Ho gli occhi chiusi.

Il letto in cui sono riversa è caldo, l’atmosfera quieta, un’oasi di pace mentre fuori infuria la tormenta. È l’ultimo giorno dell’anno e il primo giorno di vita di mio figlio. Lo sento piangere tra le braccia della donna che mi ha aiutato a farlo nascere; vorrei urlare, chiamarla, dirle di darmi il mio bambino ma non ho nemmeno la forza di aprire gli occhi, di sollevare le braccia, di stringere quel minuscolo essere umano che fino a pochi minuti fa era parte di me ed ora è lontano, irraggiungibile.

“Piccolo mio, la mamma ti ama”.

Avrei dovuto dirglielo quando potevo farlo, quando l’hanno messo tra le mie braccia, ancora sporco di sangue, sangue che ha imbrattato le lenzuola e la mia pelle. Ma quando l’ho visto ho avuto la forza di sussurrare solo una cosa.

“Spero che somiglierai al tuo papà”

Suo padre.

Chissà se un giorno incontrerà nostro figlio. Chissà se lo accetterà. Il figlio della strega, della pazza, del mostro che l’ha ingannato, raggirato, abbindolato, circuito, plagiato.

Sono davvero un mostro? Ho fatto qualcosa di orribile e imperdonabile? Non lo so. È così sbagliato sognare una vita diversa?


I dreamed a dream in time gone by

 

È così sbagliato sognare di vivere accanto all’uomo che si ama?


I dreamed that love would never die

I dreamed that God would be forgiving

 

Mi crogiolo nei ricordi.

Il suo volto bello, fiero, il modo in cui il sole accarezzava i suoi capelli, le gote pallide. La sensazione paradisiaca, incredibile di quando mi aveva stretta a sé per la prima volta, gli occhi accesi di un’espressione sfavillante e innamorata. D’accordo, non era vero amore, non da parte sua almeno. Io lo amavo, mi era indispensabile come l’aria, e mi era sembrato così facile quella calda mattina di agosto offrirgli da bere ciò che lo avrebbe reso mio.

Quando avevo sollevato il calice per offrirgli il filtro d’amore mi ero sentita come l’officiante di un rito sacro.

Quando aveva bevuto il liquido che avrebbe sancito il nostro legame mi ero sentita intimamente soddisfatta ed euforica.

“Hai visto, padre? Hai visto, Orfin?”

“Lui ora mi ama e la mia vita inizia in questo momento”

E allora addio per sempre allo squallore, alla desolazione di una vita nell’oscurità di quel sudicio tugurio, tra quelle pareti che ancora risuonavano della voce superba e tonante di mio padre e della risata apra e folle di mio fratello.

Addio alle pentole arrugginite, al fornello sporco, all’eredità di Salazar Serpeverde, al serpente inchiodato alla porta, agli insulti di mio padre, al sadismo di mio fratello.

Che tutto vada in malora, che loro due marciscano ad Azkaban.


Then I was young and unafraid

And dreams were made and used and wasted.

 

E per tre mesi la nostra vita filò serena. Io lo amavo appassionatamente e lui ricambiava con altrettanto ardore. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di noi**.

Ma dentro di me aveva cominciato a scavare un piccolo tarlo. O forse c’era sempre stato ed io avevo fatto del mio meglio per ignorarlo.

Tom mi amava?

Il mio cuore innamorato ne era certo, ma la mia mente non poteva dimenticare un dettaglio: l’Amortentia.

Il suo amore non era genuino. Era frutto di una miscela di ingredienti girati secondo un esatto ordine.

Mi avrebbe amato lo stesso? Non sapevo rispondere, né avevo il fegato di fare una prova. Perché buttare all’aria la mia nuova vita?

E così avevo messo a tacere quel tarlo, continuando a godermi i suoi abbracci, i suoi baci, il suo corpo la notte, il suo amore, reale o fittizio, in ogni momento.

Ma poi tutto era cambiato.


But the tigers come at night
With their voices soft as thunder
As they tear your hope apart
As they turn your dream to shame

 

Era aprile, lo ricordo come fosse ieri, e pioveva. Ma la tempesta fuori di casa era nulla in confronto a quella che si era scatenata nel mio petto.

Ero incinta.

Una parte di Tom cresceva dentro di me, il nostro amore si sarebbe fatto carne e sangue.

Ma la felicità del momento fu incrinata da un pensiero che non riuscii ad ignorare.

Un figlio. Un essere umano metà me e metà lui. Non ci avrebbe unito molto di più di una Pozione d’Amore?

Forse era arrivato il momento.

Smisi di dargli la pozione. A ripensarci ora mi viene da sorridere amaramente.

Sciocca, sciocca, sciocca ragazzina innamorata!

Perché hai deciso di uccidere la tua felicità?


He slept a summer by my side

He filled my days with endless wonder

 

Il solo ricordo di quello che accadde qualche giorno dopo mi provoca quasi un dolore fisico .

Eravamo seduti sul divano e lui mi accarezzava con dolcezza il ventre ancora piatto. Poi ad un tratto la sua espressione estatica scomparve, le sue labbra tremarono, la sua pelle sbiancò. Si allontanò da me con un ruggito di rabbia e incredulità e cominciò ad urlarmi contro, a chiedere che cosa mai gli avessi fatto, come lo avessi stregato per convincerlo a stare accanto ad un essere orribile come me.

Lo fissai agghiacciata e disperata mentre lui radunava le sue cose e andava verso la porta a passo di carica.

Con il cuore stretto in una morsa e il viso solcato di lacrime ebbi la forza di urlare

“Nostro figlio, pensa almeno a nostro figlio!”

Al che lui, gelido, aveva risposto

“Quello non è mio figlio”

E poi uscì sbattendo la porta.

Quella fu l’ultima volta che lo vidi.

Quel giorno iniziai a morire.


He took my childhood in his stride

But he was gone when autumn came

 

Trascorsi i mesi successivi sull’orlo dell’abisso. Senza soldi, senza un marito, con un bambino che cresceva dentro di me, un bambino a cui avrei dovuto badare, un bambino che sarebbe dipeso da me. Da me! Una donna senza più forza o desiderio di vivere.

Quanto volte ho sognato che lui tornasse! Che mi dicesse che mi amava veramente, che non mi avrebbe lasciata più, che saremmo stati una famiglia.

Sciocca, sciocca, sciocca ragazzina innamorata!


And still I dream he'll come to me
That we will live the years together
But there are dreams that cannot be
And there are storms we cannot weather

 

E poi sono arrivata qui, in un orfanotrofio, dove alcune donne mi hanno aiutato a dare alla luce mio figlio.

Spero che avrà una vita piena e felice, che cresca sereno anche senza l’affetto di un papà e di una mamma.

 Perché anche io lo sto abbandonando come lo ha abbandonato suo padre. È la cosa peggiore che dei genitori possano fare.

Ma in mia difesa posso dire di avere ben poca scelta. Sento di star per morire. Meglio la morte che continuare a vivere in questo modo.


I had a dream my life would be

So different from this hell I’m living

So different now from what it seemed.

 

Ma che importava, dopotutto, se avessi ineluttabilmente e completamente cessato di esistere? Tanto fervore di vita sarebbe continuato anche senza di me. E me ne risentivo? O non era forse consolante la certezza che la morte poneva fine a tutto***?

Le palpebre si fanno sempre più pesanti, sento come un peso che mi comprime il petto.

È questa la sensazione che si prova mentre si muore? È come essere schiacciati?

Non vedrò mai mio figlio crescere. Sarà un grande mago, lo so. Riuscirà a realizzare i suoi sogni.

“Tesoro mio, la mamma ti ama tanto”


Now life has killed a dream I dreamed

 

* La canzone è “I dreamed a dream” da il musical Les Misérables. La trovo assolutamente perfetta per Merope. Ascoltare quella canzone e immaginare che sia Merope a cantarla è straziante!

**Sono le ultime parole che Virginia Woolf ha scritto a suo marito Leonard Woolf prima di suicidarsi.

*** Dal film “The Hours” di Stephen Daldry, basato sul romanzo di Michael Cunningham.

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