Note al capitolo

Questo è un piccolo omaggio che ho voluto fare sia alla coppia Neville/Luna (che purtroppo non è stata resa canon) sia al mio gruppo musicale preferito, ovvero gli Arashi.

Il titolo della storia, la cui traduzione è "Un amore molto tempestoso", deriva dal fatto che la parola giapponese "Arashi" in italiano vuol dire "tempesta". Detto questo, vi auguro una buona lettura!


A Very Stormy Love

 

Umareru mae kara shitte ita you na
Y
asuragu kimi to fui ni deatta
S
eikaku mo shumi mo maru de chigatte ita kedo
B
ukiyou na gurai sunao na kimi mabushikatta....”

 

Mi sembra di conoscerti da quando sei nata
Ti ho incontrata all'improvviso, eri così a tuoi agio
Il nostro carattere e le nostre passioni erano completamente diverse
Così sincera da essere imbarazzante, ma eri incantevole....”

Meikyuu Love Song - Arashi

 

Secondo me, non è vero che non sei nessuno. Devi solo lasciare che anche gli altri lo capiscano.”

Molto probabilmente era iniziato tutto da lì, da quelle due frasi che lei gli aveva detto. Erano appena usciti dal pub “La Testa di Porco”, ad Hogsmeade, e quella era stata la prima riunione dell'Esercito di Silente. Era forse la seconda volta che la ragazza gli rivolgeva la parola, e il fatto che gli avesse detto quelle cose lo aveva colpito molto, soprattutto perché quel “nessuno” sembrava riprendere il modo in cui si era presentato a lei. Erano parole piuttosto dirette, e sul momento era diventato tutto rosso. Non avrebbe mai saputo cosa risponderle, ma lei stessa gli evitò la fatica di pensarci: il secondo dopo, infatti, era sparita.

Nei giorni precedenti, ricordava di averla vista molto spesso attorno a sé. A volte andava in biblioteca a cercare libri di Erbologia, e la trovava lì, seduta ad uno dei banchi, intenta a leggere qualche libro sulle creature magiche che sembrava essere più grande di lei. Altre volte gli passava accanto, saltellando, mentre lui parlava con qualche compagno nei corridoi.

Un'altra volta, invece, l'aveva vista mentre parlava col professor Hagrid e lo aiutava a spostare alcune casse, prima che iniziasse la lezione. Ricordava benissimo la sensazione che aveva provato quando lei si era accorta di lui, e gli aveva sorriso. Inspiegabilmente, gli era sembrato che il suo cuore si fosse fermato per un attimo.

Luna era una ragazza così particolare, così... assurda. Come mai non l'aveva mai notata, prima, e come mai nel vederla il suo corpo reagiva in quel modo?

Un giorno, appena uscito dalla lezione di Erbologia, l'aveva vista. Pioveva, quindi tutti si stavano affrettando per tornare al castello il prima possibile, ma lei no. Quasi come se fosse uscita apposta per quello, ballava sotto la pioggia, ridendo e facendo piroette.

Lui si era bloccato, incapace di staccarle gli occhi di dosso. Ad un certo punto si era fermata, e l'aveva guardato, quasi come se si fosse trovata lì solo per attendere lui. Non gli si era avvicinata, ma l'aveva salutato agitando una mano. Mentre lui alzava il braccio per risponderle, Seamus gli diede un colpetto su una spalla, e lui si riscosse.

- Ehi, Neville, non vorrai certo restare tutto il giorno qui! - gli aveva detto l'amico.

Scuotendo la testa, aveva continuato a camminare.

A volte aveva l'impressione che lei lo seguisse, che lo osservasse da lontano, ma mai ne aveva avuto la conferma come quel giorno ad Hogsmeade. Era come se i suoi occhi fossero riusciti a scrutare dentro di lui, e aveva pronunciato quelle parole come se l'avesse conosciuto da sempre. Era riuscita ad arrivare là dove nemmeno lui era ancora arrivato.

 

*

 

Kuyashii kimochi takusan kanjite kita
itsumademo dekinai jibun ni namida koboshita
Donna kurayami mo mune wo hatte yukeru
Yakusoku da yo shita wo mukanai doryoku oshimanai
Ganbaru sa! Chikamichi wa nai
Ashita no tame ni kyou ga aru
Ganbaru sa! Te wo nobasu n da
Boku no tame ni kimi ga iru”

 

Mi sono sentito spesso umiliato
Non riuscirò mai a far nulla, ho pianto
Posso superare a testa alta ogni tipo di oscurità
Te lo prometto, non abbasserò lo sguardo, i miei sforzi non saranno vani
Forza! Non ci sono scorciatoie
Il presente è qui per il futuro
Forza! Allungherò le mani
Tu sei qui per me“

Kimi no Tame ni Boku Ga Iru - Arashi

 

Dopo quelle parole di Luna ad Hogsmeade e con l'inizio degli incontri dell'ES, qualcosa in Neville cambiò.

Fin da quando era arrivato in quella scuola c'era sempre stato qualcuno a fargli notare quanto lui fosse un fallimento su due gambe: sua nonna, con quelle lettere che potevano anche essere atte a spronarlo, ma che invece lo facevano soltanto sentire peggio; i suoi compagni che, anche senza cattiveria, lo prendevano in giro; il professor Piton, che era in grado di farlo sentire una nullità ad ogni sua lezione.

Aveva sempre vissuto all'ombra dei suoi genitori: loro erano stati dei grandi Auror, e semplicemente lui non era mai riuscito ad essere bravo o coraggioso quanto loro.

Ma dopo anni di frustrazione, quelle parole l'avevano spinto a fare qualcosa.

Grazie agli incontri dell'ES lui e Luna erano diventati amici, ma quello che lui provava era molto di più. L'aveva intuito da come si sentiva ogni volta che lei gli sorrideva, e dentro di sé lo sapeva già da quel giorno di pioggia fuori dalla serra: si era innamorato di lei.

Quella frase, unita ai nuovi sentimenti che provava, aveva assunto per lui un significato diverso. Doveva far vedere quello che valeva realmente, ma non solo per se stesso, no: doveva farlo anche per lei. In parte voleva attirare la sua attenzione, farle capire che aveva compreso le sue parole... del resto, nonostante la sua stranezza, nemmeno lei si sarebbe mai potuta innamorare di un codardo incapace. Ma il motivo più profondo per cui ce la stava mettendo tutta era invece un altro.

Aveva sempre creduto a quello che Harry aveva detto appena conclusa la terza prova del Torneo. Tu-sai-chi era tornato, ed era certo che il suo amico non avrebbe mai mentito su una cosa del genere. Solo in quel momento, passati vari mesi e con una persona davvero speciale al suo fianco, aveva compreso cosa tutta quella situazione potesse significare.

Significava che, prima o poi, ci sarebbe stata una guerra, e tutti quelli che erano lì avrebbero partecipato.

Sapeva bene che Luna non avrebbe avuto bisogno di nessuno per difendersi... del resto, era quasi sempre lei a tendergli una mano per aiutarlo a rialzarsi quando facevano pratica con gli Schiantesimi, e a preoccuparsi se per caso non avesse utilizzato un incantesimo troppo potente.

Tuttavia, voleva essere per lei un punto fermo; non qualcuno da difendere, ma qualcuno con cui combattere... qualcuno a cui avrebbe affidato la sua vita. Semplicemente, voleva esserci per lei.

 

*

 

Me no mae ni miru kimi no hitomi masshiro ni naru atama no naka
Mochiawaseta chippoke na puran tsukai you mo nai
Waraenai Love Situation...”

 

Davanti a me vedo i tuoi occhi, la mia mente diventa completamente bianca
Non riesco nemmeno a usare il piccolo piano che avevo in mente
Una situazione amorosa di cui non posso ridere...”

Love Situation - Arashi

 

Aveva immaginato tutta la scena nei minimi dettagli: cosa fare, come muoversi, ma soprattutto cosa dirle.

Era stato invitato alla festa di Natale del Lumaclub, e la prima cosa che aveva fatto subito dopo era stato parlarne con Luna.

- Oh, anche io ci devo andare. Harry mi ha invitata - gli aveva risposto. Sul momento ci era rimasto male: come sempre, lui era stato superato da Harry, l'eroe popolare.

- Naturalmente, andremo soltanto come amici. Non credo che i Cinciratti Pelosi che ho a casa lo troverebbero simpatico - continuò. Lui aveva tirato un sospiro di sollievo.

Era da qualche settimana che lei aveva iniziato a mandargli dei messaggi: sorrisi che sembravano dedicati esclusivamente a lui, piccole frasi carine che solo una come lei avrebbe potuto rivolgergli. Continuava a paragonarlo ad alcune delle sue strane creature, e anche se ogni volta che lo faceva sembrava splendere di felicità, non era sicuro di cosa ciò volesse dire.

C'era un solo modo per capirlo, ovvero dirle quello che provava per lei, e vedere come avrebbe reagito. Certo, parlarne e pensarci era una cosa, farlo era tutto un altro paio di maniche.

Così, si era recato da solo a quella festa. Gli sarebbe bastato attirare la sua attenzione, condurla fuori e poi parlarle.

Una volta entrati nell'ufficio di Lumacorno, Harry e Luna si erano separati quasi subito, e la ragazza era rimasta a parlare col vampiro che il professore aveva invitato come ospite. Non si trattava di una creatura esattamente amichevole, ma Luna ci parlava tranquillamente, come se si fosse trattato di un essere umano.

Neville ne approfittò per avvicinarsi.

- S-scusa, Luna... hai... hai un minuto?

Si sentiva le gambe tremare. Con ogni probabilità, sarebbe stato incredibilmente ridicolo.

La ragazza annuì, sorridendo come faceva sempre quando lui era nei paraggi, e lo seguì fuori dall'ufficio.

- C'è qualcosa di cui mi vuoi parlare? - disse Luna.

- E-ecco... i-io....

Era bellissima, con quell'abito argentato. Splendeva come una stella. I suoi occhi lo fissavano, preoccupati, e lui sentì improvvisamente un gran vuoto nella sua testa. Tutte le parole che si era prefissato di dirle... PUF! Davanti a tutta quella luce, erano sparite.

- T-tu... sei... sei molto importante, p-per me... e, ecco... volevo dirti....

Il suo sguardo era fisso su di lui. L'attimo dopo, però, lei gli aveva buttato le braccia al collo, e l'aveva baciato, come se non stesse aspettando di fare altro da secoli.

Era quasi come all'inizio, quando lei, soltanto guardandolo, aveva capito tutto.

Anche dopo il bacio, aveva continuato ad abbracciarlo.

- Sai, credo proprio che i miei Cinciratti ti adoreranno - disse lei con dolcezza.

 

*

 

Meippai sakebe. Koko ni iru yo tte akashi no you ni.
Bokura wa sonna yowaku wa nai demo tsuyoku mo nai kara
Dakara naite ii n da hazukashii koto ja nai
Asu ga aru hito shika dekinai koto dakara asu e no aizu dakara...”

 

Grida con tutte le tue forze. Come se fosse la prova che tu sei qui.
Non siamo così deboli, ma non siamo nemmeno forti
Perciò va bene piangere, non è una cosa di cui vergognarsi
è una cosa che possono fare solo le persone che hanno un domani, un segnale per il domani...”

Doko Ni Demo Aru Uta - Kazunari Ninomiya

 

Era passato tanto tempo dalla prima volta che l'aveva baciato, ed erano successe un sacco di cose. Il loro mondo era cambiato, ma soprattutto erano loro ad essere cambiati.

Prima di Dicembre, la guerra le era sembrata qualcosa di astratto. Vedeva com'era cambiata la situazione a scuola, vedeva la speranza abbandonare anche i più tenaci, ma lei non era così. Aveva Neville accanto a sé, e anche se tutto attorno a lei si tingeva di nero, poteva dire di essere felice. A volte le capitava addirittura di pensare che i Gorgosprizzi stessero invadendo il mondo, e tutto quello che stava succedendo era soltanto un'illusione.

Poi, prima delle vacanze di Natale, l'avevano rapita. Era finita in una cella assieme al signor Ollivander, e l'unica visita che avevano ricevuto era stata quella di Dobby l'elfo domestico, che portava loro il cibo.

L'anziano fabbricante di bacchette era lì da molto più tempo di lei, ed era in condizioni pietose: lei non avrebbe potuto fare molto per aiutarlo, ma per fargli coraggio gli raccontava dei posti che aveva visto e che avrebbe voluto vedere, delle creature di cui sua madre le aveva sempre parlato quando era piccola, e di come avrebbe voluto vederle dal vivo.

Non avrebbe mai voluto che la uccidessero, ma non tanto per se stessa, quanto per il fatto che non era riuscita a dire addio a Neville.

Stava per perdere la speranza di rivederlo, quando Harry, Ron e Hermione erano arrivati a salvarli.

Dobby si era sacrificato per loro, e questo le aveva aperto gli occhi: non poteva essere un'illusione, se una creatura innocente ci aveva rimesso la vita.

Non aveva avuto molto tempo per stare sola con Neville, una volta tornata ad Hogwarts: i Mangiamorte avevano attaccato, e tutto era successo molto velocemente.

Ricordava tutto come dei flash nella sua mente: i dardi colorati degli incantesimi da tutte le parti, la scuola intera che sembrava sul punto di crollare, Neville accanto a lei, pronto a proteggerla... il vederlo mozzare la testa del serpente con la spada di Grifondoro... il corpo di Harry tra le braccia di Hagrid, per poi scoprire che Harry invece era vivo... la sconfitta di Voldemort, e la gioia immediatamente successiva... era stato tutto così veloce che non avevano nemmeno avuto il tempo di realizzarlo.

Era passato solo un giorno da tutti quegli avvenimenti. Assieme alla gioia c'era anche il dolore per coloro che erano scomparsi: alcuni corpi si trovavano ancora in Sala Grande, ed era lì che Luna era diretta.

Neville si trovava lì, e guardava quanto si trovava davanti a lui con aria impotente.

La ragazza lo prese per mano, e lo condusse fuori dal castello, vicino al lago.

Solo il giorno prima lo ricordava euforico, fiero di se stesso; in quel momento, invece, il suo sguardo era triste.

Era cambiato parecchio da Dicembre: l'aveva lasciato che era ancora un ragazzo, ma quando era tornata aveva trovato un uomo ad attenderla.

- Sai, credo che un bel bicchiere di succo di Prugne Dirigibili ci tirerebbe su un po' tutti - disse Luna. Era il suo modo per cercare di strappargli un sorriso; sapeva che sarebbe stato inutile, ma almeno ci aveva provato.

- Tutte quelle persone nella Sala Grande... ora dovrebbero essere tutte in piedi, a festeggiare - disse Neville.

Il suo tono di voce era calmo, ma sembrava quasi che avesse bisogno di urlare.

La ragazza lo abbracciò, stringendolo con tutta la sua forza. Lo sentì singhiozzare piano, quasi come se se ne vergognasse.

- Va tutto bene, Neville - disse. - Sei stato... sei stato il migliore, ieri notte. Sono fiera di te, siamo tutti fieri di te.

- Lupin... Tonks... Colin... Fred... non dovrebbero essere lì! - esclamò il ragazzo, tra le lacrime.

- Lo so - rispose Luna, con voce calma. - Lo so, non dovrebbero essere lì. Ma adesso... adesso ci siamo noi qui, no? Io sono qui, e posso abbracciarti. Tu... tu puoi piangere, se vuoi. Puoi urlare. Non devi vergognarti, sai? Se possiamo piangere, significa che siamo vivi, che abbiamo un futuro.

Neville non rispose. Invece, la strinse ancora più forte, e continuò a piangere, buttando fuori tutti quei sentimenti che provava e che stavano aspettando soltanto lei per essere esternati.

 

*

 

Kono mama motto tsutawaru you ni kawaranu ai woz88;
Sasayaka na hibi ni afureteiru I love you
z88;
Fukaku kizuna tsunaide yuku
Kore kara motto kagayaku you ni ashita wa subarashii
z88;
Futari dake no (baby, please stay gold)
Ai no hana wo (baby, I love you)
z88;
Itsumademo....”

 

Farò sì che ti raggiunga ancora di più, il mio amore immutato
Riaffiora nella vita di tutti i giorni, ti amo
Approfondiremo il nostro legame
D'ora in poi cercherò di splendere ancora di più, il domani è meraviglioso
Il nostro (tesoro, ti prego rimani come sei)
Fiore dell'amore (tesoro, ti amo)
per sempre...”

Kono Mama Motto - Sho Sakurai

 

Luna sapeva che quello sarebbe stato un giorno speciale. Certo, un'altra ragazza avrebbe pensato che il fatto che fosse il giorno del suo settimo anniversario di fidanzamento con Neville bastasse a renderlo speciale, ma lei non era certo una ragazza normale, e non aveva mai dato importanza agli anniversari.

No, la sua era una sensazione abbastanza inspiegabile, come se qualcosa di straordinario stesse per succedere.

Era assai improbabile che fosse così: dopo la caduta di Voldemort, nel mondo magico si era instaurata la pace. A volte Neville diceva che la routine ad Hogwarts era un po' noiosa, ma era certa che non rimpiangesse affatto il suo settimo anno.

Fortunatamente lavoravano praticamente assieme: Neville era il nuovo professore di Erbologia, mentre lei assisteva il professor Hagrid durante le lezioni di Cura delle Creature Magiche.

Si potevano vedere tutti i giorni, ed era una cosa bellissima. Avevano sempre appuntamento vicino al lago, una volta finite le lezioni, e parlavano di quello che avevano fatto durante la giornata. Neville era contentissimo di insegnare, e ogni giorno parlava con entusiasmo dei suoi studenti e delle sue piante.

Quel giorno, nonostante le sue sensazioni, non era diverso dagli altri, e così Luna andò ad attenderlo vicino al lago.

Neville arrivò poco dopo. In mano teneva un vasetto con un fiore, di cui sembrava molto entusiasta.

- Questo è per te. È un incrocio tra due specie, l'ho creato io - disse, orgoglioso. Sembrava emozionato per qualche motivo.

Luna lo prese. Il fiore era rosso, con qualche striatura di blu; era abbastanza grande, e sembrava non essersi ancora schiuso del tutto.

- è bellissimo - disse, sorridendo.

- Ecco... beh... se lo accarezzi si... si apre - disse il ragazzo, improvvisamente impacciato.

Luna toccò con delicatezza i petali del fiore, e questi subito si schiusero un po' di più. In quel momento, la ragazza si accorse che dentro c'era qualcosa.

Si trattava di un anello. Era sottile, e al centro vi erano incastonate varie pietre colorate, che andavano a formare una piccola Prugna Dirigibile. Molto probabilmente l'aveva fatto fare apposta per lei.

- è... è splendido, Neville.

Voleva avvicinarsi per baciarlo, ma lui non le diede il tempo di farlo: le prese l'anello dalle mani, e si inginocchiò sull'erba.

- Luna... io... io... io ti amo... e... - fece il ragazzo.

- Anch'io ti amo, Neville, non c'è bisogno che ti inginocchi per dirmelo - disse la ragazza.

Le sembrò di rivedere il ragazzo che era otto anni prima, durante la festa di Natale in cui si erano baciati per la prima volta. Lo adorava: era come se, pur essendo cresciuto, non avesse dimenticato la persona che era prima. Aveva seguito il consiglio che gli aveva sempre dato: quello di restare se stesso, perché era così che lei lo amava.

- Io... io... vorrei passare il resto della mia vita... con te.

Fu una delle poche volte nella sua vita in cui la ragazza rimase senza parole.

Neville, tutto tremante, le prese la mano. - Luna, vuoi... vuoi sposarmi?

Lei sorrise, ma sapeva che nessun sorriso avrebbe mai potuto esprimere quanto grande fosse la sua felicità.

Si inginocchiò anche lei, e lo abbracciò. - Sì - disse, baciandolo. - Sì, Neville.

Il suo sesto senso non l'aveva tradita. Quel giorno era successo qualcosa di straordinario, e assieme ad esso sarebbero stati straordinari anche i giorni a venire....

 

*

 

Kyou wa watashi to kimi ga
Myouji wo kasaneta hi
Ai ga mefuita hi...

Niji ga kirei da yo
I
ya, omae no hou ga
T
erehajimeru kimi ni
Arigatou. Arigatou...”

 

Oggi è il giorno
in cui abbiamo unito i nostri nomi,
il giorno in cui il nostro amore è germogliato...

Com'è bello l'arcobaleno
No, tu lo sei di più...
A te che stai iniziando ad arrossire
Grazie, grazie...”

Niji - Kazunari Ninomiya

 

Non avrebbero potuto scegliere una giornata migliore. Quella notte c'era stato un forte temporale, ma per fortuna era finito nelle prime ore del mattino. Così, in quel momento, assieme al sole splendeva anche un bellissimo arcobaleno.

- Papà, dopo possiamo andare a vedere cosa c'è alla fine? - disse Luna, indicando il cielo.

- Se anche gli altri lo vorranno, sì - rispose lui, mentre camminavano assieme a braccetto.

Luna sorrise. Non ricordava di aver mai visto suo padre così felice, dopo la morte di sua madre.

Sarebbe stato fantastico andare a vedere cosa c'era alla fine dell'arcobaleno. Tutti dicevano che chi avesse avuto la pazienza di raggiungere quel luogo avrebbe trovato dei Lepricani pronti a dargli tutto il loro oro, che era molto più reale di quello che distribuivano le poche volte che si mostravano in pubblico. Luna però sapeva che non era vero. Sua madre le aveva sempre detto che alla fine dell'arcobaleno vivevano le fate, e che esse avrebbero concesso al fortunato che avesse trovato la loro dimora la magia di una benedizione ben più preziosa e importante di qualsiasi ricchezza. E quale sarebbe potuto essere il giorno migliore per ricevere una benedizione se non quello?

Continuarono a camminare, diretti verso l'entrata della chiesa.

Luna era particolarmente fiera del suo abito: era bianco, e la gonna era fatta di piume. L'aveva cucito tutto da sola, ed era uscito esattamente come lei l'aveva immaginato.

Aveva permesso a Ginny di acconciarle i capelli, ma aveva insistito per indossare anche un fermaglio a forma di girasole. Era il suo fiore preferito, e voleva che fosse con lei in quel momento così importante.

Mentre attraversava la navata, vide Neville davanti all'altare, che la aspettava. Sorrideva come se fosse stato l'uomo più felice del mondo, e nel vederla era diventato tutto rosso.

Sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata la stessa, senza di lui, e non aveva parole per esprimere quello che provava in quel momento.

Suo padre la lasciò davanti all'altare, e lei si ritrovò davanti al suo futuro sposo.

Solo allora lo guardò negli occhi, e mormorò una piccola, semplice parola.

Grazie....

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