«Dan svegliati, è tardi, devi tornare a casa!», Daniel si svegliò e strabuzzò gli occhi cercando di non riaddormentarsi nel letto, «Ti sei svegliato finalmente», Dan vide che John era seduto sul letto vicino al suo, «Potevi lasciarmi dormire ancora qualche minuto» disse Daniel sbadigliando, «Ehy amico, ho avuto l'ordine da parte di tua madre di svegliarti alle otto in punto» disse l'amico scuotendo le spalle, «Eh va bene, prepariamoci e andiamo a casa mia», «D'accordo» disse John ridendo. Dopo venti minuti erano pronti per andare, «Perché ci hai messo così tanto?» disse Dan spazientito all'amico, «Dovevo sistemarmi i capelli» rispose il ragazzo, «Tu hai problemi», concluse Daniel. I due amici uscirono di casa e presero le loro biciclette e andarono a casa di Daniel, che distava poco più di duecento metri. Durante il viaggio i due amici discutevano sul come poteva essere Diagon Alley, dato che non ci erano mai stati, non vedevano l'ora di arrivare per prendere i loro libri, calderoni, telescopi e altri oggetti che potevano servirgli ad Hogwarts, «Toglimi una curiosità, mio caro John. Tu hai dieci anni non undici, come farai a prendere le tue cose?» chiese perplesso Daniel, «Beh è semplice, grazie alla lista di oggetti da comprare presente sulla tua lettera so esattamente cosa mi serve, ecco come» disse John fiero, «Sarà» rispose l'amico, «Buon compleanno comunque» disse John strizzando l'occhio all'amico, «Grazie, pensavo che te ne fossi dimenticato» disse Dan scoppiando a ridere, «Ma ti pare, non mi dimenticherei mai il compleanno del mio migliore amico» disse John molto felicemente, «Siamo arrivati finalmente» concluse Dan. Entrati in casa videro i genitori di Daniel seduti al tavolo che sorseggiavano una tazza di caffè, i due ragazzi si avvicinarono al tavolo e salutarono i due genitori, «Giorno» dissero in coro Daniel e John, i genitori salutarono a loro volta e fecero gli auguri a Daniel, «Auguri tesoro, finalmente hai undici anni, tieni questo è per te» disse October, Daniel prese la lettera che la madre gli aveva dato, la aprì e vide che era la lettera di ammissione ad Hogwarts, compresa di lettera per il materiale che sarebbe servito per le lezioni, Dan e John erano molto felici, «C'è ancora un regalo per te, eccolo», il padre gli porse una piccola scatoletta che Daniel, molto curiosamente, aprì, all'interno vi trovò un braccialetto, era molto semplice, un bracciale di metallo nero e rosso con una "J" incisa sopra, «Perché c'è una "J"?» chiese Daniel, «È una lunga storia, te la racconteremo un giorno, quando sarai più grande» continuò Alan. Daniel guardò John che scosse le spalle. «Dai su e ora andiamo a Diagon Alley» disse felicemente October, «E come ci arriviamo?» chiese John, «In macchina che domande» continuò la donna, «Bene andiamo» disse Alan, «Io vado un attimo in bagno, iniziate ad andare, aspettatemi lì» disse Daniel, i genitori annuirono e andarono verso il camino, mentre Daniel saliva al piano superiore.


Una volta arrivato in bagno Daniel si guardò allo specchio. Aveva sempre saputo di essere un mago, così come i suoi genitori e i suoi parenti, però l'idea non lo rendeva così entusiasta, certo, avrebbe voluto tantissimo andare ad Hogwarts, imparare magie e cose così, ma lui non si credeva speciale, credeva che anche alcuni Babbani potevano essere delle ottime risorse per il mondo magico, che Daniel non ha mai visto. Daniel crebbe molto in fretta, sia mentalmente che fisicamente, era un ragazzo non molto alto, con dei corti capelli biondi e gli occhi blu come il mare, era molto magro e aveva una carnagione molto chiara e aveva una piccola cicatrice sopra l'occhio destro. Era molto intelligente, il più intelligente della sua scuola dicevano. John, invece, era il suo opposto, era un ragazzo molto alto, con dei corti capelli neri così come i suoi occhi. Era un ragazzo afroamericano, che si era trasferito in Inghilterra poco dopo la sua nascita, perché il padre era stato chiamato per un lavoro al Ministero, come compagno del padre di Daniel, all'ufficio di regolamentazione delle creature magiche. Anche il loro carattere era opposto, Daniel non era molto popolare a scuola e spesso si isolava perché non gli piacevano gli altri ragazzi che conosceva. John invece era molto popolare, faceva molto sport ed era il rappresentante della loro classe. Nonostante fossero due persone completamente diverse nessuno dei due osava separarsi dall'altro, erano come due fratelli. Avevano una cosa in comune: così come Daniel è nato all'equinozio di Primavera, John era nato il giorno del solstizio d'estate dello stesso anno.


Due minuti dopo Dan uscì di casa e andò in macchina con i genitori. Il viaggio durò circa, due ore. Arrivati a Londra si diressero verso un pub, il Paiolo Magico, dove entrarono e subito uscirono dal retro, Daniel e John erano sempre più perplessi, il padre di Dan picchiettò sul muro una serie di mattoni che, all'improvviso, si aprì. Dan e John erano emozionatissimi «Bene, eccoti i soldi, vai pure da solo, io e tua madre andremo al Paiolo Magico, ci vediamo dopo», i due ragazzi salutarono i genitori e insieme andarono in giro per Diagon Alley. I amici erano molto entusiasti, c'erano negozi di tutti i tipi, dai negozi di libri a quelli di sport, dai pub ai negozi di dolciumi. «Guarda un negozio di scope volanti, andiamo a vedere!» esclamò John, Daniel lo guardò strano ma poi lo seguì e andò a vedere le scope che erano in vetrina, fra tutte una spiccava la Nimbus 2000, il nuovo modello della Nimbus, «Deve essere velocissima!» esclamò John, «Peccato che non possiamo usarla a scuola, ma dal secondo anno ne voglio una tutta mia, magari a scuola farò parte della squadra di quidditch!», «Sogna mio caro Johnny» disse Daniel scontrosamente all'amico, «Non chiamarmi così, mi da fastidio e poi che ne sai magari ne farò parte un giorno» disse John con gli occhi lucidi. «Dove andiamo?» disse John,«La parte più noiosa della lista, andiamo a prendere i vestiti», i due ragazzi si diressero quindi verso il negozio di Madame Malkin, una strega dalla faccia molto simpatica, il negozio non era molto grande ma c'erano vestiti da tutte le parti, in vetrina c'erano già le divise di Hogwarts, delle lunghe tuniche completamente nere, sulle quali, dopo lo smistamento, veniva cucito il logo della casa di appartenenza. I due amici provaro le divise, presero le misure e comprarono tre divise a testa, un grosso cappello, un mantello invernale e dei guanti. Su tutti i vestiti avevano fatto cucire una targhetta con il nome. Dopo di che si diressero al Ghirigoro, il negozio in cui comprarono tutti i loro libri. Il Ghirigoro era un negozio stracolmo di libri gestito da una strega molto gentile e carina, che servì i due ragazzi molto in fretta. Dopo di che si diressero verso gli altri negozi per comprare il necessario: un calderone in peltro, misura standard 2; 1 set di provette in cristallo; un telescopio e una bilancia in ottone. Dopo essersi riempiti di buste i due ragazzi decisero di andare a prendere il loro animale, andare a posare i sacchi di oggetti e infine andare a prendere la bacchetta liberi da buste e oggetti vari. i due amici si diressero verso l'Emporio del gufo, un negozio di animali, una volta entrati videro che il negozio era molto piccolo e pieno di gabbie da cui veniva un fracasso infernale, in quanto tutti gli animali urlavano in contemporanea. Dopo aver ispezionato a lungo il negozio i ragazzi scelsero un gufo a testa: John prese un "Gufo dagli occhiali", non era ancora adulto e lo si notava dal piumaggio ancora molto bianco. Daniel prese un Barbagianni dalle penne candide come la neve, tranne le ali dal piumaggio più scuro, quasi dorato. «Come chiamerai il tuo gufo, John?» chiese Dan molto incuriosito, «Lo chiamerò Jago, un nome celtico, e tu?» chiese John a sua volta, «Lui è Axel, è un nome scandinavo» rispose l'amico sorridendo al suo gufo, «Bene andiamo a posare le buste e i gufi, poi andiamo a prendere la bacchetta!» esclamò Daniel in preda all'euforia. I due amici corsero al Paiolo Magico dove, una volta entrati, diedero le buste ai genitori di Dan. Stavano per correre di nuovo fuori, ma visto che fuori era ancora freddo si fermarono a bere un po' di the alle erbe. Dopo dieci minuti uscirono di nuovo e si diressero verso il negozio di bacchette di Ollivander, il miglior fabbricante di bacchette magiche in circolazione. Entrati nel piccolo negozietto notarono quanto piccolo fosse, a Daniel ricordava molto un negozio di libri che aveva vicino a casa sua, era piccolo, polveroso e con grandi scaffali solo che al posto dei libri c'erano scatolette contenenti ognuna una bacchetta. I due amici si avvicinarono al bancone e notarono che poco più avanti un signore molto anziano era dedito a mettere in ordine le bacchette. Il signore si avvicinò a loro e si presentò «Piacere io sono Garrick Ollivander, il proprietario di questo negozio, deduco dal vostro aspetto che siete qui per la vostra prima bacchetta, corretto?», i due ragazzi annuirono, «Comincio io» disse Daniel, che era decisamente più emozionato dell'amico, «D'accordo» disse Ollivander, che squadrando Daniel da testa a piedi si diresse nel retro in mezzo a tutte quelle bacchette. Daniel e John lo sentivano borbottare tra sé e sé, poco dopo tornò con una scatola contenente un bacchetta, «Provi questa bacchetta qui», Daniel la prese la agitò ma nulla accadde, il vecchio mago allora la riprese indietro e ne porse a Dan un'altra, anche questa volta non successe niente, Ollivander iniziava a spazientirsi, ritornò dietro nel negozio e si mise di nuovo a cercare. Cinque minuti dopo tornò indietro con una scatola molto polverosa, probabilmente era una bacchetta molto vecchia, «Mio caro ragazzo ho questa bacchetta da molto tempo ormai, non ha mai trovato il suo proprietario sarai forse tu?», Daniel prese la bacchetta e un strana sensazione lo attraversò, agitò la bacchetta e fece levitare, anche se per poco, un vecchio sgabello che si trovava lì vicino. Ollivander era esterrefatto così come John, «Incredibile, assolutamente incredibile. Non ho mai visto nessuno fare ciò. Specialmente ad un mago della sua età, che non ha ancora iniziato Hogwarts» disse l'anziano, «Sono convinto che Lei farà grandi, ne sono certo» concluse Ollivander, che subito dopo si rivolse a John, «Credo di sapere che bacchetta dare a lei mio caro ragazzo» disse il mago, che subito andò nel retro, nello stesso posto dove ha preso la bacchetta di Daniel. Tre o quattro minuti dopo tornò con un'altra scatola molto polverosa, dalla quale estrasse una bacchetta lunga e scura che porse al ragazzo, John molto timidamente la prese e provò ad agitarla mandando in mille pezzi un appendiabiti posto vicino alla porta d'ingresso. Ollivander fece un salto indietro dalla paura mentre Daniel tratteneva a stento le risate, «Santo cielo ragazzo, non distruggermi il negozio!» esclamò il vecchio, John e Daniel stavano per scoppiare a ridere, «Non importa, sono comunque orgoglioso di aver venduto queste due bacchette che erano qui già da molti anni e, tutto sommato, sono ottime bacchette. La sua è una bacchetta in legno di cipresso con un nucleo di corde di cuore di drago» disse rivolgendosi a Daniel, «La sua è una bacchetta di ulivo con un nucleo fatto di crine di unicorno» concluse Ollivander, John sembrava perplesso mentre Daniel era estremamente affascinato, «Cosa cambia in base al legno o al nucleo della bacchetta?» chiese il ragazzo molto curiosamente, «Questa è una bella domanda che nessuno mi ha mai posto» disse Ollivander, «Il legno della bacchetta è un'estensione del carattere del mago, ad esempio il legno della sua bacchetta è spesso appartenuto a grandi maghi, morti in circostanze eroiche. Invece il legno della bacchetta del suo amico è adatto ad una persona leale e forte mei duelli. Con questo non voglio dire che il suo amico è più forte di lei, ma che in un duello è un osso durissimo da buttare giù. Il nucleo rappresenta il carattere di una bacchetta, ogni bacchetta ha un suo carattere, è la bacchetta a scegliere il mago infatti, non il contrario. Esistono diversi nuclei di bacchetta, ma i migliori sono questi tre: il crine di unicorno, la piuma di una fenice e le corde del cuore di un drago. La sua bacchetta ha proprio quest'ultimo, solitamente le bacchette di questo tipo sono le bacchette che effettuano gli incantesimi più spettacolari, purtroppo questo nucleo è il più incline alla magia oscura. Invece il nucleo del suo amico, il crine di un unicorno, rende la bacchetta fedele al suo primo proprietario ed è la meno incline alle arti oscure» concluse il vecchio mago, «Grazie mille per queste informazioni, sono state molto utili» disse Daniel felicemente,«Felice di averti sollevato questo dubbio» disse Ollivander con un grande sorriso. I due ragazzi pagarono e uscirono dal negozio ancora increduli per le loro grandi capacità. Mentre tornavano al Paiolo magico, dove c'erano i genitori di Daniel, il ragazzo costrinse John a fermarsi di nuovo al Ghirigoro per comprare un libro sulle bacchette, «È un argomento molto interessante, peccato che non lo studieremo a scuola, mi informerò il più possibile per conto mio!» disse Daniel all'amico, il quale scoppiò a ridere «Ma che dici non è un argomento così interessante, comunque te lo pago io il libro, è il tuo regalo di compleanno» disse John, il quale prese i soldi dal suo portamonete e pagò il libro all'amico, dopo di che ripresero la camminata verso il Paiolo Magico. Una volta arrivati parlarono di tutto quello che era successo da Ollivander ai genitori, i quali fecero i loro complimenti ai due ragazzi. Dopo essersi riposati i quattro si diressero verso la macchina. Il viaggio di ritorno sembrò durare di meno, i due ragazzi parlarono tutto il tempo su come poteva essere e Hogwarts e di quanto avrebbero voluto andarci. Una volta arrivati John salutò tutti, prese le sue cose e tornò a casa sua per la cena. Più tardi quella sera Daniel andò in camera sua per leggere il libro sulle bacchette che aveva comprato poche ore prima, lo trovava molto affascinante. Verso le dieci di sera andò a dormire, perché il giorno dopo aveva ancora la scuola Babbana, che sarebbe finita solo tra qualche mese. Daniel non fece fatica ad addormentarsi era molto stanco, aveva camminato tutto il giorno.


Durante la notte Daniel fece un sogno molto strano: si trovava in una grande foresta e una ragazza molto giovane, forse sulla ventina di anni, lo chiamava a sé. Era una bella ragazza dai capelli corvini e gli occhi scuri, che si contrapponevano al suo lungo vestito bianco. Daniel si avvicinò e, proprio in quel momento, la ragazza sparì, senza lasciare traccia. Il ragazzo si svegliò di soprassalto, era convinto di aver già visto quella ragazza ma non si ricordava dove. Poco dopo ritornò a dormire, sperando di sognarla ancora per capire chi fosse, ma purtroppo non la sognò più.

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