Note al capitolo

E' totalmente diversa dalle mie solite storie...
Ma spero vi piaccia comunque.
Grazie ancora a Jude, la mia fantastica beta-reader...
Cammino.
Cammino verso il lago, verso la consapevolezza di ciò che è successo.
Vedo tutte le persone che hanno già preso posto sulle candide sedie vicine alla riva.
Vedo il lago, che scintilla sotto il sole di questa magnifica giornata di luglio.
Guardo verso la foresta: i centauri sono dietro il confine degli alberi, orgogliosi e austeri.
Ma perfino in loro riconosco un filo di tristezza.
Ormai è quasi ora. Tutti si siedono, e cala un innaturale silenzio nel parco.
Si sente solo un lieve canto.
Io non me la sento di sedermi insieme agli altri.
Mi siedo sull’erba, sulla riva, e guardo il tutto da lontano.
Un omino si avvicina al lago.
E poi, tra le due file di sedie, si srotola un tappeto viola.
Hagrid è la in fondo, che piange, con lui tra le braccia.
E mi assale la voglia di piangere che da troppi giorni ormai cerco di reprimere.
Tra le lacrime vedo il gigante che porta il corpo verso il lago.
Lo tiene dolcemente, come se si potesse rompere da un momento all’altro.
Si inginocchia davanti ad una tavola bianca, e ve lo adagia, bagnando il suo vestito di calde lacrime.
I maghi del ministero sono sconvolti dal suo comportamento: vedo distintamente Dolores Umbridge sussurrare qualcosa, disgustata, al suo vicino.
Idioti.
L’omino inizia a parlare. Ma non lo ascolto.
Guardo il corpo, e mi rendo conto di ciò che è realmente successo.
Silente.
L’unico che mi avesse mai veramente aiutato.
Il primo ad avermi veramente accettato, dopo la morte di Sirius e James.
Silente è morto.
Vengo di nuovo sopraffatto dalle lacrime e mi alzo in piedi.
Voglio fuggire, voglio solo andarmene.
Ma lei mi raggiunge.
E capisco che non posso lasciarla sola.
Perché mi ama e perché sta piangendo.
E perché io amo lei.
Mi stringe in un abbraccio e riesco finalmente smettere di piangere.
Ci avviamo verso i cancelli, ancora abbracciati, ma prima poso per l’ultima volta lo sguardo su Silente.
Sul suo volto, ora, c’è un impercettibile sorriso.

Note di fine capitolo

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