Due testoline rosse, identiche, erano chine su due rotoli di pergamena. Fred e George Weasley non erano mai stati degli assi a scuola, eppure trovavano interessante e divertente studiare l'alfabeto. Avevano sei anni e, sotto lo sguardo vigile di Molly Weasley, ripetevano come una cantilena le ventisei lettere dell'alfabeto.
- A, b, c, d, e, f, g...
Ecco perchè. Si chiamavano Fred e George. Iniziali curiose, no? F e G. Consecutive in quell'alfabeto che tanto amavano.
- Saremo sempre vicini, vero? Come le lettere dell'alfabeto. - disse George mentre Fred completava il suo compito.
- Certo, George. Nessuno può cambiare l'alfabeto, e nessuno può cambiare noi. - rispose Fred. George sorrise. Inseparabili, come quelle semplici lettere. Eppure...
Il sole splendeva quel giorno, quasi per fargli un dispetto. Aveva cominciato ad odiare il sole. Voleva solo nascondersi nel buio, dimenticare il calore. Sentiva un dolore immane squarciargli il petto. Non poteva fare a meno di pensarci.
E mentre le lacrime scendevano come pioggia sulle sue guance, dalle labbra scaturiva un suono, come una cantilena...
- A, b, - singhiozzo - c, d, e - voce rotta dal pianto.
E poi? Cosa c'è dopo la "e"?
- F...
Ma tutto tace. Il dolore si disperde, rendendo reale e assordante quel suono. Quella lettera. Le mani corrono a coprire gli occhi, bagnandosi di quelle lacrime amare e incontrollabili.
Ecco la vita. Un insieme di lettere. Puoi combinarle come più ti piace, ma a volte sopraggiunge un vento improvviso e inaspettato. Le lettere volano via, cambiano posizione. E anche il significato della parola che formavano cambia. A volte così tanto che il senso cessa d'esistere. E perdiamo anche le nostre promesse.
Il significato di "George" era cambiato. Il senso, ormai... non esisteva più.
- A, b, c, d, e, f, g...
Ecco perchè. Si chiamavano Fred e George. Iniziali curiose, no? F e G. Consecutive in quell'alfabeto che tanto amavano.
- Saremo sempre vicini, vero? Come le lettere dell'alfabeto. - disse George mentre Fred completava il suo compito.
- Certo, George. Nessuno può cambiare l'alfabeto, e nessuno può cambiare noi. - rispose Fred. George sorrise. Inseparabili, come quelle semplici lettere. Eppure...
Il sole splendeva quel giorno, quasi per fargli un dispetto. Aveva cominciato ad odiare il sole. Voleva solo nascondersi nel buio, dimenticare il calore. Sentiva un dolore immane squarciargli il petto. Non poteva fare a meno di pensarci.
E mentre le lacrime scendevano come pioggia sulle sue guance, dalle labbra scaturiva un suono, come una cantilena...
- A, b, - singhiozzo - c, d, e - voce rotta dal pianto.
E poi? Cosa c'è dopo la "e"?
- F...
Ma tutto tace. Il dolore si disperde, rendendo reale e assordante quel suono. Quella lettera. Le mani corrono a coprire gli occhi, bagnandosi di quelle lacrime amare e incontrollabili.
Ecco la vita. Un insieme di lettere. Puoi combinarle come più ti piace, ma a volte sopraggiunge un vento improvviso e inaspettato. Le lettere volano via, cambiano posizione. E anche il significato della parola che formavano cambia. A volte così tanto che il senso cessa d'esistere. E perdiamo anche le nostre promesse.
Il significato di "George" era cambiato. Il senso, ormai... non esisteva più.
Note di fine capitolo
Senza considerare che sto ancora piangendo... spero vi sia piaciuta. Un omaggio alla "coppia", tra virgolette, più grande della saga. Ma che esisterà sempre...Posta una recensione
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