Two Hearts and a Fruits Basket




Capitolo Primo




L’ Espresso per Hogwarts aveva appena preso velocità, sferragliando sulle rotaie, lasciandosi alle spalle la stazione di King’s Cross e l’affollato binario 9 ¾ .
Nessa aveva appena preso posto nel vagone dei prefetti e fissava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino: il cielo era limpido, e la flebile luce del sole settembrino le illuminava il viso pensoso.

- E invece io credo che dovrebbero modernizzare un po’ l’uniforme scolastica, è così antiquata! - la voce acuta di Merybeth Bourne, prefetto di Corvonero, intenta a discutere con Antony Dickinson, di Tassorosso, interruppe il filo dei suoi pensieri.
- Ciao Nessa! - una voce profonda alle sue spalle l’aveva indotta a voltarsi.
- Oh, ciao Remus! - rispose affabile.
Remus Lupin era un ragazzo alto del settimo anno dall’aria leggermente stanca ma dallo sguardo attento e penetrante, con lei prefetto di Grifondoro dall’anno precedente.
- Ti ripeto, Antony, che al momento è più importante la questione delle divise! - continuò imperterrita Merybeth, con l’espressione di una che sta discutendo di un problema di vitale importanza per la Nazione.

Nessa alzò gli occhi al cielo con fare esasperato, per poi tornare a rivolgersi a Remus, che aveva preso posto accanto a lei.

- Hai passato una buona estate? - gli chiese.
- Sì, abbastanza buona, e tu?
- Diciamo che sono riuscita a sopravvivere anche senza delle vesti scolastiche più moderne. - sussurò.
- Già! A quanto pare qualcuno non ha pensato ad altro per due mesi. - ridacchiò Remus, lanciando un’occhiata a Merybeth Bourne che aveva sfoderato dei rotoli di pergamena con dei modelli, a quanto pare disegnati da lei stessa, e li mostrava ostentando un cipiglio professionale ai prefetti di Serpeverde, che avevano un’aria assassina.

Gran parte della mattina passò tra i racconti dell’estate appena trascorsa e discussioni su come il nero dell’uniforme scolastica dovesse essere categoricamente abolito.
Poco prima dell’ora di pranzo lo sportello si aprì, rivelandone due ragazzi di Grifondoro, James Potter e Sirius Black, entrambi migliori amici di Remus Lupin.

- Forza Remus! - esordì James in tono leggermente annoiato – Lumacorno ci vuole come al solito nel suo scompartimento.

Remus fece per alzarsi e raggiungere gli amici, e i tre avevano già mosso qualche passo nel corridoio quando la testa di James spuntò nuovamente oltre lo sportello dello scompartimento:

- Ah, e ovviamente vuole che sia presente anche Nessa Waston! – disse.

La ragazza buttò indietro i lunghi capelli di un nero corvino, e raggiunse i tre ragazzi fuori dallo scompartimento: non era meravigliata da quell'invito, visto che ormai lo riceveva da cinque anni.
Sin dal suo primo anno ad Hogwarts era sempre stata tra le grazie del professor Lumacorno, insegnante di Pozioni, che l’aveva notata, oltre che per il suo straordinario potenziale magico, anche per il suo bell'aspetto.
L’unica per la quale nutriva maggiore ammirazione rispetto a lei era forse solo Lily Evans, una ragazza del settimo anno particolarmente abile in Pozioni, ma d’altronde Nessa preferiva così; non amava molto essere al centro dell’attenzione, cosa ormai inevitabile, essendo particolarmente dotata e una delle ragazze più ambite della scuola.
Quando raggiunsero lo scompartimento giusto, i quattro Grifondoro furono accolti dalla voce tonante del professore:

- Oh ragazzi miei! Che piacere rivedervi!

Insieme a Lumacorno c’erano già un altro paio di ragazzi, tra cui ovviamente Lily Evans.
Il pomeriggio trascorse noioso, tra i soliti elogi del professore verso gli studenti presenti e i riferimenti a tutti i suoi importanti contatti tra le più alte cariche del Ministero della Magia.

- Sai una cosa Corradin… - disse poi rivolto a uno studente di Tassorosso del settimo anno, dopo aver concluso il racconto di come due dei suoi allievi preferiti, che avevano lasciato pochi anni prima Hogwarts, si fossero innamorati grazie a lui - Credo che dovresti proporre alla nostra affascinante signorina Waston di uscire, credo proprio che formereste una bella coppia!

Corradin lanciò a Nessa un’occhiata di apprezzamento, ma lei si limitò a ribattere:

- Già, peccato che io sia di un’altra opinione professore.

Lumacorno scoppiò in una risata giovale.

- Peccato Corradin, peccato! Beh, di sicuro non è ciò che pensa la signorina Finnes del nostro caro Sirius Black!

Cecilia Finnes, che non aveva distolto lo sguardo da Sirius da quando questi aveva preso posto nel vagone, arrossì furiosamente, mostrando l’apparecchio in un sorriso imbarazzato, mentre lui non batté ciglio; i suoi penetranti occhi neri indugiarono su Nessa, che osservava la scena con vaga curiosità, per poi fissarsi nuovamente sul paesaggio selvaggio che scorreva fuori dal finestrino.
Anche Sirius, era uno dei ragazzi più affascinanti della scuola, con la sua aria elegantemente trasandata, e la sua capacità magica.
Quando finalmente furono congedati, Nessa non fece ritorno al vagone dei prefetti, preferì invece raggiungere le amiche del sesto anno, ed era poco distante dal loro scompartimento quando un alto ragazzo biondo le si parò davanti.

- Ciao Will! - disse sorpresa.
- I tuoi doveri di prefetto sono così gravosi che non hai nemmeno il tempo di salutare un amico? - chiese lui con le sopracciglia inarcate.

Nessa e William Bagminton, capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, erano amici dal loro secondo anno ad Hogwarts.

- Ti ho cercata nella cabina delle tue amiche, e mi hanno detto che eri nel vagone dei prefetti, quando ci sono arrivato Meribeth Bourne mi ha detto che eri andata con Potter, Lupin e Black da Lumacorno nel vagone C, e ha cercato di farmi firmare un modulo di consensi per il rinnovamento delle divise scolastiche o qualcosa del genere, e quando me la sono finalmente tolta di dosso e ho trovato il vagone giusto Lumacorno mi ha detto che te ne eri appena andata! - disse tutto dun fiato.
- Beh, di sicuro il tuo pomeriggio è stato più interessante del mio! - le rispose lei con un sorriso, e subito Will abbandonò il suo cipiglio contrariato e parve raddolcirsi.
- Sai credo che faresti meglio ad indossare la divisa, manca poco più di un quarto d’ora alla stazione di Hogsmade.
- Ok, a dopo allora! - lo salutò, e raggiunse il vagone dove le sue amiche si erano riunito come di consueto per stillare una lista dei ragazzi più promettenti dell’anno.

Aveva appena finito di allacciarsi il mantello, quando il treno perse velocità, fermandosi alla stazione di Hogsmade; tutti trascinarono i loro bagagli verso le carrozze trainate da destrieri invisibili, che arrancarono verso il Castello, dalle cui finestre brillavano le luci delle centinaia di candele fluttuanti nella Sala Grande, dove il fantastico banchetto di inizio anno li attendeva, insieme al consueto discorso del professor Silente.


Il mattino seguente, quando Nessa scese nella Sala Comune di Grifondoro, diretta a colazione, Will la stava aspettando vicino al buco del ritratto della Signora Grassa.

- Hai un po’ di cose da raccontarmi, no? - le chiese mentre varcavano i battenti dell’affollata Sala Grande.
- Ti assicuro che la mia estate è stata totalmente piatta, il tuo giretto nel treno di ieri al confronto è sé paragonabile al giro del mondo in groppa ad un Ippogrifo! - sospirò lei – Sono contenta di essere tornata ad Hogwarts.
- Andiamo, non ci vediamo da secoli è non hai niente di bello da dirmi!Io ho fatto cose interessanti.

E si lanciò nel racconto della sua estate in sella al suo manico di scopa, con la Pluffa sottobraccio.
Le lezioni della giornata furono particolarmente pesanti, considerato che era solo il primo giorno di scuola, anche se date le materie che avrebbe seguito quell’anno (Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Pozioni, Antiche Rune, Incantesimi, Trasfigurazione e Astronomia) non se ne stupì, ma fu un sollievo quando la sera prese posto nella Sala Comune, per scrivere il suo diario.
La pace non durò tuttavia a lungo, poichè dopo poco fu raggiunta da un gruppetto di amiche del sesto anno.

- Diciamoci la verità, è estremamente affascinante! - stava dicendo Magda con voce sognante mentre prendeva posto in una poltrona accanto alla sua.
- Già! - sospirò Colette gettando uno sguardo all’altro capo della stanza.
- Sentiamo, chi è la vittima del giorno? - chiese con un sorriso, chiuse il diario e lo pose su un tavolo lì vicino.
- Sirius Black! - disse Magda in estasi.

Nessa seguì lo sguardo di Colette e vide Sirius in piedi accanto al camino, intento a seguire la conversazione tra James Potter e Remus Lupin, poco distante il loro amico Pater Minus li osservava ammirato.
Molto probabilmente si accorse del suo sguardo, perché il ragazzo, spostò i capelli neri che gli cadevano distrattamente sul viso, distolse l’attenzione dagli amici e lo ricambiò per qualche momento, prima che lei tornasse ad ascoltare Magda, questa volta concentrata a fare apprezzamenti su Cameron Meckenzie.
Dall’altro lato della Sala Comune, James, aveva notato la distrazione dell’amico, e si voltò per scoprire la fonte di tanta concentrazione:

- Nessa Waston! – esclamò lanciando un’occhiata eloquente al ragazzo, che si voltò a guardarlo senza però proferir parola – È molto carina, dovresti farci un pensierino amico! - aggiunse.
- Tu pensa a Evans. - rispose Sirius con tono leggero.
- Andiamo, diciamo anche che Nessa è un po’ più che “carina”. - intervenne Remus con tono distaccato da dietro il libro in cui si era immerso – Ed è anche una ragazza molto intelligente.
- Io preferisco Evans!- disse in fretta James.
- Sì, l’avevamo sospettato. - disse Sirius, dopodiché tornò a rivolgere la sguardo a Nessa, la cui attenzione era ormai concentrata altrove, considerando che, infondo, era davvero carina.

Il giorno successivo, dopo aver cenato velocemente, Nessa, salì nel dormitorio femminile, per prendere i libri di Incantesimi e il suo diario, con la speranza di riuscire a scrivere qualcosa dopo aver fatto i compiti, ma spostando il cuscino, sotto il quale lo nascondeva, si accorse che era sparito.
Corse come una furia giù per le scale che conducevano alla Sala Comune, quasi del tutto deserta visto che la maggior parte degli studenti erano ancora nella Sala Grande, e controllò in giro, dedicando particolare attenzione al poso in cui si trovava la sera prima, ma del diario neanche l’ombra; in realtà chiunque l’avesse trovato non avrebbe visto granché, se non delle candide pagine bianche, dato che aveva stregato il piccolo libricino in modo che il suo contenuto non si rivelasse a nessuno che non fosse stata lei.
In ogni caso non le andava particolarmente a genio che i suoi più intimi pensieri passassero di mano in mano per il castello.
Alla fine, si lasciò cadere frustrata su una poltrona, maledicendosi per essere stata talmente stupida da dimenticare un oggetto per lei così prezioso.

- Mi sa che ti sei persa qualcosa, Waston.

Una voce alle sue spalle la fece sussultare: Sirius Black era poggiato al muro di pietra e la osservava leggermente divertito.
Infilò una mano nella veste e le pose il suo diario.

- L’hai lasciato ieri su di un tavolo. - aggiunse mentre lei glielo sfilava gentilmente di mano.
- Ti ringrazio! - disse sollevata - Ma come facevi a sapere che era mio?Non c’è il nome…
- Beh, sei l’unica che scrive incessantemente su qualcosa che non sia un foglio di pergamena da consegnare ad un professore in Sala Comune, per giunta la sera del primo giorno di lezione, ti si nota!

Lei sorrise e fece per andarsene, quando lui disse:

- Comunque sta attenta a non perderti le cose, perché non sempre un gentiluomo te le recupera e si prende la briga di riportartele.

Nessa si voltò di scatto, i lunghi capelli neri le svolazzarono sulle spalle, poi inarcò le sopracciglia e si guardò intorno con fare scettico:

- Strano, io non vedo nessun gentiluomo qui intorno!

Gli lanciò un sorrisino di sfida e salì con grazia le scale, diretta ai dormitori.
Lui la osservò sorridendo fin quando non fu sparita del tutto: era davvero, davvero, carina.

Posta una recensione

Devi fare il login (registrati) per recensire.