Note alla storia

Era un po' che volevo scrivere una storia che partisse dalla fine di Good luck my babe, l'altra sera in chat giunse finalmente l'ispirazione.

Note al capitolo

Il nostro caro Serpeverde alle prese con la sua dolce metà...

Astoria aveva aperto appena le pesanti tende per far filtrare un filo di luce in modo da riuscire a vestirsi senza massacrarsi le ginocchia contro i mobili. Il cielo era terso, ma la nevicata della notte precedente aveva lasciato le strade intorno piene di fanghiglia marroncina; si fece un appunto mentale di indossare gli scarponcini invece delle scarpe con il tacco e poi si avvicinò al letto.

Draco era disteso di lato e per un momento le venne l'irrefrenabile impulso di tornare a coricarsi nell'incavo tra le sue braccia lasciato vuoto pochi minuti prima.

- Ciao tesoro, io vado.

- Mmmh, ma dove vai alle otto del mattino?

- Mai sentito parlare di una cosa che si chiama lavoro?

Draco a questo punto era ormai completamente sveglio: - Non si era mai parlato del fatto che tu dopo le nozze continuassi a lavorare.

- Se vogliamo essere corretti fino in fondo non si era parlato nemmeno di un matrimonio a sorpresa.

Colpito e affondato.

- Ora devo andare, ne parliamo poi stasera quando rientro.

- E il pranzo?

- Vuoi venire nel self service Babbano che c'è vicino alla banca?

Draco ci pensò un po' troppo a lungo e già Astoria era completamente vestita e stava lasciando la stanza.

- Aspetta, dimmi almeno l'indirizzo della banca.

- Guai a te se ti presenti vestito da corvaccio, nel caso ti venisse voglia di pranzare con me...

E con un colpo di bacchetta trasfigurò il mantello di Draco in un soffice piumino.

- Scordatelo! Io quella roba addosso non la metto nemmeno sotto Imperius.

Astoria corse giù per le scale come un fulmine lasciando dietro di sé un Draco visibilmente imbronciato che cominciò ad aggirarsi per la sua dimora di Spinner's End con aria rassegnata.

Le prime due settimane dopo il matrimonio erano state idilliache. Avevano trascorso la prima praticamente sempre a letto, mentre durante la seconda Astoria aveva insistito per rimettere a nuovo la casa, con buona pace dell'ex professore di Pozioni.

Draco si diresse in cucina dove trovò un bricco con del the caldo e una scatola di biscotti Babbani al cioccolato, aveva scoperto che erano decisamente saporiti e a casa ne tenevano sempre almeno un paio di pacchetti che finivano nel giro di una giornata. Con calma Malfoyana e aplomb britannico scelse accuratamente l'abbigliamento per la giornata, dirigendosi poi nello studio.

Trascorse un po' di tempo leggendo, un altro po' scrivendo un paio di lettere e, quando guardò l'orologio si accorse che...

Erano passate a malapena due ore. Da solo in quella casa gli sembrava di impazzire e così uscì a fare una passeggiata, ma i dintorni non erano poi così interessanti perciò tornò a casa. Sbirciò nella dispensa scoprendo che mancavano sia le radici di valeriana sia i Fagioli Sopoforosi finalmente aveva un motivo valido per uscire di casa!

Si Smaterializzò e ricomparve a Diagon Alley poco dopo.

Trascorse il resto della mattina a fare acquisti per la dispensa delle Pozioni felice come un bimbo il giorno di Natale.

Si accorse che era ora di pranzo solo dal fragoroso boato che sentì nel proprio stomaco e si Materializzò in un vicolo poco distante dalla banca in cui lavorava Astoria. Si fece trovare di fronte alla banca, bello come il sole nel suo piumino d'oca arancione (ebbene sì, Astoria riteneva che a Draco donassero i colori caldi perché il suo colorito pallidino con i colori freddi lo faceva sembrare un Inferus.)

Appena la vide uscire si fece avanti con incedere serio e distaccato; lei, però, vedendolo gli volò letteralmente in braccio facendolo quasi schiantare sotto il suo dolce peso: - Tesoro, che bello, vieni che ti presento alle mie colleghe!

Così il nostro beneamato Serpeverde si trovò attorniato da signore Babbane in tallieur e tacchi alti quasi tutte provviste di sguardi vagamente concupiscenti.

Il pranzo, che sperava di dividere con la moglie in un ristorantino intimo e privato, fu invece inopportunamente scambiato con il peggiore incubo della sua vita.

Astoria e le sue colleghe si recavano quotidianamente in un locale poco distante dalla banca in cui non solo non c'erano camerieri, ma le persone si accalcavano in fila per recuperare del cibo di dubbia provenienza e qualità. Draco era totalmente spaesato e sussurrò ad Astoria: - Ma questo è peggio di Azkaban.

Lei scoppiò a ridere: - Ma dai, fidati, è divertente!

Draco invece non si divertì affatto: si trovò costretto a mangiare praticamente con il piatto sulle ginocchia, schiacciato tra due colleghe di Astoria rispettivamente di 97 e 110 kilogrammi (chissà perché proprio loro quando al fondo del tavolo c'era una signorina filiforme dalla chioma ramata e dagli splendidi occhi verdi); inoltre non riuscì a parlare per più di dieci minuti con la moglie che, tuttavia, fu in grado di estorcergli una bella cenetta casalinga per quella sera.

A Draco, con la coda fra le gambe, non restò che andare a fare spese cercando di far trovare alla moglie una cena se non proprio straordinaria quantomeno ordinaria.

Note di fine capitolo

Non so quando ruscirò a scrivere e quindi pubblicare il seguito, siate comunque fiduciosi, prima o poi arriverà, nel frattempo se volete lasciare un commentinomi farà molto piacere 

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