Sotterraneo, alcuni mesi prima di Ida59

E se Severus non fosse un personaggio di carta ma una persona in carne e ossa?
Cosa faresti se un giorno ricevessi un invito a sorpresa per Hogwarts, con allegata una Passaporta?


Categoria: Post-DH Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Era: Harry Post-Hogwarts (1998-)
Generi: Commedia, Introspettivo, Sentimentale
Lunghezza: Oneshot (1000-?)
Pairing: Nessuno
Avvertimenti: AU (Alternate Universe)
Sfide: Nessuno
Series: Invito a sopresa
Capitoli: 1 Completa:Parole: 4658 Read: 4741 Pubblicata: 06/09/18 Aggiornata: 06/09/18
Note alla storia:

Autore/data: Ida59 – 22/11/2016
Beta-reader:nessuno
Tipologia: one-shot
Rating:per tutti
Genere:introspettivo, sentimentale, commedia
Personaggi: Severus, Ida59, Minerva, Hermione
Pairing: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti:AU
Riassunto:Primo capitolo della storia a più mani "Invito a sorpresa" scritta per l'omonima iniziativa del Calderone di Severus. Per comprendere meglio il contesto della storia sarebbe opportuno leggere il prologo scritto da Ellyson.
Parole/pagine: 4.832 parole / 11 pagine.

Sotterraneo, alcuni mesi prima di Ida59


 Sotterraneo, alcuni mesi prima


La donna aveva il cuore che le martellava in gola: era certa che fosse sul punto di scoppiare; solo a fatica riuscì ad udire le parole gentili della professoressa McGranitt che cercavano di tranquillizzarla, proprio davanti alla porta del sotterraneo di Severus Piton.
- Non preoccuparti, Ida, Severus non è cattivo come sembra. – disse con un piccolo sorriso increspato di rughe, gli occhi che brillavano. – Lo sai bene anche tu che è solo una maschera…
Se non fosse stata semi paralizzata dal terrore, Ida avrebbe certamente sorriso.
Una maschera.
Certo che era una maschera quella che Severus portava sul viso: lo sapeva benissimo e lei stessa lo andava dicendo e scrivendo per ogni dove da oltre tredici anni. Ma un conto era pensarlo e sostenerlo a spada tratta, tutto un altro trovarsi di persona davanti a lui.
Il Severus delle Maschere.
Proprio così aveva intitolato la lunga discussione sul forum per spiegare la sua visione del personaggio. Solo che adesso sapeva la verità: Severus non era un personaggio di un libro. Era vero, era reale, era umano, non solo un personaggio di carta da amare, come aveva sempre creduto.
Un sogno.
Un sogno immensamente amato.
Un sogno che all’improvviso era diventato realtà quando il Ministro della Magia era apparso in tv con il Primo Ministro inglese qualche mese prima e la notizia si era diffusa come un fulmine.
E poi era incredibilmente arrivata Hermione, in carne ed ossa, gli occhi nocciola e la lunga capigliatura cespugliosa. Aveva sempre adorato l’acume di quella ragazza!
E poi Minerva. E aveva sempre tanto amato anche lei…
Ida ancora non riusciva a capacitarsi perché avessero scelto proprio lei, tra le tante fan adoranti che vi erano nel mondo. Lei e il suo amato forum: "Il Calderone di Severus".Per dimostrare coi fatti a Severus Piton che il mondo Babbano era pieno di persone che lo amavano.
Un compito davvero difficile, aveva subito ammesso Hermione sorridendo; ma non impossibile, aveva aggiunto Minerva, incoraggiante. Ida per un istante aveva anche pensato di fuggire, di dire di no, di sottrarsi a quel compito improbo. Ma poi il senso del dovere aveva prevalso: Severus aveva bisogno anche di lei e delle sue amiche per essere felice; e tutte avrebbero compiuto il loro dovere. Proprio come il loro mago adorato aveva sempre fatto.
Così adesso era lì, davanti alla porta del sotterraneo di Severus, l’incantesimo di Minerva a rendere fluente il suo inglese, ma senza neppure più uno straccio di coraggio. E senza fiato, da quanto il cuore le batteva. Di paura e di felicità.
Severus era lì, dietro quella porta e, a detta di Minerva e di Hermione, aveva accordato il suo consenso a riceverla. E non avevano neppure dovuto insistere. Non troppo, per lo meno.
Ida tremava. Non era da lei, ma indubbiamente tremava.
Il suo sogno era lì, dietro lo spesso portone di quercia borchiato.
Aveva fatto di tutto per essere all’altezza di quell'incontro eccezionale. Un sobrio abito lungo da strega - Hermione l’aveva accompagnata da Madama McClan: un vero sogno entrare a Diagon Alley! - con i colori di Serpeverde. Velluto leggero, verde scuro, bordato d’argento in fondo alla gonna e trafilato nello scollo appena accennato, e una sottile fettuccia sempre d'argento a segnare la vita.
In effetti, Ida si sentiva una Serpedoro, metà Serpe e metà Grifo, e il suo colore preferito era da sempre e indubbiamente il rosso vivo e acceso. Ma qualcosa le diceva che davanti a Severus era meglio nascondere l'oro, e il rosso, - sicuramente una pessima accoppiata! - e mostrare solo l'argento. A proposito di maschere: sì, anche lei se ne intendeva abbastanza dell'argomento…
Anche se, proprio come molti anni prima aveva affermato Silente, anche Severus aveva in sé una importante parte di Oro: la luce dorata della sua anima coraggiosa e… pura.
- Avanti, Ida, abbassa la maniglia e spingi la porta! - la spronò un'ultima volta Minerva.
Senza fiato, la gola secca e il cuore che le batteva all'impazzata, Ida sfiorò appena la pesante maniglia.
Il metallo era freddo, com'era normale fosse lì nel sotterraneo. Chissà perché, ma aveva pensato che invece avrebbe potuto bruciarle le dita.
Abbassò l'impugnatura sagomata in un serpente mentre Minerva alle sue spalle si ritraeva e spariva nell'ombra del corridoio.
Era sola.
Spinse piano il portoncino che cigolò appena ruotando sui cardini.
No, non era sola.
Era con Severus.
Ed era terrorizzata.
E felice oltre ogni immaginazione.
Fece un primo, incerto passo in quel sotterraneo che aveva mille volte immaginato, sognato, descritto nelle sue storie.
Era più buio, più freddo e molto più spaventevole di quanto avesse mai pensato.
Lui era in piedi, alto e magro, il consueto abito nero e il lungo mantello drappeggiato con eleganza sulle spalle. Di fianco al camino. Spento.
Bene, questo lo aveva indovinato, pensò la Ida sognatrice sorridendo dietro la propria maschera e facendo un altro coraggioso passo avanti, mentre la porta si chiudeva inesorabile alle sue spalle, tagliandole ogni possibile via di fuga.
La fiamma dell'unica lampada, che pendeva dalla volta scura del soffitto, animava con paurosi riflessi il viscido contenuto dei vasi allineati sullo scaffale alla sua destra.
- Buonasera, preside Piton. - disse infine con un filo di voce, trovato chissà dove nei meandri della gola.
Le era uscita una flebile, stupida voce stridula e tremante. Venata di qualcosa che assomigliava fin troppo al panico:
- Io sono…
- So bene chi è lei. - rispose il mago in un secco sibilo. - Ida59. Minerva mi ha spiegato. No. - si corresse avanzando di un lungo passo pesante, il mantello nero che oscillava alle sue spalle, gonfio dei riflessi guizzanti della fiamma della lampada. - Ho compreso solo quando la Granger ha farfugliato tutte quelle sue ridicolaggini concernenti internet.
La stava squadrando con il suo sguardo nero penetrante. Quello che Ida aveva sempre immaginato molto bene e descritto nelle sue fan fiction. Uno sguardo che dal vero faceva decisamente paura.
Era più alto di quanto si aspettasse. O forse era solo molto più giovane e magro del suo alter ego cinematografico, pensò commossa al ricordo del caro attore.
- Così, ci sono davvero delle persone come lei, - continuò beffardo il mago, puntandole contro il dito ossuto, sulle labbra sottili l'ombra di un sorriso di scherno, - che in Gran Bretagna, in Italia e nell'intero mondo Babbano… mi amano? – concluse, ponendo l'enfasi sulle ultime due parole e sollevando scettico il sopracciglio, in una grottesca espressione tra l'ironico e l'incredulo.
La voce del mago, però, era anche scesa d'improvviso di volume e il tono, da secco e sibilante, nel finale si era fatto incredibilmente profondo, quasi vibrante. Carezzevole, addirittura. O, almeno, così parve a Ida, che sentì i brividi salirle lungo la schiena e aggrovigliarle lo stomaco.
Sul viso spigoloso e pallido di Severus Piton il sarcastico sorriso era scomparso e si era dipinta un'espressione di stupefatta incredulità.
Ma nei suoi occhi neri, illuminati appena dal riverbero della lampada, Ida seppe leggere un tumulto di emozioni e sentimenti inestricabili.
Li conosceva bene, lei, quegli stupendi occhi neri!
Li aveva sognati e desiderati così a lungo!
E quante volte li aveva descritti con amore ardente nelle sue storie!
Ed erano proprio così, esattamente come lei sapeva che dovevano essere: bellissimi e profondi, specchio della sua anima.
Luminosi.
Non sapeva per quale magia, ma Ida quei meravigliosi occhi neri li aveva visti mille volte nei suoi sogni. Colmi di dolore e determinazione, di rimorsi e di coraggio.
Li amava, quei profondi occhi neri, e furono loro a darle infine il coraggio di parlare.
Perché, lei, Severus lo conosceva, sapeva perfettamente chi era. Oltre ogni sua sgradevole maschera di protezione e di rifiuto.
Ida sapeva chi era davvero Severus Piton.
E lo amava. Rispettosamente.
E voleva che fosse finalmente felice. Perché nessuno più di lui lo meritava.
Così Ida cominciò a parlare, dapprima a bassa voce, timorosa, e poi sempre più sicura, decisa a convincerlo che era davvero amato da tante persone: perché lo meritava, perché nessuno più di lui era degno di essere amato!
- Certo che ci sono persone che ti amano, Severus! Molte persone, dovunque nel mondo,  che ti stimano, ti rispettano, ti ammirano. E ti amano, - rispose arrossendo, mentre gli occhi neri la fissavano in profondità, - ti amano con profondo rispetto. Per l'uomo che realmente sei, dietro ogni tua maschera, oltre ogni tua sgradevole apparenza. Ti amano per il tuo coraggio, per il tuo dolore, per la tua incredibile forza. Ti amano perché nessuno più di te merita di essere amato, Severus!
La voce della donna si spense nell'ovattato rimbombo del sotterraneo.
Ecco, l'aveva detto. E aveva anche osato chiamarlo per nome. E dargli del tu. Era stata pazza, lo sapeva, ma non aveva potuto fare diversamente: era il suo cuore che aveva parlato, quel cuore che troppo spesso non voleva sentire ragione, quel cuore che per lui, per Severus, era stato disposto a tutto.
Se necessario, avrebbe pagato fino in fondo le conseguenze del suo ardire, così come sempre erano state disposte a fare le eroine delle sue storie che di volta in volta gli affiancava per renderlo felice.
Adesso, però, Severus sapeva. Sapeva del suo amore, dell'amore di tutti loro!
Non accade nulla.
Nessuna magia la respinse con violenza mandandola a sbattere contro la parete alle sue spalle, tappezzata di vasi dallo schifoso contenuto.
Severus era rimasto immobile e in silenzio a fissarla.
Infine fece un altro passo avvicinandosi ancora di più a quella strana Babbana, che gli aveva detto parole... parole cui ancora non riusciva a credere. Parole sincere, sgorgate dal cuore. Parole d'amore che lo avevano sconvolto. Aveva paura di lui, era evidente, eppure era stata totalmente sincera: ogni cosa nel suo atteggiamento dimostrava la sua più completa sincerità e la Legilimanzia era inutile spreco di tempo.
Ma come era possibile?
Eppure quella Maganó aveva fatto un ottimo lavoro con i suoi libri: si era attenuta alle sue precise istruzioni e lo aveva dipinto come un essere detestabile, raccontando solo l'indispensabile per rendere comunque credibile il suo personaggio. In fin dei conti, era stato un Mangiamorte, aveva causato la morte della donna che amava, aveva perfino ucciso Silente e, soprattutto, aveva trattato sempre male Potter!
Si avvicinò ancora di un passo, il mantello nero che silenzioso sfiorava il pavimento: ormai le era davanti.
- Quindi, anche tu mi ami? – chiese con lentezza, scandendo bene ogni singola parola, tanto che alla donna la frase suonò  quasi come una pericolosa minaccia.
L'incredulità ancora venava la voce profonda del mago, ma ogni traccia di sarcasmo era svanita.
Ida arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, incapace di sostenere il confronto con quei meravigliosi occhi neri, avidi di conoscere la verità.
-   Perché? - chiese il mago stupefatto. - Come puoi amare uno come me?
Ida rialzò lo sguardo e i suoi occhi verdi-nocciola si persero nel nero profondo e scintillante di quelli del mago. Come poteva spiegargli il suo amore, l'amore di tutti loro? Come riuscire a convincerlo?
-   Perché... perché tu mi hai salvato, Severus! - esclamò in un filo di voce tremante.
Il mago spalancò gli occhi, attonito, le sopracciglia che si sollevavano entrambe.
- Perché... tramite un inconscio meccanismo di immedesimazione in te, nelle tue colpe e nei tuoi rimorsi... io sono riuscita a capire chi eri tu davvero e...
Ida deglutì a fatica, la gola secca che le faceva male, gonfia di un nodo degno delle sue migliori fanfiction. Com'era difficile parlare, spiegare quella parte così segreta e dolorosa di se stessa.
- Ho condiviso il tuo dolore, Severus, e i tuoi rimorsi. - spiegò Ida a bassa voce, le lacrime agli occhi. - Nelle mie storie ti ho fatto soffrire... per espiare le colpe del tuo passato... che erano invece le mie... - aggiunse, la voce incrinata dall’intensa commozione di dolorosi ricordi lontani, - per farti tornare a vivere... per convincerti che avevi ancora il diritto di essere felice.
Com'era difficile continuare, quando erano le lacrime che a tutti i costi volevano uscire al posto delle parole.
- Scrivevo di te, Severus, ma parlavo a me stessa: ero io la persona che doveva tornare a vivere, anche se per circa un anno tutto questo mio folle meccanismo di immedesimazione in te è stato del tutto inconsapevole.
Il mago la stava guardando sempre più perplesso: probabilmente pensava di trovarsi davanti a una pazza. Be'... non aveva poi tutti i torti! All'improvviso il suo sguardo si fece più intenso e profondo e un istante dopo un lampo di turbamento scintillò nelle sue iridi nere e la linea sottile delle labbra si ammorbidì in qualcosa che era a metà tra un piccolo sospiro e un accenno di sorriso.
In quel momento, Ida comprese che Severus sapeva tutto, che non c'era più bisogno di spiegargli nulla. In effetti, la Legilimanzia era molto comoda: era bastato solo un istante e lei non si era nemmeno accorta di nulla!
Il nodo alla gola non voleva andarsene, ma adesso, superato lo scoglio più difficile, Ida ne aveva di cose da dire, e nessuno avrebbe più potuto fermarla.
- E’ stato un caso, oppure è stata magia, Severus, ma ti ho incontrato quando avevo un disperato bisogno di te, e tu hai di nuovo dato vita al sogno che io avevo…
Fu allora che accadde una cosa incredibile: le labbra sottili del mago si schiusero in un sorriso appena accennato, un sorriso di comprensione e condivisione che tante volte Ida aveva descritto sulle labbra delle sue eroine quando cercavano di consolare Severus. Poi, le lunghe dita affusolate del mago le sfiorarono piano la guancia raccogliendo una lacrima:
- Tu non hai fatto nulla di male, Ida. – la consolò il mago con imprevista e seria dolcezza. – Tu non hai alcuna colpa.
La Babbana rimase immobile e in silenzio a fissare il suo sogno, persa negli occhi neri che scintillavano animati dalla fiamma della lampada: le parole del mago le scendevano nell’anima, riscaldandola. Infine si riscosse all’improvviso, quasi qualcosa l’avesse pungolata alle spalle ricordandole lo scopo per cui era giunta fin lì:
- E tu hai mille volte pagato per le colpe del tuo passato, Severus!
Aveva quasi gridato, il cuore a dar vita con passione alle parole.
Il mago terminò la carezza in un lento sospiro, poi socchiuse appena gli occhi, rilassandosi:
- Lo so, - sussurrò in un soffio, - adesso lo so…
Rimasero immobili, l’uno di fronte all’altra, a fissarsi per interminabili istanti, poi Severus inclinò un poco il capo, un piccolo sorriso obliquo che spuntava sul volto pallido e spigoloso, pervaso dalla curiosità:
- Quindi, il Sadi-Club era una specie di auto psicoterapia?
Ida arrossì di nuovo violentemente e si coprì il volto con le mani: si vergognava terribilmente. Come aveva potuto, Severus, con un solo, brevissimo sguardo nella sua mente, comprendere tutto così bene?
Il mago ridacchiò davanti al suo evidente disagio e arretrando un poco la invitò a sedersi su una delle due poltrone di damasco verde davanti al camino. Sempre rigorosamente spento, notò la Babbana.
- Ora spiegami bene anche tutto il resto, per favore. Oltre il fattore dell’immedesimazione inconscia nel mio personaggio, intendo. – precisò sollevando un sopracciglio.
Sulle labbra sottili del mago vi era l’accenno di un sorriso di cui Ida non seppe interpretare la causa. Era possibile che la stesse prendendo in giro?
- Una volta scattata l’immedesimazione, e quindi l’interesse per il tuo personaggio, - iniziò a spiegare la Babbana, una delicata ombra di rossore ancora sul viso, - è stato facile capire la verità su di te, andando oltre l’apparenza.
Il sopracciglio del mago rimase sollevato in un’espressione che si andava nuovamente facendo scettica.
- E’ bastato leggere i libri con attenzione, con amore, per trovare tutti gli indizi che la Rowling aveva abilmente nascosto nelle sue pagine. Bastava saper leggere tra le righe, - spiegò Ida sorridendo, più sicura adesso che si trovava su un campo ben conosciuto, - andare oltre le sgradevoli apparenze, oltre la dura maschera di impassibilità che portavi sul volto, per proteggerti dalla sofferenza di vedere ogni giorno quegli occhi verdi. Hai fatto di tutto per farti odiare da Harry, per continuare a punirti...
Ida si interruppe con un sospiro e controllò l'espressione del mago: non voleva certo esagerare, né farlo di nuovo soffrire! Lui era pallido e serio: la stava ascoltando con attenzione, ma la donna non percepì alcun dolore, non vide più in quegli occhi tanto amati l'ombra cupa della sofferenza che troppe volte aveva immaginato. Forse ciò che Minerva le aveva detto era vero: dopo che il mondo magico aveva saputo la verità e lo aveva accolto come un eroe, lui davvero era cambiato, era diventato più sereno, si era fatto una ragione del passato e del suo amore perduto.
Forse, adesso, Severus Piton poteva anche essere pronto per cominciare ad assaggiare qualche briciola di felicità. E, chissà, poi, anche l'amore, come l'animo romantico di Ida sognava per lui, l’amore che gli regalava sempre nelle sue storie.
Ida sospirò e riprese a parlare: sarebbero state altre le parole che il suo cuore avrebbe voluto dirgli, ma in quel momento sapeva che era la ragione l'unica che poteva parlare, che davvero poteva aiutarlo.
- Chi ti amava, Severus, aveva capito subito chi eri veramente. Io ci sono arrivata solo leggendo il quarto libro, - spiegò con tono quasi di scusa, - ma altri hanno capito anche molto prima! Ad ogni modo, una volta compreso il tuo personaggio e le tue profonde e nobili motivazioni, - continuò con rinnovato entusiasmo, - ti abbiamo sempre difeso a spada tratta, sempre, anche se gli altri lettori ci ingiuriavano per questo. Ma noi non abbiamo mai mollato, mai! E che rivincita ci siamo presi, poi, alla fine dei libri, noi, coloro ai quali il settimo libro non ha rivelato proprio nessuna apocalittica sorpresa!
Ida si interruppe di nuovo per controllare la reazione del mago. Un lieve sorriso dischiudeva le sue labbra sottili e nei suoi occhi neri... sì, nel suo sguardo vi era un innegabile guizzo di orgoglio: era sulla strada giusta!
-  Abbiamo anche simulato un processo, sai, dopo l'uscita del sesto libro.
Ancora una volta si interruppe di colpo: sapeva di essere arrivata a un punto pericoloso, che di nuovo poteva far soffrire il mago. Doveva stare molto attenta alle parole:
- Sono riuscita a farti assolvere con formula piena da ogni infamante accusa, a farti dichiarare innocente di tutto. - spiegò con immenso orgoglio. - Insieme con molti altri abbiamo dimostrato, le parole dei libri alla mano, che tu non eri più un Mangiamorte, che tu avevi solo obbedito ad un ordine tremendo che aveva lacerato il tuo cuore, - aggiunse a voce bassa, densa di commozione, - che non eri un codardo, bensì l'uomo più coraggioso del mondo magico!
Gli occhi della Babbana ardevano di passione mentre ricordava quelle lotte sfegatate, le notti passate a scegliere una a una tutte le frasi dei libri che nascondevano indizi importanti che potevano scagionarlo, le innumerevoli ore trascorse a scrivere complesse deduzioni e articolate arringhe. Per lui. Per dimostrare la verità e la sua innocenza.
- Ecco, però... dall'accusa di aver maltrattato Potter non sono riuscita a farti uscire proprio pulitissimo... - dovette ammettere timorosa, a occhi bassi.
La bassa risata che echeggiò nel sotterraneo fu delizia per le orecchie della Babbana:
- Neppure un miracolo, altro che la magia, avrebbe potuto scagionarmi da quella tremenda accusa! - esclamò palesemente divertito il mago. - Del resto, avevo davvero creato ad arte moltissime prove a carico della mia colpevolezza.
- Sì, ma era più che evidente che il tuo fosse un comportamento artefatto! – esclamò Ida con veemenza. - Ma sono riuscita a strappare solo una misera assoluzione per mancanza di prove… - concluse contrita.
Il mago sorrise ancora, in apparenza deliziato dalla sentenza, e le dedicò un breve applauso, del tutto meritato. Ida gli sorrise, felicissima, e cercò qualcosa nella borsa: era una spilla voluminosa. La mano le tremò mentre gliela porgeva, ma la voce era sicura:
Per chi ha sempre creduto in Severus Piton.
Una lacrima brillò orgogliosa sulla sua guancia:
- Tu non puoi sapere, Severus, con quanta fierezza chi ha sempre creduto in te, fin dall'inizio, indossa questo distintivo! - esclamò Ida, la voce sopraffatta dalla commozione. - L'idea è stata di Elly: sono sicura che ti piacerebbe, se la conoscessi.
Sul volto pallido del mago, che Ida aveva imparato a conoscere così bene nella propria immaginazione, la maschera di impassibilità andava sempre più incrinandosi e stupore e turbamento trapelavano dai suoi lineamenti spigolosi e, soprattutto, animavano i suoi begli occhi neri.
- E dopo il Processo, col suo grande successo anche in termini di pubblico, ho aperto il forum, giusto dieci anni fa: nel tempo il nome è cambiato tre volte ed ora si chiama "Il Calderone di Severus"!- espose Ida con immenso orgoglio. - È un luogo meraviglioso, pieno di persone che ti amano e ti rispettano! - continuò, gli occhi che le brillavano.
Il mago la osservava con profondo interesse, cercando di capire, di comprendere davvero - ed accettare - l'incredibile fatto che tra i Babbani tante persone lo ammirassero e fossero state disposte a combattere per lui e difenderlo in un processo che sembrava perso in partenza. Sì, i Babbani non erano proprio del tutto sani di mente, era evidente...
- In dieci anni tante persone sono arrivate nel forum e poi se ne sono andate. La maggior parte di quelle che c'erano all'inizio, ora non ci sono più. - spiegò Ida, la voce venata da una stridula eco di rimpianto. - Però sono certa che anche loro continuano ad amarti.
Un piccolo sospiro triste interruppe l'eloquio della donna, che poi riprese con nuovo entusiasmo:
- Devi venire a vedere e a leggere, Severus: solo così potrai davvero capire il profondo e sincero sentimento che proviamo nei tuoi confronti!
Il mago sollevò un sopracciglio, di nuovo sulla difensiva, ma Ida era ormai inarrestabile:
- Vieni a leggere le storie che abbiamo scritto sul tuo personaggio su Magie Sinister, visita la sezione dell'E.S, l'Esercito di Severus, strettamente riservata solo a chi ha sempre creduto in te, leggi le nostre personali visioni del personaggioe tutto ciò che abbiamo scritto per far comprendere le nobili motivazioni e il reale comportamento del meraviglioso eroe che sei!
Ida sorrise abbassando la voce e decidendo di raccontare solo una parziale verità: il mago avrebbe presto capito da solo anche altre cose che, forse, in quel momento non era il caso di svelare.
- Vieni a rilassarti nel Tempio, coccolato e vezzeggiato dalle tue Vestali!
Il sopracciglio era di nuovo schizzato in alto, sulla difensiva ma già pronto al contrattacco, e Ida pensò che era stato saggio evitare ogni riferimento ai sensuali bottoncini che tirano. Del resto, era comunque convinta che il mago avrebbe capito il loro spirito... prima o poi!
- Poi c'è il Club 3F, - continuò coraggiosamente, evitando però di guardarlo negli occhi temendo la sua disapprovazione, - Facciamo Finalmente Felice Severus!Poi c'è stato "Un anno di sorrisi per Severus", ogni giorno un pensiero per te, e un sorriso. Infine abbiamo anche organizzato una stupenda Severus House Cup, dove naturalmente ha vinto Serpeverde!
 Il viso del mago si rilassò a quella gradita notizia e Ida fu felice dello scampato pericolo.
-   Presumo che tu sia una Serpeverde, quindi?
Ida annuì ma abbassò lo sguardo: meglio se il mago non frugava nella sua mente per chiarirsi le idee; chissà, magari ci sarebbe stato tempo, un giorno, per parlargli di chi era davvero lei, e del fatto che avessero indubbiamente alcune cose in comune. Ma adesso era lì per un altro scopo, e avrebbe raggiunto l'obiettivo preposto.
-   E... spiegami bene la questione del Sadi- Club...
Era indubbio, Ida questa volta ne fu certa: sulle labbra del mago era adagiato un sorriso beffardo e provocatorio. Chissà mai cosa le sarebbe successo se, nella sua mente, Severus avesse visto anche i bottoncini tirare sensualmente sul petto dello splendido attore che lo aveva interpretato con maestria nei film, facendolo amare da centinaia di migliaia di persone!
-   Be'... ecco... il Sadi-Club... - balbettò, - è stato chiuso diversi anni fa...
Il mago inclinò un poco il capo di lato, insinuante, il maledetto sopracciglio sempre in posizione d'attacco.
Ida sapeva d'essere nei guai: con tutte le sofferenze che gli aveva inflitto nelle sue innumerevoli storie, in pratica era la regina del Sadi-Club, non fosse altro che per quantità. Era arrivato il momento di fare ammenda di quel peccato. Prese un lungo respiro e cominciò a spiegare:
- Ecco, il termine "sadico" è stato usato in modo del tutto improprio: nessuna di noi, salvo un'unica e deplorevole eccezione, che è stata prima severamente redarguita e più tardi allontanata dal forum, - precisò con durezza la Babbana, - ha mai goduto delle sofferenze che ti infliggevamo nelle nostre storie. Noi soffrivamo con te, sia leggendo le fiction altrui sia scrivendo le nostre. - sottolineò con appassionata enfasi. -  Era come una specie di catarsi, era un soffrire per raggiungere la redenzione, a volte anche per l'autore stesso, almeno parlando per me, come ti ho spiegato prima.
La voce di Ida si era fatta sommessa, densa di commozione. E amore.
- Era farti soffrire, soffrendo con te, al solo scopo di farti poi assaporare la più deliziosa felicità, l'amore e la pienezza della vita, cercando in ogni modo di convincerti che nessuno più di te lo meritava!
La voce della donna vibrava appassionata e i suoi occhi luminosi ora si specchiavano senza più alcun timore in quelli del mago, che si andavano dilatando per la sorpresa, neri e sempre più scintillanti.
- Era dolore che si trasformava in amore, era sofferenza che diventava sorriso. Per te, solo per te, Severus! Per l'uomo che, inconsapevolmente, con la sua sola esistenza e con l'esempio della sua forza, abnegazione e coraggio, aveva aiutato ognuna di noi, in modo diverso, a seconda di ciò di cui avevamo bisogno.
Ida si interruppe un istante solo per prendere fiato, e subito riprese:
- Ognuna di noi, a modo suo, ti deve davvero tanto, Severus, e questo è un ulteriore motivo della solidità e sincerità del nostro amore per te!
Dopo il lungo discorso appassionato della Babbana, il silenzio tornò a regnare nel sotterraneo.
Il mago era immobile, quasi non sembrava neppure respirare; eppure, nel volto pallido, gli occhi neri ardevano come non mai, colmi di un'emozione mai provata, mai neanche immaginata. Là fuori, nel mondo Babbano, migliaia di persone avevano preso esempio da lui, da lui!, avevano creduto fino in fondo in lui e... lo amavano! Amavano l'uomo che davvero era, con tutte le sue colpe e i suoi difetti. Quelle persone, incredibilmente, erano riuscite, solo leggendo i libri,  a capirlo meglio di coloro che lo conoscevano come persona reale, meglio dei suoi colleghi e di ogni altro mago. L'amore sincero e profondo che quelle persone provavano per lui aveva permesso loro di andare oltre la sua maschera di protezione, di vedere l'uomo che era, di raggiungere il suo cuore e la sua anima.
SeverusPiton era profondamente turbato e mille emozioni si dipinsero sul pallore del suo volto, finalmente privo di ogni maschera. Poi, lentamente, le sue labbra si dischiusero in un sorriso colmo di serenità e riconoscenza.
All'improvviso, il fuoco si accese nel camino, strappando un grido di paura a Ida: le fiamme si levarono alte con forte vigore, riflettendosi negli occhi neri del mago, scintillanti come non mai. In un breve istante, l'ambiente si riempì di luce e calore in modo davvero magico.
Cosa era accaduto? La Babbana si guardò intorno stupita: il mago non aveva fatto alcun gesto. Null'altro oltre quel meraviglioso sorriso. Certo, Ida lo sapeva bene, esistevano anche gli incantesimi non verbali, eppure... O, forse, Severus aveva notato i suoi brividi di freddo - beh... sì, erano anche un po' di paura, a dire il vero - e aveva avuto pietà di lei. Oppure in qualche modo era stata Minerva che si era intromessa. Uhm... improbabile, in effetti.
Severus continuava a sorriderle in silenzio.
Un sorriso meraviglioso, emozionante. Da brividi.
Come Ida non aveva mai immaginato potesse essere il sorriso di Severus.
E ne aveva immaginati, lei, di sorrisi del suo amato personaggio!
Ma quello era diverso.
Era vero.
Una lacrima scese lenta sulla sua guancia a sciogliere infine il fortissimo nodo che le attanagliava la gola, peggio di qualsiasi fan fiction, sua o di altri.
Severus sorrideva.
Non un personaggio di carta, seppur amato.
Era un uomo in carne e ossa che sorrideva.
Sì, proprio, lui. Severus Piton.
E da quel sorriso, Ida ne era certa, sarebbero nate tante cose. Belle. Bellissime.
Per tutti.
E, soprattutto, per lui.
Che più di ogni altro meritava il loro amore.
E quell'amore avrebbe ricevuto, a piene mani.
Era una promessa.
Una promessa d'amore.
Il fuoco ardeva, nel camino.
Ora Ida ne aveva finalmente compreso il vero motivo.
Era la magia del loro amore per Severus Piton.
 

Questa storia è stata archiviata alle http://www.acciofanfiction.com/viewstory.php?sid=4912