Non so come si cominci un diario. Mi chiamo Morgan, che vuol dire “nato dal mare”. Mi ha detto Fianna che mia madre mi ha dato questo nome perché mio padre era un marinaio. Sull’isola però mi chiamano figlio del diavolo e mi tirano le pietre.
Dicono che mia madre fosse l’amante del diavolo e che da quell’unione sia nato io. Fianna dice che sono tutte sciocchezze e che il diavolo è un’ invenzione dei preti. Eppure Padre Adam quando ne parla gli si infiammano gli occhi e sembra di vederlo davvero, il diavolo, e anche l’Inferno.
Io non voglio andarci all’ Inferno. Sembra un posto terrificante. E poi io odio il fuoco. Deve essere perché quando avevo due anni hanno bruciato casa nostra. Io non ricordo quasi niente. Ma Fianna dice che da qualche parte invece conservo ancora quelle immagini ed è per questo che non sopporto le fiamme. Faccio fatica anche ad accendere il fuoco nel camino. Fianna invece passa le ore davanti al camino. Guarda le fiamme scoppiettanti, ci si perde dentro e deve essere molto concentrata in quei momenti perché se le parli scatta e si arrabbia. Così io non le parlo mai quando la vedo lì. Ma delle volte si arrabbia lo stesso. “E’ inutile, non ci riesco più!” Grida stizzita, poi si mette il mantello di lana ed esce. Dopo un’ora torna e sta meglio.
Io comunque all’Inferno non voglio andarci. Per questo vado da Padre Adam, anche se Fianna non vuole. Dice che sono stati i preti ad uccidere mia madre e dovrei vergognarmi ad andare da loro. Ma tutti i ragazzi dell’isola vanno da Padre Adam e giocano a palla davanti alla chiesa. Magari prima o poi faranno giocare anche me. E poi c’è quel prete giovane, Padre William, che mi sta insegnando a leggere e a scrivere. Fianna non vuole neanche questo. Dice che la scrittura è pericolosa. Che ferma i pensieri per sempre e travalica i confini della morte. Che mette in contatto il passato con il futuro. E non è cosa da fare a cuor leggero. Secondo me invece è invidiosa perché lei non è capace. E perché non può leggere il diario che sto scrivendo. Non sopporta che io abbia segreti con lei. Ma cosa pretende? Se non vuole che vada in chiesa a fare amicizia con gli altri ragazzi, a qualcuno dovrò pure confidare i miei pensieri.
E’ stato Padre William a suggerirmi di scrivere questo diario. E’ gentile con me, Padre William, a differenza di Padre Adam, che continua a ripetermi che mia madre era una peccatrice e a darmi penitenze per espiare i suoi peccati oltre che i miei. Dice che anche Fianna è una peccatrice, perché non va mai in chiesa e non pensa a sposarsi con un brav’uomo. William invece crede che, anche se Fianna non va in chiesa, sia molto pia ad occuparsi di me, dice che quando mia madre è morta lei aveva solo tredici anni e si è presa una grande responsabilità, quindi dovrei esserle grato per questo. E secondo lui il Signore lo sa e le perdonerà i suoi peccati. Ma a Fianna non piace neanche William e dice che non ha proprio nessun peccato da farsi perdonare.
Fianna è strana. Non fa che ripetermi che dobbiamo farci i fatti nostri senza dare fastidio a nessuno, se non vogliamo finire come mia madre. Ma poi quando le racconto che non ce n’è uno, tra gli altri ragazzi, che vuole sedersi vicino a me sulla panca della chiesa e che mi tirano le pietre gridandomi “Vai via figlio del diavolo” frigge di rabbia “ Devi smetterla di voler piacere a questa gente!Dovevi tirargli più pietre di loro!” Non era esattamente la mia idea di farci i fatti nostri senza dare fastidio a nessuno ma vai a capirla!
In realtà una volta però ho reagito. Quando Rob Vaughan ha insultato mia madre. Ha detto che era una puttana e meritava di morire. E tutto quello che le hanno fatto i soldati prima di ammazzarla. Così ho cominciato anch’io a tirargli pietre contro. Ma come le lanciavo quelle hanno cominciato a incendiarsi in aria e a diventare incandescenti. Allora ho avuto paura e sono fuggito via. Non l’ho mai detto a nessuno. Né a Fianna né a Padre Adam né a Padre William. Perché per la prima volta ho temuto che fosse tutto vero. Che realmente mio padre fosse il diavolo, proprio come dicono sull’isola. E da allora ogni notte ho paura che venga qui a reclamarmi e che mi porti via.
Questa mattina invece è venuta a trovarci una donna. Era molto elegante, quasi come una regina. Voleva parlare con Fianna. Io ho ascoltato la conversazione nascosto dietro la scala. La donna diceva a Fianna che doveva seguirla, tornare in un posto di cui non ho capito il nome per portare a termine qualcosa di molto importante che aveva lasciato incompiuto. Ma lei invece diceva che non voleva saperne. Perché era solo colpa sua se mia madre era morta. Ma come, ho pensato io, se ha sempre detto che sono stati i preti! Eppure ho sentito Fianna ripetere più volte alla donna “L’avete uccisa. L’avete uccisa. Io con voi non ho più nulla a che vedere.”
La donna cercava di consolarla “So che tenevi molto a Vienne”. Ma Fianna è un osso duro e non c’è stato verso. Poi la donna è diventata molto seria “Lui dov’è?” le ha chiesto
Fianna si è raggelata “Cosa vuoi fargli?” Ha detto lentamente
“Puoi decidere per te,” ha riposto la donna con calma “Ma non per il bambino. Lascialo venire con me, Fianna.”
“Mai”
“Non devi rispondermi subito,” le ha detto la donna con un sorriso benevolo “Pensa alla mia proposta” Ha aggiunto alzandosi e dirigendosi verso la porta “Pensaci,” le ha sorriso “Anche per quel che riguarda te.”
Fianna l’ha guardata negli occhi “Ci penserò.” ha risposto con durezza e le ha aperto la porta.
Una volta richiusa si è abbandonata per terra con un sospiro di sollievo. Ma appena un attimo dopo mi ha guardato, accucciato dietro la scala “Morgan” ha detto con fermezza “Raduna le tue cose. Questa notte lasciamo l’isola.”