Natale a casa Dursley
24 dicembre 1985, vigilia di Natale
Casa Dursley, 4 Privet Drive, Little Whinging, Surrey
In quella casa ci sono due bambini, molto diversi tra loro, uno biondo con gli occhi del cielo, paffuto, alto per la sua età, l’altro capelli corvini e occhi smeraldo, piccolo e mingherlino. Entrambi i bambini hanno 5 anni, e in genere, tutti i bambini della loro età credono in Babbo Natale, che porterà a tutti i bambini del mondo, in una notte, la possibilità di avere ciò che si desidera. Ma questi due bambini no, perché nella loro famiglia non è consentito raccontare di fatti “anormali” come un uomo che su una slitta volante in una notte fa il giro del mondo per portare regali a tutti i bimbi. Nonostante ciò, sanno che, comportandosi bene avranno lo stesso dei regali. In quel momento i due bambini dormono nei loro letti, pregustando già i regali che avranno l’indomani, uno nel lettino con la coperta calda e morbida piena di animaletti sorridenti, circondato da tutti i doni che ha accumulato in 5 Natali e festività varie, e l’altro in uno sgabuzzino, con una copertina piena di buchi e fredda, sistemata il giorno prima da Petunia Dursley, e come unica compagnia una piccola famigliola di ragni, che come lui sta dormendo. Harry, questo il nome del piccolino, stava sognando una macchinina telecomandata e una nuova sistemazione in una cameretta vera, confortevole, dove non aver paura degli incubi, e per stare così, vicino alla sua famiglia, per restare unito a persone che lo avebbero difeso nelle notti ventose e nei temporali. Harry sapeva che questo Natale non sarebbe stato come il precedente, perché quest’anno si era comportato bene proprio per evitare ciò. Nonostante fossero tanto diversi tra loro, entrambi i bambini erano accomunati dal desiderio che quella notte finisse presto, per lasciare il posto alla mattina. La mattina di Natale non si fece attendere, e arrivò con il sole che illuminava la candida neve che ormai circondava la casa, e con lui anche la speranza dell’avverarsi di ogni desiderio. I due bambini quella mattina si svegliarono presto, molto prima del solito, pieni di speranza e felicità. Al loro arrivo in sala, trovarono il solito albero adorno di decorazioni, circondato da una miriade di regali. Svelti i bimbi si sbrigarono a scartare le sorprese, finchè… “Ehi ragazzino, come ti permetti di scartare i giocattoli di Dudley?” esclamò Vernon Dursley, i cui baffoni si spostarono insieme alla bocca, mentre sibilava ciò a suo nipote.
“Non vedi che questi regali non sono per te?” esclamò “Sono di nostro figlio.” indicando il bambino biondo abbracciato alla madre, che stava protestando, poiché il cuginetto stava rovinandogli tutto il divertimento nello scartare i regali. “Ssscusa, non lo sapevo, pensavo che quella macchinina telecomandata fosse per me.” spiegò Harry. “Per te? Per te c’è lì in fondo quello scatolone dietro l’albero.” disse Petunia. Il piccolo, che per un secondo aveva pensato che per lui non ci fosse alcun regalo, a queste parole rivolse ai suoi zii, uno dei più grandi sorrisi di cui era capace. Girato l’angolo, vide che effettivamente c’era uno scatolone, ma invece di essere impacchettato, era di un colore marroncino, caratteristica del comune cartone, ma di cui Harry non fece caso, impegnato com’era a immaginare quale oggetto contenesse. Ribaltato lo scatolone però si accorse di una cosa che non era possibile, non poteva essere vero… non ci avrebbe creduto se non lo avesse visto con i propri occhi… Lo scatolone conteneva… niente, assolutamente niente. “Allora, ancora stai lì? Non ti avevo detto che quel pacco era per te? Su, forza sbrigati, vai a buttarlo dentro al secchio, quello conteneva la bici di Didino, visto che non potevamo certo permergli di non avere la bici pronta per Natale, mi sono dimenticato di buttarlo.” disse lo zio. “Ma, ma, per me? ” chiese Harry, scosso da tanta indifferenza. “Come ti permetti? Brutto ingrato, ti ho dato ieri la tua nuova coperta! Non ti accontenti? Fila immediatamente nel tuo ripostiglio!” disse sua zia. Il bimbo esaudì la richiesta di sua zia e corse in direzione del suo sgabuzzino, che fino a poche ore prima, era convinto di lasciare per sempre. “Eppure sono stato bravo e buono, ho fatto tutto quello che gli zii chiedevano, ho ubbidito, ma allora perché, non ho ricevuto almeno una parte dei regali che ora si sta godendo Dudley? Perché, si è ripetuta la stessa cosa dell’anno precedente, cioè rimanere all’asciutto? Perché a Dudley era stato regalato un intero negozio di giocattoli, mentre a me neanche un misero barattolino di bolle di sapone?” questo è ciò che il piccolo si chiese con gli occhi gonfi di pianto, rendendoli una miscela di colori tra il verde e il rosso, accocolato sul suo letto, stringendo la copertina piena di buchi, che doveva essere il suo regalo di Natale. Non riuscendo a darsi una risposta, il piccolo si addormentò, cercando di ignorare suo cugino che se la spassava sopra la sua bici nuova fiammante, che si divertiva con la sua macchinina telecomandata e con altri giocattoli, senza però più pensare al coetaneo che passava un ennesimo Natale senza regali e senza calore di una famiglia.

Note di fine capitolo

spero vi sia piaciuta! questa è la mia prima fanfiction, e vi prego di lasciarmi qualche recensione, positiva o negativa, non importa, perchè ho intenzione di migliorare! grazie!

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