Note alla storia

Finiti i tempi della scuola, arriva per tutti il momento di affrontare il mondo dei grandi.

Note al capitolo

La vita a casa Potter è parecchio vivace...
Il sole splendeva alto nel cielo quando Katleen aprì gli occhi. Troppo alto, notò subito dalla tenda della finestra, rimasta aperta!

“Oh, no!” gemette lanciando un’occhiata all’orologio, che aveva ancora al polso.

Dopo un secondo era fuori dal letto e quasi vestita.

Lanciò un’occhiata allo specchio, che le rispose con una smorfia.

“Sembri uscita da un racconto del terrore di serie B!”

“’Azie.” Grugnì, infilandosi un paio di calzini azzurri.

“Non puoi mettere calzini azzurri! Hai la maglietta arancione e i pantaloni verdi!” protestò lo specchio, che la ragazza, esasperata, girò dall’altra parte.

Uscendo di camera, però, si rivide nello specchio a parete del corridoio. Era veramente in uno stato pietoso, e non solo per l’abbigliamento da clown.

I capelli andavano un po’ dappertutto, e sotto gli occhi aveva profonde ombre scure. Il tutto, unito al pallore delle giornate passate chiusa in casa a studiare, creavano un mix micidiale.

Con un sospiro rientrò in camera e si sedette davanti allo specchio, che con un gesto distratto della bacchetta tornò al suo posto.

Con la spazzola rimise in ordine la zazzera corta che si era fatta fare di recente.

“È più pratico!” aveva risposto ai commenti contrari degli zii e di James. L’unico ad approvare era stato Sirius, e tanto le bastava.

Una volta che i capelli furono quasi presentabili la ragazza riesumò un correttore dalle profondità di un cassetto e ridusse l’evidenza delle occhiaie. Si spogliò e si cambiò. Jeans e maglione. Notò che il maglione, uno dei suoi preferiti, le andava ancora più largo del solito.

Poi riuscì.

Stavolta era quasi guardabile, decretò quando passò davanti allo specchio del corridoio.

Entrò in cucina e salutò zii e cugino con tutto l’entusiasmo che l’idea di una giornata all’aperto le aveva fatto nascere.

“’Giorno, Kate.” Rispose James, che a prima vista non era messo molto meglio di lei.

“Ore piccole, cugino?” chiese maliziosa, sedendosi e attaccando il suo tè. Sapeva esattamente cosa aveva combinato il cugino la sera precedente a causa di un lungo consulto pomeridiano che il cugino aveva avuto con Sirius riguardo all’abbigliamento migliore per una serata galante.

“Già…” Grugnì.

Improvvisamente sembrò che il sonno la abbandonasse.

“Sempre Lily?”

“Certo!

“Vorrei ben dire, Prongs! Siete la coppia più carina, fedele, sdolcinata dell’Inghilterra!” rise Sirius, appena arrivato, come ogni domenica mattina. “’Giorno, Kat. Tutto ok? Non ti hanno ancora fatto fuori?”

“No, loro non mi hanno fatto fuori. E io non ho fatto fuori nessuno.”

“Per ora… Comunque è un ottimo risultato.”

Si scambiarono un rapido bacio.

“E poi dite di me e delle mie storie…” Protestò James, regolarmente messo in imbarazzo dalle effusioni dei due.

“LA tua storia, ce ne hai solo una!” rise Sirius, sedendosi nel posto libero accanto a Kate e poi prendendosela in braccio, per poterla coccolare con comodo.

“Meglio una come si deve che una come la vostra!” ribatté James, stizzito.

“Sicuro!” rispose Kate, continuando a fare colazione, facendo di tanto in tanto le fusa come un gatto per le coccole che riceveva.

“Ci metto la firma, Prongs! Ma d’altronde come facciamo? Con ‘sta pazza che ha scelto la peggior professione esistente nel mondo magico, che ci vuoi fare!”

“Ma Padfoot! Anche te stai seguendo i corsi!”

“Non ho detto che non mi piace, ho detto che è la peggiore. La più rischiosa che esista, e non ti pagano neppure poi tanto!”

“Non scherzate ragazzi! È vero che lo stipendio all’inizio è ridicolo ma, numero uno: aumenta, numero due: vuoi mettere il sentirsi utili! In un periodo come questo mi sento orgogliosa di me se so che sto facendo qualcosa che salva vite umane, che permette a un sacco di persone di stare serene, che garantisce un minimo di sicurezza…”

I ragazzi risero. Kate la prese male.

“Scusa, Kat. Ma non sei molto convincente.” Disse James, quando si fu calmato.

“Non te la prendere, amore, ma lo sai che in realtà non l’hai scelta per questo.”

“E perché l’avrei scelta, allora?”

Sirius lanciò un’occhiataccia a James, che controvoglia evitò di rispondere. Non era il caso di far arrabbiare Kate, per una volta che decideva di passare una giornata con loro.

Finirono la colazione in silenzio.

Mentre Katleen e Sirius davano una mano a sparecchiare, James finì di prepararsi e di preparare i panini.

Nel tornare in sala da pranzo, verso James, Kate e Sirius si ritrovarono da soli nel corridoio. Istintivamente si fermarono e si guardarono.

“Come va, principessa?” chiese Sirius.

“Un inferno.” Rispose in un sussurro la ragazza, rifugiandosi tra le sue braccia. “Per fortuna sono a fine. La prossima settimana dovrebbe essere l’ultima di corso. Poi sarò ufficialmente membro interno del Dipartimento per la Sicurezza Magica.”

“HEI! MA VI SIETE PERSI?” sbraitò James. “LILY CI ASPETTA!”

“Animo, principessa! Oggi tutta pacchia!” sorrise Sirius, circondandole la vita con il braccio e accompagnandola verso il cugino.

“Ti sarei grato, amico, se evitassi di palpare così apertamente il sedere di mia cugina in mia presenza.” Sghignazzò James quando li vide entrare così abbracciati.

“Come sei rozzo!” sibilò Kate di rimando. “Devo ricordarti che a Hogwarts ti vantavi di aver palmato il sedere a tutte le ragazze meritevoli della scuola? La tua piccioncina ne sarebbe così felice…” negli occhi della ragazza si accese una scintilla maliziosa.

“Non lo farai, vero?” chiese James, sudando freddo. Kate parve offendersi.

“Scherzi? Finalmente una che ti piglia! E poi, ti fidi così poco di me?”

“No, è che…”

“KATEEEEE! C’è Alastor Moody che ti cerca nel camino di cucina!”

“Arrivo, zia!” Gli occhi ebbero un guizzo verso il soffitto, poi la ragazza si sciolse dall’abbraccio e si precipitò in cucina.

“Alla buon’ora, Potter! Devi venire, e subito. È successo il finimondo a Rudy Square. Lo sai dov’è, vero?” Kate ebbe appena il tempo di annuire.

“Ci vediamo laggiù tra al massimo cinque minuti.” E Moody svanì con un pop.

I ragazzi, che l’avevano raggiunta e avevano assistito alla conversazione, le lanciarono un’occhiata cupa.

“Mi dispiace.” Disse lei, senza sapere cosa aggiungere. “Se finisco presto vi raggiungo, ok?” disse infilandosi un cappotto nero.

“Sì, certo, come no!” mormorò Sirius, cupo.

“Te lo prometto, entro stasera mi rivedi!” disse, salutandolo con un rapido bacio.

“Jim, zia, zio… ci vediamo!”

Uscì di casa e si Smaterializzò.

Note di fine capitolo

I personaggi cambiano, lo so. cambiano con me e per conto loro, e non sempre ho il pieno controllo. Spero solo che questa Kate sia ancora il personaggio che avette apprezzato.
Alla prossima!

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