Era di nuovo giunta l'ora del tramonto. Il momento più bello della giornata.
Calma e tranquillità facevano da sottofondo al sole che, morente, stava calando dietro alle mura impervie di Hogwarts.
Un altro anno aveva già preso da qualche mese inizio. Un altro anno caratterizzato ancora una volta dalla paura che una guerra spaventosa cominciasse. Un altro anno che sarebbe stato vissuto, come sempre, con il terrore che le persone a cui si vuole più bene ci lascino.
Hermione era seduta al suo scrittoio. Guardava fuori, vagava con la mente, rifletteva in silenzio. Una strana sensazione, un misto fra inquetudine, spirito di iniziativa, rischio, timore, ma anche euforia e liberazione la stava pervadendo. Quanto sarebbe andato avanti tutto ciò? Per quanto avrebbe potuto sostenere questa situazione precaria, instabile, inquietante? Nessuno poteva saperlo.
Fissò la pergamena posata sul tavolo. Era ancora limpida. Le sarebbe servita per svolgere il tema di Antiche Rune. Ma oggi non ne aveva voglia. In fondo era sabato, aveva tutta la domenica davanti.
All'improvviso incominciò a scrivere. Non sapeva bene cosa volesse fare, a quale fine lo stesse scrivendo, ma ne sentiva la necessità. Doveva fissare nero su bianco, una volta per tutte, i pensieri che fino ad allora aveva nascosto, forse anche a sé stessa.
“Lontana dalla gente, lontana dal frastuono, lontana da tutto, lontana da te.
Guardo fuori con sguardo assente, alla ricerca di qualcosa, senza sapere esattamente cosa. Non è importante. Basta che mi distragga da te, dai tuoi occhi, dalle tue mani, da quei piccoli gesti che compi, senza nemmeno accorgertene forse, ma che hanno un forte impatto su di me.
Purtroppo non trovo nulla che sia abbastanza interessante da attirare la mia attenzione. Oramai conosco questo panorama a memoria, lo potrei disegnare anche ad occhi chiusi e così mi ritornano in mente le mie solite riflessioni.
Non so se davvero esista il destino, ma qualcosa più forte di me, mi ha spinta ad entrare proprio nella vostra carrozza proprio il primo giorno di scuola, quando ancora ero una ragazzina forte, certo, ma anche in cerca di risposte alla mie più che naturali domande.
Ora a distanza di giorni, mesi, anni non sono più una ragazzina, ma come allora ho ancora bisogno di te, della tua presenza, dei tuoi modi.
Io a volte me lo chiedo: ma tu lo fai apposta a mostrarti così terribilmente tenero, ingenuo, quasi impacciato e sperduto con le ragazze? Secondo me, non ti sei nemmeno reso conto di quanto tu sia bello, intelligente, forte, coraggioso, protettivo e chissà quant'altro.
i ho sempre appoggiato, anche se a volte hai compiuto gesti che a mio parere potevano essere troppo avventati, ma, comunque, non so per quale congiunzione astrale (parlo come la Cooman pur disprezzandola con tutta me stessa...) mi sono sempre sentita al sicuro con te, sei ciò che mi manca (anche se non lo ammetterò mai perchè io sono forte, sono determinata e decisa, sono io insomma). E' la tua assenza che mi fa capire quanto tu sia importante per me. E' il tuo silenzio che mi fa capire che tu sei la persona che meglio mi conosce. Sono le tue parole che mi confortano. Mi dai forza, speranza, serenità. Sai, per molto tempo, non mi ero accorta o almeno non volevo ammettere, che tu mi piacessi. No, non avevo tempo per pensare a qualcosa che non fossero le lezioni, i libri o i compiti. Anche perchè su di noi è sempre aleggiata l'ombra di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e quindi anche lui mi rubava tempo. Sprecarne altro mi sembrava da incoscienti! Ma ora non posso più andare avanti e mentire a me stessa. E sento che se non prendo in mano la situazione, se non mi decido a dirti quello che sento, ti perderò. Già una volta ho dovuto accettare che tu ti vedessi con un'altra ragazza, ma d'altronde non potevo impedirtelo. Tu per me eri solo un amico.
Mi sento sciocca. Non è da me scrivere una lettera simile, ad una persona che probabilmente non ricambia nemmeno ciò che io provo per lui, ma se non faccio qualcosa per risolvere questa situazione potrei implodere!
Sì, perchè ogni volta che tu entri nella Sala Grande la mattina prima delle lezioni, il mio cuore fa un salto. Quando ti vedo giocare, tifo per te con tutta me stessa, perchè capisco o almeno credo di aver capito quanto per te sia importante il Quidditch. Quando ti avvicini, i miei polmoni sembrano aver dimenticato la loro funzione.
E vorrei che tu non mi lasciassi mai, che tu fossi sempre lì per me. Ok, ora sto esagerando. Questa deve essere l'influenza di qualche antico scrittore, non lo so, ma tanto tu oramai mi conosci.
Quando tu leggerai ciò che ti sto scrivendo, se mai te lo farò leggere (dato che non sembro nemmeno me, potrei anche cestinare il tutto e far finta che non sia mai successo nulla), riuscirò finalmente a mettermi il cuore in pace... Spero di non far danni, di non rovinare la grande amicizia che unisce il nostro mitico trio, ma non credo. Ognuno vuole il meglio per l'altro e quindi dovrebbe capire. In fondo tra noi non cambierebbe molto.
Ecco, ora dovrei aver finito e tu dovresti aver capito la situazione in cui verso. Ora è tutto nelle tue mani. Sta a te decidere. Sta a te fare il secondo passo.”
Hermione depose la piuma.
Lo aveva fatto davvero. Aveva scritto quella benedetta lettera. Si sentiva realizzata, ma allo stesso tempo inquieta. Ora avrebbe dovuto anche fargliela avere.
Dargliela di persona era fuori discussione. Non avrebbe mai portato a termine la “missione”, perchè la paura di fare una figuraccia e di rovinare ancor di più la loro amicizia l'avrebbe fermata prima. Chiederlo a Ginny era assolutamente fuori luogo. Era la sua migliore amica, ma in questo caso sarebbe stata troppo coinvolta.
Ma poi perchè dargliela? Come volevasi dimostrare, il dubbio si stava impadronendo di lei.
Eppure era cresciuta, sapeva quello che voleva, sapeva prendere decisioni anche più importanti, ma la paura di sbagliare era sempre forte.
Era già tardi. La cena doveva essere pronta di lì a poco. Guardò ancora una volta fuori dalla finestra ed a conferma dell'ora tarda, aveva notato che l'allenamento di Quidditch era finito.
Senza aver deciso in modo definitivo sul da farsi, prese la lettera tra le mani, la chiuse in una busta ancora senza nominativo e la infilò in un libro, che a sua volta venne chiuso in un cassetto. Almeno in questo modo pensava fosse al sicuro.

 

Note di fine capitolo

Ciao a tutti! Ecco il primo capitolo di una nuova fanfiction. Lo so, è abbastanza corto... ma già il secondo sarà più articolato. Che dire? Grazie a tutti coloro che avranno la pazienza di leggerlo, grazie mille a chi deciderà di commentarlo! A presto! Rita

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