Da che lei ricordasse, l’ufficio del Preside di Hogwarts non era mai stato tanto affollato, neppure ai tempi della prima guerra contro Lord Voldemort. Come aveva osservato vedendolo attraversare il parco, Rufus Scrimgeour, il Ministro della Magia, si era portato appresso una nutrita delegazione: con lui c’era Cornelius Caramell, precedente Ministro deposto per la discutibile gestione del ritorno di Voldemort e attuale consulente del Ministero; poi veniva Percy Weasley, con il volto tirato del burocrate che lotta per non esprimere emozioni… E altre sette o otto persone, i cui nomi scivolarono addosso a Minerva McGranitt come la pioggia sugli aghi di pino; i Direttori delle Case erano ogni istante di più spinti verso il fondo della stanza dall’incessante flusso di persone che entravano al seguito del Ministro.

La McGranitt cercò con lo sguardo i suoi colleghi, intercettò Lumacorno – cosa abbastanza ovvia, dal momento che superava in altezza (e non solo!) sia Vitious che la Sprite – che faceva lo stesso e gli fece cenno di avvicinarsi. Occupare la sedia di Silente era già di per sé un fatto doloroso; non sarebbe riuscita a gestire la disperazione, se avesse dovuto affrontare mezzo Ministero della Magia da sola.
Qualcuno attirò la sua attenzione verso la porta, e quando si rese conto di ciò cui stava assistendo si sentì invadere da una tale rabbia che temette di non riuscire a contenerla. Dolores Umbridge aveva avuto il coraggio di presentarsi di nuovo ad Hogwarts. Minerva le rivolse uno sguardo tanto carico d’odio che chiunque altro, sentendosi guardare in quel modo, sarebbe scappato a gambe levate. La strega con le sembianze da rana invece non lo notò neppure, troppo impegnata a dimostrare la propria sollecitudine (servilismo, pensò la McGranitt) nei confronti di Scrimgeour.
« Permettimi di esprimere a te e alla Scuola il cordoglio del Ministero della Magia per quanto accaduto qui stanotte, Minerva » Il tono del Ministro era sincero, e Minerva McGranitt era sul punto di rispondere con cortesia quando le saltò agli occhi il golf rosa acceso della Umbridge, che si era appena fatta strada a forza fino al fianco di Scrimgeour. Strinse le dita attorno ad un lembo della veste strappata, con una forza che quasi la stupì.
« Accetto volentieri il suo, Ministro. Purtroppo non posso fare altrettanto con quello di altre persone qui presenti » La professoressa Sprite sussultò: aveva già visto tante volte la McGranitt infuriata, aveva già sentito come la sua voce sapesse farsi dura in quei momenti, ma non aveva mai ascoltato niente di simile a ciò cui aveva appena assistito… Così fredda, così tagliente… Non sembrava neppure lei! E finalmente Dolores Umbridge sembrò accorgersi della donna seduta alla scrivania.
« Minerva cara, sono così mortificata per quanto è successo… Ti prego di accettare le mie condoglianze ».

I tre Direttori delle Case osservarono Minerva McGranitt con apprensione, e la Umbridge con ostilità: come avrebbe reagito la Direttrice di Grifondoro, di fronte a quell’esibizione di spudoratezza? Perché quello era, la presenza di Dolores Umbridge entro i confini di Hogwarts… Come poteva, con quello che aveva fatto passare alla scuola, presentarsi un’altra volta di fronte a loro? E come poteva pretendere di mostrarsi dispiaciuta per la morte di Silente, dopo quello che gli aveva fatto?
Tuttavia la McGranitt non si scompose, e si rivolse direttamente a Rufus Scrimgeour.
« Come ho già detto, Ministro, sono lieta di accettare il suo cordoglio. Per altri, della cui sincerità ho tutti i motivi di dubitare, francamente non mi sento di farlo ».
« Minerva… »
« No, Cornelius, per favore. Non ricominciamo. Quella donna non dovrebbe stare qui, e lo sai quanto me. La sua presenza offende me, offende la scuola e… » inspirò profondamente, sforzandosi di non perdere il controllo di fronte a quelle persone « e la memoria di Silente ».
Il volto della Umbridge assunse un colore cangiante dal Magenta al bordeaux, ma non fece a tempo a rispondere perché il Ministro la precedette.
« Sono stato informato degli avvenimenti dello scorso anno; ma speravo che di fronte ai più recenti sviluppi avremmo potuto mettere una pietra sopra quella vicenda ».

Il professor Vitious, in piedi su uno sgabello accanto alla McGranitt, le sfiorò una spalla per dichiararle il proprio appoggio qualunque cosa avesse fatto; Pomona Sprite fece altrettanto; solo Lumacorno sembrava non capire fino in fondo ciò che stava succedendo.
« Sono spiacente di doverla deludere, Ministro. Ma credo di parlare anche a nome dei colleghi, oltre che mio, » e qui ci fu un vistoso cenno di assenso dei due; Lumacorno tentava ancora di aggiornare la propria conoscenza dei fatti, ma chinò la testa quel tanto che bastava a dimostrare appoggio a Minerva « chiarendo una volta per tutte che se il Ministero avesse dato ascolto a Silente, invece di mandare qui quella donna a prenderne il posto e ostinarsi a fingere che Voi-sapete-Chi non fosse tornato, forse ora Albus sarebbe ancora vivo!» Sulle ultime parole, la sua voce si era incrinata senza pietà: gli avvenimenti delle ultime ore l’avevano così indebolita… Non era più la donna che era stata prima della pioggia di Schiantesimi che l’aveva costretta al San Mungo l’anno prima, e quella era senza dubbio un’altra cosa di cui doveva essere incolpata Dolores Umbridge.


Il silenzio imbarazzato caduto dopo quella dichiarazione si protrasse per diverso tempo, durante il quale nessuno osò prendere la parola. Minerva ne approfittò per osservare con un poco di tristezza Percy Weasley: in che cosa lo aveva trasformato, l’ambizione! Lontano dalla propria famiglia, dagli amici della scuola, rinchiuso nel proprio ruolo fino ad annullare ogni sentimento… Non mostrava neppure il dolore per la morte di Silente. Come ti sei ridotto, Percy.
« Tuttavia, » riprese la McGranitt, come se il discorso precedente si fosse appena concluso « voglio immaginare che si sia portato dietro tutta questa gente per un motivo migliore, Ministro ».
« Desidererei essere messo al corrente con precisione di quello che è successo stanotte. So che non sarà semplice per voi… Ma il Ministero ha il diritto di sapere, la gente deve essere informata »
Minerva fu quasi sopraffatta dal disgusto per il tono formale e distaccato con cui Rufus Scrimgeour si era appena espresso. Dannazione, era appena morto il più grande mago di tutti i tempi! Come poteva parlarne così, come se si trattasse di una zuccheriera incantata che aveva attaccato dei Babbani? E per l’ennesima volta da quando quelli del Ministero avevano fatto la loro comparsa, si ritrovò impegnata con tutte le proprie forze a mantenere la calma e l’autocontrollo.

Iniziò a parlare lentamente, come se le parole uscissero a fatica dalla bocca, raccontando di nuovo, come aveva fatto con Potter, gli avvenimenti di quell’orribile notte. Mano a mano che il racconto proseguiva, e che nuovi particolari si sommavano a quelli precedenti, Minerva sentiva il proprio cuore ogni attimo più pesante; ascoltò se stessa parlare della morte di Silente quasi con indifferenza, nell’estremo tentativo di convincersi che in realtà non era accaduto niente del genere e stavano ancora tutti bene. Ma quando sulle labbra le affiorò il nome di Severus Piton e fu definitivamente chiaro che Silente non sarebbe più tornato, il dolore divenne così forte, così cieco e disperato, che persino Scrimgeour lo notò senza fatica. E, in contrasto con i suoi soliti metodi, le permise di porre fine al racconto.
« Il bilancio delle vittime, Minerva? » Lei scosse la testa, sforzandosi di non mostrarsi debole come invece si sentiva.
« Paradossalmente, vista la netta superiorità dei Mangiamorte non è andata poi male… Ferite lievi, per lo più. Come stiamo noi, potete benissimo vederlo; » e indicò con un gesto sbrigativo se stessa e i colleghi al suo fianco « chi in questo momento desta davvero preoccupazione è Bill Weasley, che… » si interruppe per una frazione di secondo, gli occhi su Percy: il ragazzo si mordeva con forza le labbra «… è stato attaccato da Greyback, e ora, in attesa del trasferimento al San Mungo, si trova affidato alle cure della nostra infermiera, Madama Chips ».
« Ed è…molto…voglio dire…è grave? » Minerva, con grande sforzo, trovò in fondo alla propria anima un sorriso da rivolgere al giovane Weasley.
« Non lo sappiamo ancora con precisione. Ma puoi andare a trovarlo, Percy, sono certa che ne avrebbe piacere » Aveva tralasciato il particolare che Bill era ancora privo di conoscenza, come anche che Arthur e Molly erano da lui, nella speranza che il ragazzo sarebbe corso al capezzale del fratello; ma Percy non si mosse. Di nuovo Minerva scosse la testa. Era profondamente delusa.

« E ora? Che cosa avete deciso di fare riguardo la Scuola? »
« Rimetteremo ogni decisione in mano ai consiglieri… » La McGranitt rivide davanti ai propri occhi lo sguardo colmo di dolore di Hagrid, la determinazione di Vitious e della Sprite a non chiudere Hogwarts; pensò a cosa Hogwarts rappresentasse per tutti loro, per lei che vi aveva dedicato la vita, per Harry che la considerava casa propria… Guardò il ritratto di Silente, appeso al muro, e capì che cosa doveva fare « Ciò non toglie, signor Ministro, che noi faremo quanto in nostro potere per impedire che la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts venga chiusa. Ci opporremo con tutte le forze a questa eventualità… Certo, questa scuola non sarà più la stessa senza Sliente; ma sono convinta che lui sarebbe il primo a volere che continuassimo la nostra missione ». Il volto bizzarro del professore di Incantesimi era raggiante, e così pure l’espressione della Sprite che faticava a tenere il cappello sulla massa incolta di capelli; quanto a Lumacorno, sembrava riuscire a stento a trattenersi dal battere le mani. « Mi auguro, quindi, che il Ministero vorrà sostenerci in essa, invece di ostacolarci ».
« Credo che non ci saranno problemi, Minerva ». Era stato Caramell a rispondere, ma tutti interpretarono come positivo il fatto che Scrimgeour non lo correggesse. Il viso tondo dell’ex Ministro assunse un’aria di profonda sofferenza, che, nonostante i limiti indiscutibili di quell’uomo, era evidentemente sincera. « Cosa farete per il funerale di Silente? Sai, saranno molti a volervi partecipare…» Minerva McGranitt trasalì: ecco, si era arrivati all’argomento più straziante di tutti. Si chiese per la milionesima volta quella notte come avrebbero fatto ad andare avanti con la consapevolezza che Silente era morto.

« Silente sarà seppellito qui ad Hogwarts, Cornelius, come era suo espresso desiderio… Sempre che il Ministero non abbia obiezioni » Il tono di quella precisazione, naturalmente, non avrebbe lasciato spazio ad alcun genere di obiezione. Caramell scosse la testa in segno di diniego, e si asciugò gli occhi in un fazzoletto a quadri bianchi e verde acido; la McGranitt, pur nella gravità del momento, non poté fare a meno di domandarsi come facesse quell’uomo a possedere così tanti oggetti di dubbio gusto.
Spostò lo sguardo su Dolores Umbridge, il volto atteggiato in una maschera di finta disperazione e gli occhi rossi. Improvvisamente, si sentì troppo stanca per proseguire oltre quella dolorosa conversazione.
« Ora devo domandarvi di lasciarci soli, purtroppo. Abbiamo avuto una nottata decisamente faticosa, e… » E l’ultima cosa che voglio è vedere ancora davanti a me quella faccia da rospo che finge di essere affranta!

Rufus Scrimgeour si alzò dalla sedia appoggiandosi al bastone, e le rivolse un piccolo inchino.
« Se avrete bisogno, Minerva, non esitare a contattarci. Sono certo che Caramell sarà felice di fare il possibile per aiutare Hogwarts a superare questo difficile momento ».
« Naturalmente ».
« Ti ringrazio di cuore, Cornelius… »
« Conta pure su di me, Minerva cara, sai quanto sono legata a questa scuola e… » Minerva McGranitt non poté resistere alla tentazione di estrarre la bacchetta. Sotto gli occhi preoccupati dei propri colleghi, tuttavia, si limitò ad appoggiarla di fronte a sé sulla scrivania, e sorrise forzatamente.
« Credo che lei abbia già fatto abbastanza per Hogwarts, Dolores… E si ricordi che deve ancora essere ringraziata…»

§§§

Qualche minuto più tardi, Minerva McGranitt camminava, stanca, attraverso lo studio di Silente domandandosi cosa avrebbe fatto adesso che lui non c’era più.
Quando la stanza si era finalmente svuotata, i ritratti dei Presidi defunti le avevano tributato un lungo applauso per come aveva messo definitivamente a tacere Dolores Umbridge, ma ora sembravano decisi a comportarsi da quadri babbani. Non un consiglio, o un aiuto…
Minerva si lasciò cadere sulla poltrona preferita di Silente, esausta, e si addormentò. Si sentiva terribilmente sola.

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