The Heir from the Darkness di Teriel Donovan

Bellatrix e Voldemort. Le origini dell'erede son più oscure che romantiche, non credete?


Categoria: Post-CC Personaggi: Bellatrix Lestrange, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldemort
Era: Harry a Hogwarts (1991-1998)
Generi: Angst, Drammatico, Generale
Lunghezza: Oneshot (1000-?)
Pairing: Bellatrix/Voldemort
Avvertimenti: Momento Mancante
Sfide: Nessuno
Series: Nessuno
Capitoli: 1 Completa:Parole: 1302 Read: 2652 Pubblicata: 12/06/17 Aggiornata: 12/06/17
Capitolo 1 di Teriel Donovan

 

The Heir from the Darkness

 

 

La tempesta sembrava essersi raccolta in quella stanza, circondando il suo signore come un manto, pensò confusamente Bellatrix. A stento realizzò dov'era. Sdraiata su un letto a lei estraneo, nuda, il corpo celato da un lenzuolo che nulla poteva nascondere veramente. Un rivolo di sangue le uscì da un angolo della bocca. Una tosse convulsa la costrinse ad inclinare la testa su di lato ma Voldemort non mostrò alcuna pietà. Le afferrò il capo e la costrinse a guardarlo. La sua mano sembrava sul punto di spaccare la bacchetta, tanto fremeva di collera. I suoi occhi rossi come il sangue sembrarono incupirsi ancor di più e la sua veste oscura fluttuò come satura della sua forza. «Tu che giuravi di essermi fedele hai osato credere di potermi ingannare?» sibilò a denti stretti. Seppur debolmente, a stento capace di respirare, Bellatrix scosse il capo. «Sul mio… onore di purosangue, giuro…» esordì con voce rauca. «Cosa vorresti giurare?!» tuonò il suo padrone. Bellatrix si passò la lingua fra le labbra. Era giunta lì, portando con sé un dono. Un vino speciale per brindare al futuro che li aspettava. Un omaggio e nulla di più. Avevano condiviso così la coppa e contro ogni aspettativa una magia oscura li aveva legati l'uno all'altra. Avevano giaciuto l'uno fra le braccia dell'altra, come due avidi animali, finché l'effetto non era passato. Su un stregone così potente, uno squallido incantesimo d'amore non aveva effetto di solito, ma chi aveva preparato il filtro doveva aver aggiunto un tocco segreto. Sentiva ancora l'effetto di quel potere sul suo corpo. «Non vi… farei mai… questo.» «In tal caso…» Senza aggiungere altro, Bellatrix sentì il suo signore invaderle la mente. I ricordi che le erano stati cancellati emersero con violenza…   Stava camminando lungo il corridoio quando una figura era emersa fra le ombre. Una donna avvenente, dai lunghi fluenti capelli biondi, le si era avvicinata. Aideen Mòr. L'aveva invitata nella stanza con la scusa di volerle parlare. Le aveva sorriso, offrendole una tazza di the. Tuttavia, era bastato un sorso… uno soltanto perché si sentisse male. La tazza era caduta a terra, frantumandosi in mille pezzi. Quella maledetta serpe l'aveva colta impreparata… Si era ritrovata a giacere sul tappetto, con lei che si ergeva continuando ad osservarla con quell'irritante sorriso. «Perché dovrei essere una semplice Mangiamorte quando potrei essere una regina?» le aveva detto con letizia. «Voi Mangiamorte non siete altro che piccoli schiavi parassiti. Lui ordina, voi obbedite. Così patetico!» Aveva inclinato il capo su di lato, socchiudendo gli occhi. «Voglio di più e tu mi aiuterai ad ottenerlo! Lui ti osserva.» aveva commentato. «Lui crede nella tua fedeltà. Ecco perché io la distruggerò.» A quel punto le aveva sventolato una fialetta davanti agli occhi. «Un filtro d'amore unico nel suo genere, un segreto custodito dalla mia famiglia per generazioni. Sfortunatamente, ignoro se può funzionare su di lui ecco perché tu lo testerai per me. Se morirai, avrò la prova che ne è immune. In caso contrario… questo mondo avrà una regina degna di tal nome!»

 

I ricordi svanirono, riportando Bellatrix nella realtà. Se possibile, il suo sguardo era diventato ancora più feroce! Quella sventurata sciocca donna aveva osato sottovalutarlo fino a quel punto? Ma non più di lei per non averlo previsto… «Cadere in una simile trappola… proprio tu…» osservò disgustato. Voldemort ruggì in tutto il suo furore e, artigliandole i capelli, le scagliò contro il suo potere, gettandola a terra! Prima che potesse realizzare cosa stava accadendo, usò nuovamente il suo potere, paralizzandola. In un istante le fu accanto, guardandola con livore. «Lo sento scorrere in te.» Sì, anche lei lo sentiva. Il suo seme aveva generato una creatura. Un essere di tal forza da esser seconda solo al suo genitore. «Sbarazzatene o te ne pentirai!» sibilò. E con quella sentenza di morte uscì dalla stanza, abbandonandola a se stessa. Tutto ad un tratto si sentì bene. Bellatrix respirò a fondo, con sollievo. Sì, aveva perso il suo rispetto ma era ancora viva. Il suo signore… non poteva godersi da solo la sua vendetta. Era ingiusto, pensò. Digrignando i denti, si alzò e, afferrata la sua bacchetta che giaceva fra le sue vesti, con un colpo secco della sua bacchetta fu di nuovo vestita e, seppur tremando, si aggrappò alla sua rabbia e uscì a sua volta. Il pensiero della sofferenza che aspettava Aideen la inebriò al punto che il suo corpo si eccitò terribilmente. Un sorriso sadico le curvò le labbra. Un sorriso che l'accompagnò finché non intravide finalmente il suo signore. Era fermo, sulla soglia di una stanza. Mentre si avvicinava, notò che una donna giaceva a terra in una pozza di sangue ed un uomo le stava accanto. Markus Delgyanes. Il compagno di Aideen. Un vecchio bruto dai folti capelli d'argento e lo sguardo freddo come il cielo del nord. «L'ho uccisa con le mie stesse mani, mio signore.» gli sentì dire in tono inflessibile. Bellatrix si fermò. Il sorriso diventò una smorfia colma di odio. La puttana era già morta? Troppo rapida era stata la sua morte. Avvertendo la sua presenza, Voldemort si voltò di scatto. Afferrandola per il collo la sbatté contro il muro. «Semmai dovessi scoprire che dietro a tutto questo ci sei tu… pregherai perché ti uccida!» Per un attimo Bellatrix rimase immobile. Più che vederlo, lo sentì allontanarsi. Per il suo bene, nessuno avrebbe dovuto scoprire cos'era successo, realizzò. Si voltò lentamente a guardare Markus e dietro quella maschera di freddezza vi lesse la morte. Voldemort non lo aveva risparmiato… il nobile Markus così dedito alla purezza, vedendosi macchiato l'onore, aveva deciso di porre fine alla sua vita con le sue stesse mani. L'aria in quella stanza era satura di veleno. Quale ironia… senza rivolgergli una parola, Bellatrix si allontanò cercando rifugio nella sua stanza. Un lampo di luce illuminò lo specchio, riflettendo la sua immagine. Ne fu catturata. Bellatrix non riuscì più a muoversi. Il suo corpo fu scosso e si sentì come se fosse vittima del pensatoio... la sua mente fu trascinata via lontano… Fin dall'inizio aveva notato lo sguardo avido di Aideen. Il modo in cui si vestiva, le provocanti vesti, ogni cosa con un fine… Voldemort! Fremente di rabbia, consapevole di quanto fosse indegna di essere lì, aveva fatto sorvegliare ogni sua mossa, scoprendone il piano… Bellatrix sorrise. Sul punto di ucciderla con le sue stesse mani aveva deciso di sfruttarlo a suo favore… aveva fatto in modo che Markus lo scoprisse, certa che l'avrebbe uccisa con le sue mani e aveva momentaneamente cancellato dalla memoria ogni traccia di quanto era accaduto, così che Voldemort la credesse innocente. Aveva rischiato… ma ora portava in grembo l'erede del più grande stregone oscuro che quel mondo avesse mai conosciuto! Giorno dopo giorno il comportamento della sua famiglia aveva allontanato il suo signore. Giorno dopo giorno aveva visto crescere la sua insoddisfazione… e lei, Bellatrix, che aveva dato la sua vita per il suo signore, lei che aveva trascorso anni interi ad Azkaban pur di non rinnegarlo, non meritava un simile onore più di qualsiasi altro? Non meritava forse di essere al suo fianco?   Un figlio… nella vita del suo padrone e signore non significava nulla. Non ora, così concentrato com'era alla ricerca di Potter. Ma una volta consolidato il suo regno… forse avrebbe cambiato idea. Il bambino che stava crescendo dentro di lei era troppo potente perché potesse ucciderlo. Avrebbe visto in lui una parte di sé… Si portò una mano sul ventre, ghignando piano. Naturalmente, non poteva permettere che crescesse nel suo ventre. Un'altra donna avrebbe ospitato la sua creatura. Grazie alle arti oscure questo era possibile. Una risata nacque in lei. Dapprima lenta, bassa, si innalzò superando la tempesta, diffondendosi ovunque.

 

 

 

Fine

   

Note finali:

Era già da un po' che volevo scrivere questa storia. È solo una pura coincidenza che sia venuta fuori il giorno della festa della mamma. ^^''' (Su EFP l'ho pubblicata quel giorno ^^'' )


Una delle più grandi contestazioni di Cursed Child è il famoso erede di Voldemort. Ma ragazzi… non c'è bisogno di amore per fare sesso. Sono molto cinica su questo punto. Non pretendo che questa sia la storia più coinvolgente del mondo, anzi… l'ho scritta abbastanza maluccio ma ci tenevo a ribadire il concetto: quello che è accaduto fra Bellatrix e Voldemort può avere moltissime varianti ma non certo romantiche.

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