Prologo
Una nuova amicizia



Amore. Inteso in qualunque sua forma, sotto ogni aspetto, era un qualcosa di incomprensibile per Draco Malfoy. Amore per una donna, per l'arte, per la natura, per gli animali, tutti ridicoli valori senza alcun fondamento. Eppure, fu proprio un atto privo di affetto che lo portò a scoprire questo sentimento.

...

Era una tipica giornata primaverile, perfetta per una gita ad Hogsmeade. Una ragazza dai lunghi e setosi capelli corvini girovagava senza meta per le vie di quel paese con la borsa colma di libri nuovi. Era sola, con suo grande sollievo. Astoria Greengrass, questo era il suo nome, apparteneva ai Corvonero, benché la sua famiglia fosse Serpeverde da generazioni, e nonostante fosse davvero orgogliosa della sua Casa, non aveva, in cinque anni, mai trovato alcuna affinità con le sue compagne. Aveva per lo più molte conoscenze che non usava approfondire.

Immersa nei suoi pensieri, si ritrovò improvvisamente in uno stretto vicolo. Il suo scarso senso dell'orientamento non l'aiutò di certo. Si guardò intorno, cercando con sguardo attento anche solo un insignificante punto di riferimento. I dintorni erano deserti. Sembrava di trovarsi in una dimensione parallela, rispetto alle vie principali brulicanti di gente, sebbene gli edifici di pietra e mattoni grigio scuro fossero sempre gli stessi.

D'un tratto sentì un rumore che le fece accapponare la pelle. Un lamento, di certo non umano. Ebbe paura, e un lungo brivido le percorse tutto il corpo, facendole balzare il cuore in petto, ma la curiosità, come sempre, fu più forte di lei. Mantenendo il suo solito sangue freddo, seguì quel gemito straziante. Avvicinandosi sempre di più alla fonte del rumore, riuscì a distinguere delle voci. D'istinto accelerò il passo, poi cominciò a correre. Svoltò a destra e poi a sinistra un paio di volte finché non si ritrovò di fronte una scena tanto pietosa quanto ignobile. In un angolo, rannicchiato su se stesso, vide un cane il cui pelo era di un color crema così chiaro da sembrare bianco. Quel candore era contaminato in vari punti da chiazze cremisi.

Sangue?!” pensò inorridita Astoria, sentendo nascere impetuosamente dentro di se un forte moto di rabbia mista a compassione, oltre alla nausea. Pochissime erano le cose in grado di impressionare la ragazza, e fra queste vi era il sangue.

Poco distante, un gruppo di Serpeverde rideva a crepapelle. Due di loro, entrambi di corporatura piuttosto robusta, erano piegati con le mani sulle ginocchia. Il terzo stava con la schiena appoggiata contro il muro, giocherellando con un ciottolo che teneva in mano con in volto dipinto un ampio ghigno soddisfatto.

Prima ancora che si accorgessero della sua presenza Astoria sfoderò con un rapido movimento la bacchetta:

- Everte Statim!

Immediatamente i tre vennero scaraventati lontano, finendo a gambe all'aria.

La ragazza corse trafelata verso il povero animale che tremava in un angolo. Avvicinò cautamente la sua mano, reprimendo l'orrore in un'espressione stizzita, ma il cane le ringhiò contro.

- Tranquillo, piccolo, non ho alcuna intenzione di farti del male... – disse con la voce più calma che le riuscì, provando, per quanto le fu difficile, a distendere i muscoli del viso. Aspettò pazientemente, in silenzio, con la mano tesa. Per lunghi istanti lui la fissò incerto se fidarsi o no. Aveva degli splendidi occhi, pensò Astoria, davvero singolari: grigi striati da particolari scaglie color indaco, come il colore dei suoi occhi. Alla fine il cane si avvicinò per annusarle la mano. Una voce palesemente irritata esordì nel silenzio.

- Come hai osato, tu... Greengrass? - La ragazza alzò lo sguardo, furente di rabbia.

- Adesso ti diverti anche a maltrattare gli animali, Malfoy? Ti facevo meno... infantile.

Uno degli altri due ragazzi, che si era alzato in quel momento, le puntò contro la bacchetta.

- Non rivolgerti così a Draco, ragazzina... - Ma prima che potesse lanciare una qualunque fattura, Malfoy lo fermò con un gesto della mano, abbassandogli la bacchetta.

- Lascia stare, Goyle.

- Esatto, è meglio che filiate via se non volete che il vostro amico lì abbia qualche problema. – disse lei facendo un cenno con la testa verso Draco.

- Ma cosa... Draco...? - Obiettò l'altro Serpeverde.

- Non sono affari che ti riguardano. – Rispose secco il ragazzo – Andiamocene... In fondo è solo una stupida bestiaccia.

Astoria si alzò in piedi con uno scatto felino.

- Siete molto più bestie voi, che per sentirvi più forti vi avventate contro chi non può difendersi. – Non fosse stato per la sua buona educazione, avrebbe sputato ai loro piedi – Mi fate schifo. – aggiunse solo con uno sguardo pieno di disprezzo rivolto a Malfoy. Prima che il loro contatto visivo potesse durare qualche istante di troppo, lui le diede le spalle e se ne andò senza dire una parola.

Quando ebbero svoltato l'angolo, la ragazza si concentrò sul cane, che nel frattempo si era nuovamente accucciato nel suo angoletto. Esaminò attentamente le ferite, cercando di toccarle il meno possibile e ingoiando un aspro rivolo di bile che le salì in bocca. Anche se non erano molto gravi, quei tagli rischiavano di infettarsi. Cercò frettolosamente una qualunque pozione che potesse fare al caso suo. Afferrò una boccetta contenente un liquido denso e violaceo.

Il pomeriggio trascorse in fretta, e Astoria si accorse che era ora di tornare solo all'imbrunire, quando anche la debole luce del crepuscolo accennava a scomparire. Fortunatamente, grazie alle sue abili cure, il cane si era del tutto ristabilito. A quanto pareva era persino riuscita a conquistare la sua fiducia; lui si lasciò accarezzare senza protestare e ricambiò cominciando a leccarle delicatamente una mano.

Curioso” pensò, “il tuo pelo e il colore degli occhi somigliano a quelli del tuo aggressore

La ragazza diede un'ultima carezza all'animale, poi si alzò proseguendo nella stessa direzione in cui aveva visto andar via il gruppetto di Serpeverde, ma dopo pochi passi si accorse di non essere sola: il cane la stava seguendo scodinzolante.

- Non puoi venire con me, lo capisci? Non ti farebbero mai entrare ad Hogwarts - Il cane abbassò le orecchie e guaì con aria colpevole. Lei lo guardò, cercando di non farsi vincere dalla tenerezza e dalla compassione.

- Facciamo così, ritornerò appena ci sarà un'altra uscita ad Hogsmeade. Promesso! - Il cane si accucciò a terra, appiattendo le orecchie.

Non sapeva bene il perché di quella promessa, in fondo non era nemmeno sicura che l'avesse capita. Nella testa le risuonarono le parole di Draco “In fondo è solo una stupida bestiaccia”. Si chinò per fargli una carezza, poi se ne andò trattenendo con tutte le sue forze l'impulso di rimanere o di portarlo con sé.

- Io non sono come loro – mormorò.

...

Dannata Greengrass”, disse Draco fra sé, seduto su una poltrona della sua Sala Comune. “Si crede di avere chissà quale autorità! Solo perché il suo papino Mangiamorte mi ha chiesto di tenerla d'occhio. Se mio padre non si trovasse in una situazione così precaria...” Rimase a fissare il fuoco per quelle che sembrarono ore, meditando su una possibile vendetta per l'umiliazione subita, ma non gli venne in mente niente. Qualunque cosa potesse inventarsi, lei avrebbe capito che sarebbe stata opera sua, come era sempre stato fin da quando da bambino ordiva scherzi più innocenti. Ma questa volta era in gioco la sicurezza della sua famiglia, non poteva permettere che una bravata qualsiasi la mettesse a repentaglio.

La famiglia Greengrass era da tempo immemore al servizio del Signore Oscuro e aveva inoltre stretti legami con la famiglia Malfoy e il casato dei Black.

Per questa volta avrebbe lasciato correre. Per questa volta.

 

Un anno passò, senza che i due ebbero più scambi di rilevante importanza. Una cosa però colpiva sempre Draco nei rari momenti in cui si incrociavano per le strade di Hogsmeade: con lei c'era sempre “quell'ammasso di pulci”. Lo stesso ammasso di pulci che, per noia, avevano preso a sassate qualche tempo prima, ora seguiva Astoria come un'ombra. Sembrava che lei preferisse la sua compagnia a quella di altri esseri umani.

Che spreco” pensò distrattamente il ragazzo.

Note di fine capitolo


In realtà questa doveva essere una piccola long di massimo cinque capitoli per il contest di Charlotte McGonagall, ma a quanto pare i personaggi hanno preso il sopravveno su di me e non ho potuto fare troppi tagli =P
Non so come sia partita l'idea, ma spero che vi piaccia comunque e che continuiate a seguire la fic.
Alla prossima!

Changing

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