Note al capitolo

Ringrazio ginnyred perchè mi ha sempre seguita e volevo anche dire di recensire, anche solo per lasciare un impressione... vi prego, è importante, devo vedere se questa storia vale la pena di essere continuata...

Approfitto per salutare mia nonna, che è andata via per intraprendere un altro viaggio non in questo mondo.
Ciao nonna, sarai sempre nel mio cuore.
Capitolo 2: Ricordi sgradevoli

Ron non dormì bene quella notte. La lettera di Hermione lo aveva sbattuto. Presentarsi da lei così all'improvviso... Non poteva presentarsi da lei, non dopo quello che era successo! Non se la sentiva di guardarla in faccia, si vergognava troppo.
Così, si rigirò nel letto e cercò di dormire pensando che fosse solo un brutto sogno e che quando si sarebbe svegliato tutto questo non era successo, e non era arrivata nessuna lettera da parte di Hermione. Ma non ci volle molto per capire che era tutto vero.
Mentre la sua sveglia trillava senza sosta, si perse un'altra volta tra i suoi pensieri.
Ripensò a quando era successo, in quella spiacevole situazione… quando avevano litigato…

Era appena finita la scuola e gli esami si stavano avvicinando. Ron era sempre con Harry e Hermione, i suoi due più cari amici, e tutto era tranquillo tranne il fatto che la guerra con Voldemort era iniziata e loro non potevano fare niente, visto che erano concentrati sulla ricerca degli Horcrux, ma nonostante tutto riuscirono a stare insieme. Lui e Hermione da qualche tempo sembravano più affiatati che mai, sarà che erano Prefetti e pattugliavano corridoi insieme, sarà che aiutando Harry a trovare gli Horcrux si ritrovavano sempre in gruppo, sarà che si stavano accorgendo dei propri sentimenti verso l’altro, ma non sembravano dell’idea che separarsi era la cosa giusta. Inoltre non litigavano più e questo faceva pensare che ci fosse qualcosa tra loro.
Ma una sera fu tragedia.
Ron era a fare la ronda al settimo piano ed aveva quasi finito il suo turno, Hermione stava venendo per dare il cambio. All’improvviso sentì un rumore. Con uno scatto prese la bacchetta e tese le orecchie per accertarsi del frastuono. Un altro botto lo fece balzare in aria. Questa volta aveva riconosciuto il suono, era il tonfo di qualcuno che cadeva e proveniva da una stanza in quel corridoio.
Non sapendo bene da quale, incominciò a girare tutte le aule fin quando non si ritrovò nel bagno delle ragazze. Gli prese un colpo quando vide una figura allungata sul pavimento.
- Lumos - disse spaventato e nel momento in cui la bacchetta si accese vide il corpo di Romilda Vane.
Si affrettò a indagare se stava bene. Controllò il polso e sentì che il cuore batteva ancora, non aveva nessun segno di essere stata aggredita, ma aveva un odore strano, simile a sherry.
Ad un tratto la ragazza si svegliò e fece per alzarsi, ma non ci riuscì. Ron la prese, le fece girare un braccio intorno alla sua spalla e lentamente la trascinò fuori, sicuro che fosse l’idea migliore. Si mise a pensare cosa doveva farne della ragazza che intanto accennava qualche singhiozzo con una risata isterica. Pensò di portarla da Madama Chips, ma avrebbe di sicuro messo nei guai non solo Romilda, ma anche l’intera casa del Grifondoro, per via dell’alcool. Così scantonò subito l’idea.
Poi gli venne in mente che Hermione non sarebbe ancora scesa dalla Sala Comune e che sicuramente avrebbe trovato una cura per rimetterla in sesto, anche se non aveva una certa simpatia per quella ragazzina che si era dimostrata più furba rispetto alle altre sue compagne di dormitorio.
Sistemò meglio il suo braccio intorno alla vita di Romilda e incominciò a camminare verso la torre di Grifondoro. Intanto la ragazza aveva incominciato a borbottare parole strane, Ron pensò che forse era l’effetto dell’alcool a ridurla in quello stato. Era bianca in viso e aveva occhiaie molto profonde, le sue vesti erano bagnate e di sicuro era perché si era versata il liquore addosso. Povera ragazza, cosa le sarà successo per ridursi in quel modo…
Erano arrivati davanti all’arazzo di “Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll” e gli venne in mente un’idea.
Posò Romilda per terra e incominciò a camminare avanti e indietro di fronte a quell’arazzo con gli occhi serrati e le mani strette a pugni mormorando “diventa una stanza dove posso trovare una cura per la sbornia di Romilda” per tre volte e dopo l’ultimo giro comparve una porta lucida. Presa la ragazza, Ron entrò nella stanza.
Trovò un letto, alcune medicine e uno scaffale pieno di libri per curare ogni tipo di sbornia e una sedia per lui. La Stanza delle Necessità è davvero una cosa magnifica, forse una delle cose più belle a Hogwarts.
Fece allungare la ragazza pensando che quando Hermione fosse arrivata avrebbe trovato una cura, nel frattempo lui prese a sfogliare un libro intitolato “Mille cure per ogni tipo d’alcool”.
Una mano adesso lo sfiorava sopra la spalla e quando si girò vide Romilda. Non si accorse che si era alzata.

- Romilda che hai fatto? Ti viene da vomitare? - ma si rese conto solo in quel momento lei che gli stava sbottonando la camicia con una mano, mentre l’altra allentava il nodo della cravatta.

- Ma che fai! Fermati! Ti ho detto che ti… oh mio Dio! - furono le sue parole dopo che Romilda si tolse la maglia e la ebbe gettata dall’altro capo della stanza.
Non aveva più il controllo su di lei che intanto ora lo stava baciando sul collo con foga eccessiva.

- Basta Romilda! - la prese e la portò di nuovo sul letto, ma fu inutile. Prima che fu riuscito a farla allungare, lei gli saltò addosso facendolo sedere sul bordo del letto e ricominciò a baciarlo. Non sapeva che fare, sembrava che avesse uno dei tentacoli della Piovra Gigante addosso e le sue ventose si erano attaccate alla pelle. Doveva chiamare Hermione e convincerla di trovare un a cura per quella cosa che adesso gli stava sbottonando i pantaloni. Santo cielo, doveva fermarla!
Non curandosi se le faceva male, afferrò i polsi della ragazza e fece staccare le sue mani dai pantaloni.
Oh san Merlino, ti prego fa che Hermione scenda a darmi una mano a levarmi questa pazza di dosso!
Sentì la porta aprirsi e con un colpo al cuore vide Hermione, con l’espressione di chi ha preso una padellata in piena faccia, guardare verso di loro.

- He…He… Hermione! Aiutami ti prego!non riesco a fermarla… mi… mi è saltata addosso e… aspetta! Dove vai! No… lasciami... Romilda fermati! Hermione dove vai! Ti posso spiegare, non fraintendermi! - intanto lei era corsa fuori.

-Miseriaccia… Hermione, ma dove vai?

Volendo mettere in chiaro le sue intenzioni la seguì. Non era un fenomeno, ma di sicuro era più veloce di lei. Infatti la raggiunse in un batter d’occhio. Quando le fu abbastanza vicino riuscì a fermarla prendendola per il braccio.

- Lasciami Ron! Mi fai male! Sporco maiale che non sei altro!

- Che ti prende! Guarda che io non ho fatto niente. È stata lei che mi è saltata addosso, io di certo non lo avrei fatto, e lo sai benissimo!

- Sì certo, non dirmi adesso che non hai fatto niente! Quale ragazzo non n’avrebbe approfittato di quella situazione? E poi ti sei visto come sei conciato? Non ti voglio più vedere, Ron. Mi fai schifo!

- No, tu non te ne vai fin quando non mi crederai!

- E a cosa dovrei credere, a delle insulse parole che mi sono dette da un ragazzo superficiale e deficiente come te o ai miei occhi che hanno visto la persona CHE AMO, abbracciata ad una scema! - la ragazza era scoppiata a piangere e con un ultimo sguardo gli disse - Non ti avvicinare più a me, ti odio!

Nella quiete mattutina della stanza,dove sono il canto degli uccelli era udibile, all’improvviso la sveglia scoppiò. Ron fece un balzo si parò gli occhi per evitare i pezzi di metallo che sfrecciavano da tutte le parti.

- Maledetti Fred e George! Non le compro più! Dannate sveglie, sono pericolose!

Arrancando, andò a prepararsi la colazione in cucina. stava ancora riflettendo su quel ricordo. Doveva parlare con qualcuno, ma con chi? Mise in bocca l'ultimo morso di pane tostato e, tra una caduta rovinosa per le scale e la rottora di un vaso regalatogli dalla madre,si avviò per recarsi al lavoro per un’altra giornata all’insegna della disperazione tra fogli di pergamena e luci d’uffici superaffollati.



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Quella sera le toccò il turno di ronda per la scuola perché il professor Vitious non stava molto bene e non se la sentiva di girovagare tutta la notte in corridoi bui, così era toccato a lei fare l’intera notte la guardia al il settimo piano. Il sonno le giocava brutti scherzi e visto che non dormiva bene da quasi tre giorni, si sentiva le palpebre chiudersi piano piano.
Stava camminando per i corridoi deserti, sicura di non trovare nessuno, dato che non c’erano più allievi come Fred e George o come i Malandrini (aveva escogitato un piano per scovare quei ragazzi che credevano di evitare le ferree misure di sicurezza della scuola e aveva bloccato tutte le scorciatoie che conosceva, forse era stato proprio quel piano a farle acquistare la nomina di Vice-preside), quando si ritrovò di fronte all’arazzo di Barnaba il babbeo, più tarmato che mai.
Ricordi dolorosi si riaffiorarono nella sua mente, proprio quei ricordi che invano aveva cercato di cancellare.

Il settimo e ultimo anno era giunto quasi alla fine e Hermione era alle prese dei suoi piani di studio. Quell'anno era importante, aveva i M.A.G.O. e non poteva distrarsi, ma come faceva se in giro c'era Ron. Si era finalmente resa conto di essere innamorata persa di quel ragazzo. Non pensava ad altro e le notti erano costellate dai suoi sogni dove la presenza del ragazzo era perenne. Se solo non l'avesse visto quella notte.

Era in Sala Comune e aspettava l’ora che Ron sarebbe rientrato per dargli il cambio di ronda. Grattastinchi le si era acciambellato sul grembo e faceva le fusa muovendo la coda distrattamente.
Era lì ad aspettarlo da più di un quarto d’ora e non si faceva ancora vivo, forse aveva trovato qualcuno e ora lo stava punendo, forse era stato attaccato alle spalle e ora era sotto l’influenza di un incantesimo e non si poteva muovere. Decisa a non aspettare ancora si alzò e uscì per andare a vedere se era successo qualcosa.
I corridoi erano vuoti e bui, abbastanza inquietante, visto che la mattina quelli erano i più affollati dopo la sala d’ingresso. Aveva una strana sensazione addosso e non era qualcosa di bello. Cacciò la bacchetta dalla veste.
Proseguì a camminare con la bacchetta accesa fin nel momento in cui non sentì il cigolare di una porta.
Dev’essere Ron… su, avanti Hermione che aspetti ad andare a controllare? Non avrai paura di un semplice cigolio? Su… muoviti!
Preso un po’ di coraggio si avviò verso la fonte di quei rumori strani. Piano, un passo alla volta si trovò davanti ad una porta “speciale”.
Cosa ci fa la Stanza delle Necessità aperta… qualcuno deve aver avuto qualche problema e si è rifugiato, o può essere Gazza che cerca i suoi detersivi, ma all’una di notte? O può essere qualcuno che tenta di fare il furbo e passare indisturbato la guardia dei Prefetti… se è così mi dispiace per lui/lei, ma ha a che fare con una più furba…
Nel momento in cui aprì la porta, il mondo le cadde sulle spalle. Si sentiva come se un branco di Schiopodi Sparacoda l’avesse travolta. Non riusciva a crederci. C’era Ron con Romilda Vane, mezzi nudi, che si baciavano in quella stanza proprio davanti a lei, ma la cosa che più la fece arrabbiare fu che il ragazzo la guardava con la stessa espressione che aveva lei.

- He… He… Hermione! Aiutami ti prego! Non riesco a fermarla…mi … mi è saltata addosso e … aspetta! Dove vai! ... - prima che lui potè finire a parlare, lei aveva iniziato a correre senza sosta.
Le lacrime stavano scorrendo sul suo viso. Come aveva potuto farle questo, dopo quello che era successo, dopo i numerosi sguardi dolci che si scambiavano durante le lezioni, dopo che lei, coraggiosamente, gli prese la mano durante Incantesimi, come poteva farle questo!
Sentì delle dita afferrarle il braccio, non si era accorta che l’aveva rincorsa.

- Lasciami Ron! Mi fai male! Sporco maiale che non sei altro!

- Che ti prende! Guarda che io non ho fatto niente. È stata lei che mi è saltata addosso, io di certo non lo avrei fatto, e lo sai benissimo.

- Sì, certo! Non dirmi adesso che non hai fatto niente! Quale ragazzo non n’avrebbe approfittato di quella situazione? E guarda come sei conciato! Non ti voglio più vedere, Ron. Mi fai schifo!

- No, tu non te ne vai fin quando non mi crederai.

- E a cosa dovrei credere, a delle insulse parole che mi sono dette da un ragazzo superficiale e deficiente come te o ai miei occhi, che hanno visto la persona CHE AMO, abbracciata ad una scema! - le lacrime avevano ricominciato ad uscire. - Non ti avvicinare più a me, ti odio!


- Professoressa… sono venuta a darle il cambio… si sente bene?

- Oh… sì Jones, non ti preoccupare, stavo pensando.

- Se le serve qualcosa, io sono qui per aiutarla… è un dovere d’alunno e soprattutto da Prefetto.

- Grazie, sei stata sempre un buon Prefetto e una cara ragazza.

La Tassorosso le fece un sorriso e girò per controllare la parte opposta del corridoio, non prima di accertarsi che la sua professoressa stava bene.
Quando si fu allontanata, Hermione prese un bel respiro e si voltò verso le finestre che davano sul gran parco. Si era accorta solo allora che il sole accennava a sorgere tra alcune nuvole. Di lì a poco lo avrebbe rivisto, sempre se non mandava una segretaria a firmare, ma era una cosa importante.
Senza perdere altro tempo scese verso la sua camera per prepararsi, sicura che quella sarebbe stata una giornata da dimenticare.

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