti e torte dolci e salate. A venti metri sulla destra c’è la farmacia, subito dopo l’ufficio postale; in fondo alla strada c’è uno spiazzo dove può trovare gli altri negozi di alimentari. Vedrà che siamo tutti ben forniti.”
Tutte le signore presenti assentirono mostrando i loro acquisti.
Dopo aver gustato il tè, i biscotti e le parole della proprietaria, Percy pagò ed uscì seguito dai sorrisini maliziosi e dai saluti di tutte le signore.
“Non c’è niente da fare.” Pensò. “Sono troppo affascinante.”
Continuò il suo giro ed il suo sguardo fu attratto da un manifesto colorato sulla porta del centro sociale.
Si avvicinò incuriosito.
Vuoi fare nuove amicizie?
Vuoi passare una serata in allegria?
Vieni al nostro ballo in maschera:
il divertimento è assicurato.
Più in piccolo era scritto il costo del biglietto (tre sterline!), dove rivolgersi per i biglietti.
“Un ballo. In maschera. Dovrebbe essere divertente. E potrei conoscere i vicini.”
In breve Percy decise di partecipare, si diresse dall’organizzatore, Mr. Struan presso il negozio “Aromi e spezie”.
Dopo aver acquistato il biglietto, la serata danzante era quella stessa sera, si fece indicare dove prendere in affitto il costume.
Nel negozio trovò con l’aiuto del giovane commesso un costume da torero.
Soddisfatto della sua scelta tornò a casa, dopo una sosta al piccolo self service indicatogli da quel giovane commesso così disponibile.
A casa sedette sulla poltrona più comoda vicino al camino, leggendo tranquillamente il giornale.
Il tempo passò e fu ora di prepararsi per il ballo in maschera.
Doccia, barba, dopobarba e profumo. Si vestì e si guardò nello specchio a tutta altezza.
Il vestito da torero attillato gli metteva in evidenza il sedere.
“Wow. In effetti ho un bel corpo. Come dare torto alle donne?”
Arrivato al centro sociale lo trovò già pieno di coppie mascherate. Alcuni ballavano, altri chiacchieravano, il tavolo del buffet era invitante, l’orchestra ben affiatata.
Sembrava tutto molto gradevole.
Percy si aggirò tra i ballerini ed il suo sguardo fu attratto da una ragazza dal fisico mozzafiato.
Era vestita da ballerina di flamenco, in un abito rosso bordato di pizzo nero che le fasciava le curve generose, scendendo in lungo strascico a balze. I capelli, neri e lucidi, erano raccolti alti sulla testa ed una mantiglia di pizzo nero le contornava il volto ambrato. Gli occhi erano grandi, neri, con lunghe e folte ciglia nere, la bocca rossa e lucida come una ciliegia matura, gli zigomi alti, il naso dritto.
Il rosso la guardò, incapace di staccare gli occhi da quel volto affascinante e da quel fisico magro ma con curve da ultra – super - maggiorata.
La ragazza si girò, come se avesse sentito il peso dello sguardo insistente del torero, e percorse a sua volta con lo sguardo il corpo dell’ammiratore.
Soddisfatta, sorrise amichevolmente, abbassando un poco la testa.
Bastò questo a Percy per avvicinarsi.
“Salve. Mi chiamo Percy Weasley. Posso chiederti questo ballo?” Tese la mano inchinandosi.
“Con gran piacere. Io sono Andrea Dunross.” La ragazza gli appoggiò la mano sul polso.
Sulla pista Percy cinse la vita della compagna e si persero nel vortice delle danze.
“Non ti ho mai visto da queste parti. Sei di passaggio?” La voce di Andrea era leggermente roca, ma molto sensuale.
“Mi sono trasferito da poco e questa è la prima occasione di socializzare con i vicini.” Percy cercò di assumere l’aria di uomo vissuto.
La conversazione tra i due continuò durante tutto il lento.
L’orchestra attaccò un ritmo più veloce e ritmato e le coppie si staccarono dimenandosi in modo che parve allucinante al giovane mago.
“Ti va una bibita fresca?” Chiese il rosso.
“Grazie, volentieri.” Andrea accennò la porta finestra. “Ti dispiace se ti aspetto in giardino?”
“Prendo da bere e ti raggiungo subito.” Percy sorrise prima di girarsi verso il buffet.
Gli sembrò di impiegare delle ore a farsi largo nella calca davanti al tavolo, ma finalmente riuscì ad afferrare un paio di bicchieri ghiacciati e a raggiungere la sua dama.
Rimasero a parlare e bere amichevolmente per un bel pezzo.
Poi dalla sala sentirono provenire una musica dolce e lenta ed i loro volti si avvicinarono lentamente l’uno all’altro mentre i corpi restavano lontani.
Percy aveva lo sguardo fisso su quella bocca invitante e la vide avvicinarsi alla sua.
Le loro bocche si toccarono, si fusero mentre i loro corpi restarono lontani.
Dopo minuti dolcissimi le loro bocche si staccarono e Percy guardò Andrea negli occhi: era certo uno sguardo adorante.
“Ed ora vai col tango!” La voce proveniente dalla sala li raggiunse.
Percy tese le braccia, Andrea si avvicinò e si lasciarono travolgere dal ritmo sensuale del tango.
Nelle ultime figure Andrea tolse la mano dalla spalla di Percy e la fece scivolare in una lenta carezza sul corpo del mago fino ad arrivare al sedere.
Arrivata lì, la mano manipolò e strinse e carezzò mentre il ragazzo avvampava e non sapeva che fare.
Andrea si strinse al ragazzo e portò il suo bacino a stretto contatto di quello di Percy.
“Cosa…” Percy si tirò indietro di scatto fissando la spagnola con aria smarrita e confusa.
“Non ho ancora i soldi per l’operazione.” La voce roca di Andrea non sembrò più così sexy.
Senza riuscire a parlare, Percy scappò dalla festa per rifugiarsi a casa.
Lavò più e più volte la bocca cercando di vincere il disgusto.
“Un transessuale… Ne avevo sentito parlare, ma… Ho baciato un transessuale…” Non riusciav a darsi pace. “D’altra parte sono troppo affascinante!”