Note al capitolo

La tesi che ha ispirato questo breve brano la trovai tempo fa nel luogo supremo del canon potteriano: The Sugar Quill. Rimasi affascinata da questa teoria, anche se non più accettabile dopo HBP.
Di che reggimento siete, fratelli?
G. Ungaretti

.: Fratelli :.

È strano per chi come me vive di morte, il trovarsi in questo luogo, fra i propri morti.
Ho portato un giglio bianco per mia madre, ed i myosotis che tanto amava: li ho osservati silenziosamente, mentre l’acqua scura del Brue li trascinava via come tanti anni fa aveva fatto con mia madre. Di lei ho solo qualche ricordo, pallido come un sogno, ed il fantasma dei suoi abbracci e della sua voce che mi accompagnava nel sonno.
Sono stato sulla tomba di Tia ed Eleuterios, ho osservato quelle croci greche e quei nomi incisi nella pietra. Dell’edera sta crescendo lì dove è sepolta quella che sarebbe dovuta essere la mia famiglia: non è ironico trovare un simbolo di vita in un luogo di morte? Ho sorriso a questo pensiero, un sorriso che s’è sciolto in pianto quando mi si è figurato quella che avrebbe potuto essere la mia vita se loro fossero ancora vivi: ci sarebbero stati altri figli? Tia avrebbe continuato a non condividere e a tacere sulla mia scelta? Ed io avrei ugualmente tradito? Non ne ho la più pallida idea e non si vive di se e di forse.
Ed ora sono qui, per un beffardo scherzo del destino, davanti alla tua di tomba, un mero simulacro vuoto innalzato a mo’ d’ipocrite scuse: non abbiamo mai avuto modo di chiamarci “fratelli”, Sirius. Immagino che, ovunque tu sia, ti stia rivoltando e sia nauseato dal fatto che ti ho chiamato “fratello”: beh, se proprio te la vuoi prendere con qualcuno, porgi le tue rimostranze a nostro padre e non ritornare in questo mondo per non farmi dormire la notte, troverei lo stesso un modo per fartela pagare.
Ti ho odiato dal primo istante in cui ti ho visto, perché non era giusto che uno come te avesse quello che mi era stato negato: perché tu sì ed io no? Mi chiedevo mentre ti guardavo fare il cretino a scuola. Avevamo lo stesso sangue, eravamo nati dalla stessa carne e dallo stesso seme, eppure non riuscivo a capire, a districare quella matassa assurda e ingarbugliata dal Fato. Anche tu mi odiavi, ma non per la conscia paura d’essere privato della tua primogenitura (un diritto cui hai rinunciato di tua iniziativa, tra l’altro.) Io sapevo che tu non sapevi, questo mi faceva sentire superiore e al tempo stesso frustrato da quella competizione continua, perché volevo dimostrare a nostro padre che io, io ero il suo degno erede, il suo lascito al mondo, e non uno scavezzacollo come te!
Con Regulus è stato un altro paio di maniche e ricordo quella sua smania di compiacere i vostri genitori: nessuno lo considerava più di tanto, c’era sempre qualcuno prima di lui. Egli mi era fratello non solo nella carne, ma anche nel desiderio di riconoscimento e di dimostrare a nostro padre il proprio valore.
Regulus era molto di più di quello che sembrava: tu in lui vedevi solo un ragazzino debole che si lasciava comandare a bacchetta, una spugna che assorbiva avidamente le idee ed i principi che detestavi. Com’eri stupido, Sirius, non ti sei accorto che egli aveva molta più forza e coraggio di te, che sapeva essere tanto astuto da passare per un idiota: io me n’ero accorto, e forse anche l’Oscuro Signore lo sapeva.
Eri così cieco, così inquadrato nei tuoi pregiudizi da Gryffindor, che della nostra Casa vedevi solo il male e della tua solo il bene: non hai idea di quanto risi la prima volta che vidi il “tuo caro e fedele amico” Peter fra i Death Eater! E se penso che eri stato proprio tu a suggerire al tuo compare di fare del Sorcio il suo Secret Keeper… per me quella è stata la massima espressione della tua stupidità, ovviamente dopo il modo idiota in cui sei morto.
Ma non sta bene parlare male dei morti, anche se in vita li si è odiati svisceratamente. Anche se non si ha avuto la possibilità di chiamarli “fratelli.”

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